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Antisemitismo e razzismo nella ex DDR 26/01/2017

A proposito di Ernst Moritz Arndt, ho letto attentamente l’articolo sul cambio di nome dell’Università di Greifswald. Mi viene in mente la risposta datami dalla guida del viaggio fatto da me in Germania dopo la caduta del muro di Berlino (in precedenza ero già stato a Berlino – Ovest ed Est – quando ancora abitavo a Berlino e poi, tornato in Italia andai due o tre volte a Lipsia per l’annuale fiera, senza però poter visitare Weimar, dove c’era la casa di Goethe e di Schiller (prima di andare in Germania avevo fatto un corso alla Deutsche Schule di Via Legnano, dove feci una tesina proprio sull’autore del Viaggio in Italia). In occasione di quel viaggio, chiedemmo di fare una puntata anche a Buchenwald, ma purtroppo “non c’era tempo”. Chiesi alla guida se all’epoca della DDR si era parlato dei danni del nazismo e della campagna antisemitica. Mi guardò con occhi stupiti e mi rispose in tedesco:

- Das Hauptstreben der Volksbehörden war Proletariat und Klassenkampf. Es gab keine Zeit für andere Zerstreuungen. (L’aspirazione principale delle autorità popolari era il proletariato e la lotta di classe. Non c’era tempo per ulteriori distrazioni). Ogni commento mi sembra semplicemente superfluo.

Mario Salvatore Manca di Villahermosa

I Paesi comunisti dell'Est Europa hanno rimosso per decenni la specificità dello sterminio degli ebrei d'Europa, preferendo insistere su generico "antifascismo". Il problema è che nelle zone della ex DDR ancora oggi l'antisemitismo, il razzismo e il neonazismo sono molto diffusi, una questione con cui Berlino deve fare i conti.

IC redazione


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