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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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A leggere l'Osservatore Romano 31/03/2017

Gentilissima Signora Fait,
ho notato negli ultimi mesi che spesso IC presenta, e critica, come ‘commenti’ degli articoli dell’Osservatore Romano che sono mere cronache di avvenimenti quali incontri diplomatici. Mi limito agli ultimi due esempi: l’articolo (non tanto breve) di oggi, 30 marzo, sulle dichiarazioni di Putin e Rohani nel corso della visita di quest’ultimo a Mosca (sono i due Capi di Stato che hanno dichiarato di volere “il rafforzamento della stabilità in tutto il Medio Oriente”, non si tratta di un’analisi dell’Osservatore Romano, che di ‘baluardi contro il terrorismo islamico’ non parla affatto) e quello di ieri sull’incontro fra Abu Mazen e la Mogherini, cui IC imputa di essere una cronaca senza commento, ‘contestualizzazione’ e ‘presentazione della linea di Israele’. Credo che IC non tenga conto del fatto che l’Osservatore Romano è un quotidiano di non molte pagine, per la maggior parte dedicate a notizie religiose e culturali, e che quelle dedicate alle ‘notizie dall’estero’ (classificazione mia) contengono articoli su eventi in ogni parte del mondo, spesso ignorati dalla stampa italiana (oggi c’erano notizie, tra l’altro, sul Congo, sul Perù e sul rischio di una nuova estesa carestia in Africa, giorni fa ce n’erano sulla Repubblica Centrafricana). Ovviamente, per condensare tante notizie in tre o quattro pagine, ci si limita ad una cronaca essenziale, che di solito non ripete notizie già date, ed i veri e propri commenti ed analisi non sono frequenti. In sintesi, l’Osservatore Romano richiede un lettore assiduo, capace di ricordare quanto già pubblicato e dotato di una certa capacità di comporre in un quadro le singole notizie, ma a tale lettore offre un panorama più ampio di quello solitamente trattato dai giornali italiani e cronache solitamente piuttosto precise, anche se prive, per lo più, di un ‘riassunto delle puntate precedenti’.

Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca

Gentile Annalisa,

Può essere che l'Osservatore Romano si attenga solo ai fatti ma troppe volte questi fatti pendono verso la parte palestinese. Anche nell'articolo del 31 marzo http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=29&sez=120&id=65856  si nota chiaramente questa tendenza, basta leggere questa frase " Più volte i palestinesi hanno chiesto lo stop immediato di tutte le attività e dei progetti edilizi israeliani in Cisgiordania quale precondizione di qualsiasi trattativa."
Forse sarebbe il caso di riconoscere che l'attività terrorista dei palestinesi è costante soprattutto a Gerusalemme e che costruire case è un male infinitamente minore rispetto al terrorismo.
Anche l'ultimo pezzo del suddetto articolo è ambiguo. Come si fa a scrivere che il figlio della terrorista sia stato ucciso da agenti israeliani "mentre si recava al campo profughi..."? Come se la polizia israeliana si divertisse a sparare contro semplici passanti.
Probabilmente il ragazzo non passeggiava semplicemente ma si dedicava ad altra attività com'è d'uso fra i giovani e meno giovani palestinesi.
Inoltre nessun terrorista, uomo o donna che sia, ha bisogno di una giustificazione per tentare di ammazzare israeliani, lo fanno da più di un secolo.
L'OR ha dato prova negli anni di usare sempre due pesi e due misure: palestinesi vittime, Israele carnefice. Nel rispondere alla sua lettera, ho voluto dare un'occhiata agli articoli dell'OR pubblicati da IC per cercare quello in cui avrebbero dovuto prendere posizione contro le decisioni dell'Unesco di dare a tutti i luoghi storici, e ritenuti santi, ebraici, nomi e appartenenza islamica. Non l'ho trovato.
Mi spiace che lei pensi che IC sia ingiusta con OR, non è così, noi critichiamo tutti i media che usano nei confronti di Israele un atteggiamento poco amichevole e ingiusto, come ad esempio, l'israeliano Haaretz.

Un cordiale Shalom


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