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Israele deve finanziare le scuole cristiane? 21/12/2016

Gentilissima Redazione,
il Patriarcato Latino di Gerusalemme non chiede che vengano finanziate dallo Stato di Israele le scuole cattoliche, bensì che siano ripristinati per tutte le scuole cristiane (di ogni confessione) i finanziamenti pubblici nella misura di cui godevano fino a qualche anno fa in forza delle leggi israeliane. Per valutare correttamente la richiesta occorre tener presente che in Israele ricevono finanziamenti pubblici, in nome della libertà di scelta educativa dei genitori, diverse categorie di scuole corrispondenti più o meno al concetto italiano di scuole legalmente riconosciute, tra le quali rientrano numerose scuole cristiane con decine di migliaia di alunni (complessivamente) ed un'ottima reputazione (mesi fa lessi dati al riguardo su giornali israeliani on line in inglese). Da qualche anno i finanziamenti sono diminuiti (se ho ben capito, soprattutto per effetto di un diverso sistema di calcolo, a livello amministrativo) ad un livello che non consente di mantenere l'equilibrio finanziario delle scuole, le quali, peraltro, secondo quanto ho letto in diversi articoli nel corso degli ultimi due anni, hanno limiti legali (proprio per il loro regime giuridico di scuole non meramente private) alle rette che possono richiedere agli allievi. Il risultato è che sono pesantemente indebitate, il che ne pone a rischio la sopravvivenza, e ciò è tanto più increscioso per i cristiani in quanto sono invece rimasti intatti i finanziamenti a scuole religiose ebraiche che rientrano nella medesima categoria giuridica. Un anno fa le competenti autorità israeliane avevano assunto l'impegno di versare una certa quota di fondi entro la primavera 2016, poi non se ne è saputo più nulla. Certo, guerra civile e persecuzione sono infinitamente peggio, ma per le comunità cristiane in Israele la questione è importante e, almeno finché la legge israeliana prevede finanziamenti pubblici per le scuole non statali e limiti alle rette, è pure una questione di giustizia ed eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

 Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca

 P.S.: Padre Pizzaballa è ora Mons. Pizzaballa, in quanto è stato ordinato Vescovo e nominato Amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, in attesa della nomina del prossimo Patriarca.

Gentile Annalisa Ferramosca,
grazie per i suoi approfondimenti, che non modificano la sostanza della nostra posizione. Noi distinguiamo tra scuole religiose e statali anche in Italia, non vediamo quindi perchè dovremmo fare una eccezione per Israele. Non mettiamo in dubbio che le scuole 'cristiane' - qundi anche cattoliche- siano delle buone scuole, ma non vediamo perchè debbano essere finanziate dallo stato. Il contenzioso, però, deve essere a guida  unica cattolico/vaticana, se è sempre la S.Sede a protestare, e non altre organizzazioni del variegato mondo cristiano.

IC redazione


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