giovedi` 28 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






 
Deborah Fait
Commenti & TG news watch
<< torna all'indice della rubrica
'Ogni generazione si leverà per distruggerci' 16/04/2015

'Ogni generazione si leverà per distruggerci'
Commento di Deborah Fait

Sul Jerusalem Post di mercoledì 15 aprile, è stato pubblicato un disegno che esprime in modo totale il mio pensiero: un braccio teso con il numero tatuato e la mano stretta a pugno. Cosa vuole significare quel disegno? Rappresenta la realtà di oggi nel ricordo di ieri, il pensiero di molti di noi, la volontà di tutti: abbiamo passato la Shoà, da duemila anni stanno cercando di eliminarci, adesso basta! Adesso vi aspettiamo col pugno teso! Adesso ci difendiamo e tolleranza zero!

Protesti, Mondo? Preferivi gli ebrei vittime? Beh, ti do una notizia, Mondo: nessuno più ci ammazzerà impunemente e ti aspettiamo al varco col pugno teso. L’idiozia del mondo è immensa, l’odio continua a urlare contro di noi, ebrei vengono ancora ammazzati in Europa, nei musei, mentre fanno la spesa, mentre pregano in sinagoga ma esiste Israele che vigila ed è pronto a difendere il proprio popolo con coraggio e eroismo. La cenere degli ebrei bruciati dei campi di sterminio non riesce a posarsi per trovare pace, non trova riposo lo spirito dei nostri morti se non quando la terra dura di gelo della Polonia non viene calpestata dai giovani ebrei di Israele, figli e figlie nostri, belli e orgogliosi, che attraversano quei cancelli di morte sventolando la bandiera biancoazzurra con la Stella di Davide, la bandiera della vita.

Credo sia quello il momento in cui lo Spirito della Shoà che si aggira nei cieli d’Europa, le anime dei 6 milioni, del milione e mezzo di bambini si quietano e l’urlo muto della disperazione diventa pianto. Questa sera allo Yad Vashem, sei sopravvissuti accenderanno il fuoco in altrettanti bracieri, accanto ad ognuno di loro ci sarà un giovane ragazzo o ragazza, in molti casi sono i loro nipoti, spesso indossanti la divisa di Zahal. Dov Shimon ha 96 anni, è un sopravvissuto che durante la caccia agli ebrei in Ungheria è riuscito a salvare anche altri ebrei come lui. Gli offrirà la torcia il nipote Adar, combattente Givati, e insieme accenderanno il braciere: la vittoria sul Male e la Speranza di Israele. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10204737421129034&set=a.1174873245636.2027925.1042200727&type=1

Alla fine della cerimonia verrà recitato il Kaddish e infine tutti in piedi per l’inno di Israele, la Hatikvà, la Speranza. Oggi ha inizio una settimana emotivamente molto pesante che proseguirà con la Giornata del Ricordo dei Caduti di Israele durante le guerre e il terrorismo e terminerà in un’esplosione di gioia e di gloria nel giorno di Yom HaAzmaut, il Giorno dell’Indipendenza, della Libertà, della Speranza. Oggi, 16 aprile, suoneranno le sirene alle 10 del mattino, ora israeliana, e tutto Israele si fermerà per due minuti, tutto il Popolo si alzerà in piedi, si fermerà per le strade, uscirà dalle automobili, scenderà dagli autobus e mediterà. I bambini nelle scuole materne ascolteranno la sirena senza capire che tanti altri bambini come loro non sono più. I ragazzi nelle scuole staranno sull’attenti davanti alla bandiera. Sei milioni di ebrei di Israele vivi renderanno omaggio a sei milioni di ebrei morti. Un’intera nazione si fermerà all’unisono, unico caso al mondo, e ognuno ricorderà i propri cari inghiottiti dall’orrore laggiù in Europa.

La preoccupazione che ci tormenta è che negli anni a venire, per forza di cose, non ci saranno più sopravvissuti, nessuno più potrà testimoniare, i negazionisti avranno il campo libero e questo fa paura se si pensa che già oggi c’è chi nega, chi non crede, chi dileggia, chi scrive libri sull’ ”imbroglio della Shoà”. In Iran si è aperta, con un concorso, la settimana dell’umorismo sulla Shoà, sono invitati a Teheran vignettisti da tutto il mondo e chi farà la vignetta più irriverente, più schifosa, dileggiante e negazionista vincerà. Chi sghignazzerà meglio sulle camere a gas, sui forni crematori, sulle fosse comuni avrà probabilmente un premio. Chi, negando le vittime e l’eroismo di chi, a mani nude, ha cercato di combattere l’esercito nazista, farà il disegno più immondo, vincerà.

Pare che due dei partecipanti siano italiani, uno pagato dalla Rai, tale Achille Superbi. Il secondo, Alessandro Gatto di Treviso, recidivo avendo già partecipato allo stesso concorso nel 2006. Però non occorre andare in Iran per trovare l’immondizia antisemita, si può stare tranquillamente in Italia dove stanno cercando in tutti i modi di rendere judenrein i festeggiamenti del 25 aprile, la Liberazione, impedendo la partecipazione della Brigata ebraica. Mentre gli arabi inneggiavano a Hitler, gli ebrei di Erez Israel morivano per liberare l’Italia, in migliaia si sono impegnati per questo nobile scopo, eppure le sinistre filopalestinesi vogliono eliminare gli ebrei e sostituirli con i nipotini del Mufti nazista di Gerusalemme, quello che pregava Hitler di usare gli stessi metodi dei campi di sterminio per massacrare gli ebrei viventi nel Mandato britannico di Palestina.

Nella Haggadà che leggiamo ogni anno durante il Sèder di Pèsach, dopo il racconto di come l’Eterno ci fece uscire dall’Egitto, è scritto: “La promessa che è stata mantenuta per i nostri padri lo sarà anche per noi. Poiché non uno solo si levò contro di noi per distruggerci, ma in ogni generazione si levano contro di noi per distruggerci”. Abbiamo vinto contro il Faraone, siamo sopravvissuti a Torquemada, siamo sopravvissuti a Hitler e le generazioni a venire che proveranno a distruggerci troveranno quella mano col pugno chiuso e l’esercito del popolo di Israele, Zahal, Zavah HaHaganà LeIsrael. Gloria e speranza di Israele. Al suono della sirena tutti in piedi a ricordare. “Izkor Israel mi dor l’dor”, “Ricorda Israele, di generazione in generazione”.


Deborah Fait
Gerusalemme Capitale di Israele, unica e indivisibile


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT