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Deborah Fait
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Sii forte Israele, il 20 gennaio si sta avvicinando 31/12/2016

Sii forte Israele, il 20 gennaio si sta avvicinando
Commento di Deborah Fait

a destra:
"L'islam ha una lunga tradizione di tolleranza"
dal discorso all'Università del Cairo (2009)

Il passaggio più orribile del discorso di Obama all'Università del Cairo nel 2009 recita esattamente "America e Islam si sovrappongono, condividono medesimi principi e ideali, il senso di giustizia e di progresso, la tolleranza e la dignità dell'uomo».
Quel discorso aveva dato il via alle cosiddette primavere arabe che in seguito avrebbero devastato il Medio Oriente e aveva fatto guadagnare al presidente appena eletto il premio Nobel per la Pace. Molti se ne chiedono ancora oggi il motivo.

Ricordo perfettamente quel giorno perchè la mia reazione fu di incredulità e di paura. Come è stato possibile dare il Nobel a uno appena eletto che non aveva fatto altro se non inchinarsi ai terroristi della Fratellanza Musulmana, considerandola un partito politico e destabilizzando così tutto il Medio Oriente?
Soltanto un mondo fatto di mostri che avevano cancellato ogni valore di giustizia e dignità per vendersi alla forza delle dittature islamiche e delle idologie di morte, violenza e terrore, poteva applaudire.

A rileggere quelle parole si resta ancora increduli, l'islam che condivide con l'America giustizia, progresso, tolleranza e dignità dell'uomo! Ma con che coraggio, con che faccia tosta ha potuto proferire tali bestemmie! L'islam di morte, l'islam del burka, l'islam delle impiccagioni di gay e presunte adultere, l'islam delle lapidazioni a donne sepolte fino al collo, l'islam privo di diritti umani, l'islam del terrore, dei massacri in Israele, delle Twin Towers, delle stragi in Europa, del "faremo di Israele un grande forno crematorio" e del "conquisteremo Roma e tutta l'Europa". L'slam dei bambini iraniani vestiti di bianco mandati sui campi minati e, là dove un bambino saltava per aria, c'era la bomba e il bambino volava da Allah. E' questo l'Islam di Obama?

Evidentemente si dal momento che l'altro Islam, se esiste, sta in assoluto silenzio di fronte agli orrori. Probabilmente pochi potevano immaginare il disastro che sarebbe seguito a quelle parole, a quell'ignobile accostamento tra una grande democrazia , con tutti i suoi difetti, e un'ideologia di morte, terrore e sopraffazione, hanno abbozzato pensando fossero solo parole suggerite dalla diplomazia.
Il comitato del Nobel ha premiato il devastatore e gli elettori americani dopo 4 anni di errori e di orrori, lo hanno incomprensibilmente rivotato. Adesso, alla scadenza del suo mandato, ha tirato gli ultimi colpi alla sicurezza del mondo intero isolando Israele, dando ai palestinisti il diritto di pretendere senza negoziare e, per ultimo, ha ricreato la guerra fredda con la Russia.

Ho come l'impressione che questo Obama sia un fanatico pericoloso! Teniamo le dita incrociate ancora per una ventina di giorni. "Se mi fossi ricandidato avrebbero votato me" ha detto il megalomane, dando così della incompetente alla Clinton, incapace di vincere nonostante i milioni di dollari spesi per la campagna elettorale.
Cosa potrà ancora fare in questi ultimi 20 giorni che gli restano...c'è ancora la conferenza di Parigi del 15 gennaio e il timore è che usi questa ultima possibilità per far fuori Israele.

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Il voto Usa

I paesi islamici e i palestinisti considerano una enorme vittoria la risoluzione 2334 e, in effetti, vittoria è stata, per loro, dal momento che il mondo appoggia quello che l'ONU ha decretato: tutti i territori al di là della linea armistiziale del 1949 sono illegittimi e illegali, compreso il Kotel, il Muro del Pianto. A che serve dire che Giudea e Samaria sono terre ebraiche da cui gli ebrei furono cacciati, nel '48, dalla Giordania in una pulizia etnica impressionate che ha lasciato il mondo indifferente.
A che serve ricordare che l'esercito giordano ha ucciso e cacciato tutti gli ebrei dalla città vecchia di Gerusalemme distruggendo case, scuole, sinagoghe e cimiteri?
L'Occidente, indifferente ai soprusi contro gli ebrei, ha risolto il problema cancellando il nome antico di Giudea e Samaria sostituendolo con un fantasioso West Bank. Hanno seguito l'esempio dei Romani che 2000 anni prima trasformarono Israele in Syria Palaestina.

La guerra diplomatica contro Israele mi spaventa. Non ho mai avuto paura durante la seconda intifada, mai durante la guerra dei missili contro Israele e i "Zeva Adom" (colore rosso) delle sirene ma mi spaventano le diplomazie e i tribunali del mondo intero che, nel loro parossismo antisemita, vorranno raggiungere l'obiettivo fallito in tutte le guerre e anni di terrorismo: distruggere Israele.
Come potrebbe questo piccolo paese di 8 milioni di abitanti, tra cui 1.500.000 di arabi, vincere una guerra diplomatica contro tutti gli stati del mondo rappresentati da quel carrozzone immorale che risponde al nome di ONU?
Sappiamo perfettamente che l'ultima risoluzione contro Israele, se dovesse malauguratamente attuarsi, sarebbe solo un primo passo per tutto il mondo islamico e per l'Europa che non vede l'ora di celebrarare il funerale dello stato ebraico e portare a termine lo stermiono totale fallito nazismo, la distruzione dell'ebraismo mondiale.

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Sappiamo che se Israele si dovesse ritirare da Giudea Samaria e Gerusalemme gli arabi sferrerebbero l'ultimo attacco e , come il mondo è rimasto indifferente di fronte alle migliaia di missili da Gaza e oggi vuole addirittura portare Israele in giudizio per essersi difesa, allo stesso modo guarderà da un'altra parte se i missili dovessero arrivare sul territorio israeliano dalle colline della Giudea.
I media scriveranno "Israele sta per essere distrutto" esattamente come titolavano nel 67 quando scoppiò la guerra dei 6 giorni e la primissima azione di Charles de Gaulle non è stata certo di aiutare Israele ma di dichiararne l'embargo rifiutandosi di consegnare allo stato ebraico, attaccato da ogni parte, le armi che erano già state pagate.

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Alan Dershowitz

Il Prof Alan Dershowitz, criticando la decisione di Obama di astenersi dal voto all'ONU, ha dichiarato:"E' la cosa più antidemocratica che un presidente possa fare - ha detto - legare le mani al suo successore durante il periodo di transizione. L'ha fatta veramente sporca. Ha preso per il naso il pubblico americano dicendo: Oh, la questione riguarda solo gli insediamenti nel cuore della Cisgiordania. E poi ha ordinato al suo rappresentante all'Onu di astenersi, in pratica contro Israele, su una risoluzione che di fatto nega il diritto degli ebrei di pregare al Muro del Pianto; nega agli studenti israeliani, ebrei e arabi, il diritto di andare a studiare all'Università di Gerusalemme; nega ai pazienti israeliani, ebrei e arabi, il diritto di andare all'ospedale Hadassa sul Monte Scopus; nega il diritto ai cittadini ebrei di vivere nel quartiere ebraico dove hanno vissuto per migliaia di anni. E adesso dirà: oops, non intendevo questo. Bene, signor presidente, si legga la risoluzione! In fondo lei è un avvocato laureato ad Harvard".

La risoluzione ONU è stata suggellata da un infimo discorso di Kerry il quale, da bravo cavalier servente, ha parlato solo di territori occupati contro la pace. Le sue parole hanno scandalizzato persino il primo Ministro inglese, Theresa May, che ha così commentato: «Noi non crediamo che il modo di negoziare la pace tra arabi e israeliani sia quello di concentrarsi su un solo tema, in questo caso la costruzione degli insediamenti, quando chiaramente il conflitto tra israeliani e palestinesi è profondamente complesso, come non crediamo che sia opportuno attaccare la composizione di un Governo alleato democraticamente eletto»

Il 15 gennaio Obama, Hollande, e altri 70 paesi del mondo, a Parigi, decideranno il nostro destino. Cosa faranno? Cosa diranno? Israele delenda est? Dichiareranno l'esistenza di uno stato di Palestina su tutti i territori contesi compresa Gerusalemme? E' pauroso ma soprattutto triste e patetico che l'Europa e 70 paesi di questo mondo alla rovescia si incontrino non per parlare della devastazione del Medio Oriente da parte dei musulmani e di mezzo milione di morti in Siria ma per espellere 400.000 ebrei israeliani da Giudea, Samaria e Gerusalemme.
Ho letto su Pagine ebraiche n.24 del 30.12 http://moked.it/blog/2016/12/29/onu-3/ uno sbalorditivo articolo di Sergio Della Pergola in cui critica ogni mossa di Netanyahu dando a lui la responsabilità della sconfitta diplomatica di Israele all'ONU come se fosse una novità che il Consiglio di sicurezza è contro Israele da sempre e ha perso ogni credibilità nel 1975 quando ha equiparato il sionismo al razzismo.
All'epoca non era Netanyahu capo del governo di Israele. Conclude Della Pergola : " È in primo luogo uno schiaffo morale, un gesto di patente antipatia da parte di tutti i paesi coinvolti nel voto, amici, neutrali e nemici. Ma le conseguenze, soprattutto sul piano della Corte internazionale dell'Aja e delle possibili sanzioni economiche anti-israeliane, potrebbero essere molto pesanti. Per consolarci, concludiamo allora con una metafora sportiva. Quando una squadra di calcio perde per un rigore subito al 96° minuto, è inutile incolpare l'arbitro venduto, il pubblico becero, i giocatori avversari simulatori, o perfino la nostra difesa ingenua e scarpona. Si deve licenziare immediatamente l'allenatore."

Quindi il professore chiede il licenziamento di Benjamin Netanyahu! Consiglio di leggere il commento di Raffaele Besso, Consigliere dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane che gli risponde per le rime dalle pagine dello stesso giornale "Netanyahu è stato offeso".
Io, che faccio parte del pubblico becero e me la prendo con l'arbitro-venduto Obama, gli rispondo invece Sii forte, Israele, il 20 gennaio si sta avvicinando!

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Deborah Fait
"Gerusalemme, Capitale di Israele unica e indivisibile"
"Non si chiama Cisgiordania, si chiama Giudea e Samaria"


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