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Catalani e arabi palestinesi 06/10/2017

Gentilissima Signora Fait, confesso di avere qualche perplessità sulla ‘Cartolina’ odierna del prof. Volli, “La Spagna e il doppio standard su Israele”. Mi sembra che non si tenga in conto che i catalani sono cittadini spagnoli, con pieno diritto di elettorato attivo e passivo nel parlamento spagnolo e, quindi, di concorrere alla formazione delle leggi e delle decisioni politiche del Regno di Spagna, mentre gli arabi residenti in Giudea e Samaria (come quelli di Gaza) non sono cittadini israeliani. I catalani, o una parte di loro, possono considerare se stessi un popolo distinto dagli altri spagnoli, ma sono considerati spagnoli dagli altri spagnoli, mentre non mi sembra che gli israeliani considerino gli arabi di Giudea e Samaria dei connazionali. Il vero motivo per cui mi sembra fuori luogo insistere oggi per l’indipendenza palestinese è il rifiuto dei palestinesi di fare veramente pace con Israele. Se e quando decideranno di accettare senza riserve l’esistenza fino al Giorno del Giudizio dello Stato di Israele come Stato nazionale del popolo ebraico, allora credo che si dovranno in qualche modo soddisfare le loro aspirazioni nazionali, per quanto recenti (popoli nuovi si sono formati e continueranno a formarsi nella storia del mondo). Con i più cordiali saluti ed auguri di una felice festa di Sukkot,

Annalisa Ferramosca

Gentile Annalisa,
Credo che il prof Volli non volesse fare un confronto tra catalani e palestinesi ma volesse far comprendere soprattutto la diversita' di reazione del mondo quando viene messo a confronto con le varie pretese di autonomia di popoli che non siano i palestinesi. E' vero che nella storia del mondo si sono spesso formati popoli nuovi ma per avere diritto ad una nazione devono dimostrare di saperla gestire senza fare i parassiti. E' questo che chiediamo ai palestinesi da anni, oltre alla fine dell'odio, ma pare non sentano da quell'orecchio. La ringrazio tantissimo per gli auguri di Sukkot.
Un cordiale shalom


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