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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Fulvio Canetti - Amare Israele - 27/10/2017

Amare Israele
Fulvio Canetti
Altromondo editore euro 10

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Dalla distruzione di Gerusalemme nel 70 e.v. ad opera dei Romani fino alla creazione dello Stato d’Israele nel maggio 1948, la storia del popolo ebraico è stata segnata da persecuzioni, accuse e menzogne prive di qualsiasi fondamento. Ancora oggi i governi dello Stato ebraico, qualunque sia l’orientamento politico, devono fronteggiare pregiudizi, critiche sul loro operato e rispondere di questioni che non vengono mai poste ad altre nazioni. Perché questo accanimento? Perché il pensiero antisemita e antisionista pervade ancora la mente di molti paesi europei e arabi nonostante la tragedia della Shoah e detta le regole del vivere quotidiano? “L’odio antisemita che ha invaso tutta l’Europa dall’800 in poi, non avrebbe avuto terreno tanto fertile senza l’antigiudaismo che fu propedeutico e trasformò l’odio contro gli ebrei, intesi come praticanti una religione demoniaca, in odio contro gli ebrei intesi come popolo”. (D.F.)

Fulvio Canetti, medico-chirurgo, proveniente da una famiglia di origini sefardite cerca di rispondere a questi interrogativi con un saggio ben argomentato offrendo al lettore i risultati di studi accurati dei testi canonici e cristiani con le loro discordanze per confutare la tesi infondata del “deicidio” di Gesù che secondo gli evangelisti sarebbe da ascrivere agli Ebrei. Nel capitolo “Il processo” Canetti analizza, avvalendosi di dati documentali puntuali, il ruolo di Ponzio Pilato nella condanna a morte di Gesù. Se gli evangelisti ritraggono Pilato come un uomo debole e opportunista, Canetti ci restituisce l’immagine di un uomo spietato, responsabile della morte del fratellastro, oltre che di numerosi crimini compiuti come governatore della Giudea. Molto interessanti sono le pagine in cui l’autore si sofferma sull’arresto di Gesù – evidenziando le contraddizioni presenti nella narrazione evangelica – sulla situazione socio-politica nella quale Gesù è cresciuto, sull’influenza che gli ambienti farisaici vicini agli zeloti ebbero nella sua formazione spirituale e in particolar modo sul processo subito da Gesù a Gerusalemme nel Praetorium romano dinanzi a Pilato, invitando a considerare con cautela gli scritti degli evangelisti che scagionano il governatore da ogni responsabilità per indicare gli ebrei come i principali responsabili della passione di Cristo. Quanto sopra in virtù del fatto che non si dispone di una testimonianza diretta del processo che si era svolto a porte chiuse. “

La stanza del tribunale detta “Secretarium” era un luogo vietato al pubblico. Le guardie ebraiche, non ebbero difatti il permesso di entrarvi. Un processo senza testimoni”. Canetti prosegue la sua analisi storica su quanto avvenne dopo la morte di Gesù anche all’interno della comunità cristiana, ci illustra la figura dell’imperatore romano Costantino che promulgò il Codex Judaeis, “un corpo di leggi penali contro l’etnia ebraica, che può essere paragonato alle moderne leggi razziali emanate dal governo Mussolini, firmate dal re d’Italia e accettate in silenzio religioso dal Vaticano”. L’autore si sofferma nel capitolo “Sionismo” sulla reazione del mondo di fronte all’immigrazione degli ebrei in Palestina, oltre che sull’atteggiamento di molte diplomazie che dopo la proclamazione della Stato d’Israele nel 1948 rifiutarono di riconoscerlo e in questo non fece eccezione il Vaticano, “che riteneva inopportuno un focolare nazionale ebraico in Palestina”. Dopo aver analizzato con rigore l’atteggiamento del mondo arabo, evidenziando come la Jihad islamica prosperi grazie ai vitalizi pagati alle famiglie dei martiri del terrorismo con il denaro delle sovvenzioni europee, Canetti si addentra nell’analisi dell’enciclica papale “Nostra Aetate” pubblicata il 28 ottobre 1965 durante il Concilio vaticano II, “un documento sui rapporti da tenere con le religione non-cristiane e in particolare con l’ebraismo, che è stato riammesso in “Paradiso”.

Mentre Sergio Minerbi esprime apprezzamento per quello che definisce “un passo avanti nei confronti degli ebrei” per cui essere grati, Canetti evidenzia nell’enciclica la mancata menzione della Shoah, dello Stato d’Israele e del legame tra il popolo ebraico e la sua Terra. Inoltre - continua Canetti - viene sì deplorata ogni forma di antisemitismo ma si è persa una buona occasione per una solenne condanna. Dopo l’analisi del comportamento della Chiesa nei riguardi del popolo ebraico, sia prima che dopo la Shoah, l’autore pone l’attenzione del lettore sulla recente visita di Papa Bergoglio alla Comunità ebraica di Roma che a suo parere conferma questo atteggiamento di “strisciante ostilità”. In effetti Bergoglio tace sul terrorismo islamico lasciando intendere che al Vaticano non interessa la difesa d’Israele. Nel capitolo Purim 1946 il lettore ritorna nel 5° secolo p. e.v. alla corte di re Assuero di Persia e della regina Ester, una donna ebrea della tribù di Beniamino, quando il popolo ebraico rischiò l’annientamento per rivivere un episodio storico straordinario e scoprire che si è ripetuto a distanza di oltre due millenni a Norimberga in Germania nel 1946! Sono molti i pregi di questo saggio scritto in modo divulgativo e appassionante. Accurato sotto il profilo storico, costruito in capitoli agili e scorrevoli, corredato da una preziosa bibliografia, “Amare Israele” è un’opportunità imperdibile per conoscere o approfondire eventi storici assimilati sinora in modo non corretto e le cui conseguenze si sono riverberate per secoli sul popolo ebraico, ma anche per mutare finalmente atteggiamento verso gli Ebrei sgombrando la mente dai pregiudizi, dall’odio e dall’intolleranza che impediscono di guardare allo Stato d’Israele con il rispetto dovuto a qualsiasi nazione democraticamente costituita. Anche se Albert Einstein affermava che è più facile rompere un atomo che un pregiudizio, Fulvio Canetti ha scritto un libro che vi invito a leggere perchè ha tutte le premesse “per rompere tali pregiudizi che hanno arrecato al popolo ebraico lutti e sciagure”.

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