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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Riflessioni sull'odio di sè 01/04/2017

Gentilissima signora Fait, è sicura che gli ebrei che odiano se stessi non abbiano bisogno di un dottore? A Bologna c'è un bravissimo psicanalista, ma per loro non va bene, visto che appartiene al Popolo della Promessa!

Annarosa Bertelli

Gentile Annarosa

L'odio di sè è una patologia comune a tutti i popoli. Sono nata e vissuta a Trieste, ho passato molti anni a Bolzano, due zone di frontiera, e posso assicurarle che molti dei miei connazionali italiani in entrambe le realtà avrebbero voluto appartenere all'altro gruppo etnico presente in loco.
Negli anni 50 a Trieste non mancavano gli italiani che gridavano Viva Tito, alcuni perchè ideologicamente comunisti, altri perchè sentivano un certo disprezzo per l'Italia. Per quanto riguarda gli ebrei, il fenomeno è più eclatante perchè è difficile capire come appartenenti a questo popolo da sempre perseguitato tra tutti i popoli della terra, possano arrivare a odiarlo smisuratamente anzichè amarlo e difenderlo.
Alcuni psichiatri, filosofi e studiosi si sono posti questo problema tentando di darne una motivazione. Theodor Lessing ne ha fatto un libro "L'odio ebraico di sè" in cui tenta di spiegare il fenomeno di alcuni intellettuali ebrei antisemiti. Molti rabbini lo spiegano con la consapevolezza di essere il "popolo scelto" cui, proprio per questo motivo, niente deve essere perdonato, cioè quello che per altri è normale, non può essere risparmiato al popolo scelto da Dio. L'autocritica quindi diventa severissima fino ad arrivare all'odio patologico cioè all'auto-antisemitismo (Rav Adin Steinsaltz).
Io penso - è una mia personale opinione - che gli ebrei antisemiti siano solo dei deboli e dei vigliacchi che vogliono accattivarsi le simpatie degli odiatori di Israele non ebrei per non sentirsi esclusi dalla società.
L'antico "ebreo di corte" che cercava di entrare nelle simpatie dei sovrani per paura di essere ucciso, si è trasformato in odiatore patologico del proprio Popolo. Norman Finkelstein, Noam Chomsky, Uri Avnery, Richard Falk, e , per arrivare a casa nostra, Moni Ovadia, Gad Lerner, Miriam Marino, Paola Canarutto sono alcuni tra i più noti che, consci del fatto di non potersi liberare della propria identità ebraica e di essere quindi sempre considerati "parte di..."quasi fosse uno stigma incancellabile e vergognoso, sviluppano dentro di sè una rabbia tale che si manifesta, oggi, nell'odio più totale e malato contro Israele. Non credo che la psicanalisi potrebbe aiutarli, anche per il più bravo psicanalista sarebbe un compito pari alle fatiche di Sisifo.

Un cordiale Shalom


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