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Deborah Fait
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27 gennaio: l'eterna domanda: perché? 27/01/2015
 27 gennaio: l'eterna domanda: perché?
Commento di Deborah Fait


Quando diciamo "Mai più" significa "Mai più"

Questa mattina, uscendo di casa, mi sono imbattuta in un gruppetto di bambini di scuola materna che nel bel mezzo di un viale alberato giocavano alle belle statuine. C’era la musica, i giochi, le risate, i trilli dei bambini. Erano belli, liberi e felici, cercavano di assumere le posizioni più strane prima che la musica cessasse di suonare per saltare e gridare di gioia non appena riprendeva. Si era formato un capannello di gente che li guardava sorridendo, io ho provato un sentimento di commozione difficile da spiegare, mi è venuto un groppo in gola, mi sono guardata intorno per vedere se anche gli altri provavano la mia stessa emozione e dalle loro esperessioni ne ho avuto conferma. Bambini felici che, ancora adolescenti, dovranno andare soldati per difendere casa a causa di quel sentimento inesauribile che vuole gli ebrei morti. Bambini felici che non sanno che su di essi, sulle loro famiglie, sul loro paese, da 70 anni, è stata decretata una decisione di morte. Bambini felici che non sanno ancora che, prima, tutto il loro popolo era destinato a estinguersi respirando lo Zyklon B nelle “docce” dei campi di sterminio. Bambini felici e forti, i bambini di Israele, che dovranno difendere e difendersi non solo da missili, bombe e terrorismo ma anche dalle parole velenose e dall’ostilità di chi giustifca e ammira la mortale violenza palestinese.

Forse, amici, non tutti capirete la mia emozione poiché non c’è niente di più logico e normale che veder giocare dei bambini, deve essere un loro diritto, ma, in quel momento, di fronte a quella gioiosa scena di vita quotidiana, la mia mente vedeva le immagini di altri bambini ebrei, immagini terribili che la TV italiana manda in onda, una volta all’anno, in prossimità del 27 gennaio, Giornata della Memoria. Quei Bambini di 70 anni fa. Quei bambini spaventati, terrorizzati, soli, bambini che non potevano capire l’odio e la morte, che entravano forse tranquilli nelle docce, forse tenendosi per mano, forse fiduciosi, forse pensando che li portassero a lavarsi per poi farli andare, belli e puliti, dalla mamma. “Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti” diceva il mostro nazista. Inconcepibile vero? Come può essere accaduto? Quelli che facevano il passo avanti, tutti, venivano portati alle docce e, senza la mamma, si addormentavano per sempre con nelle orecchie il terrore degli adulti.

1.500.000. Come è facile scriverlo e quanto è difficile pensarlo! 1.500.000 bambini divorati dal mostro europeo non sazio. L’Europa ma non solo, forse tutto il mondo occidentale, sta rivivendo alla grande l’odio per il popolo ebraico. Gli ebrei stanno scappando ancora ed è un destino davvero crudele se pensiamo che, immediatamente dopo la Shoà, i sopravvissuti arrivati in Israele in cerca di un po’ di pace e sicurezza sono stati attaccati dai paesi arabi solo 8 ore dopo la dichiarazione di indipendenza dello stato ebraico. Nessuna pace, nessuna sicurezza, un destino rivissuto nei secoli, di paura in paura, di morte in morte, di odio in odio, e l’eterna domanda: perché?

Nel 1948, finita la guerra in Europa, lo sterminio ancora negli occhi e nella carne, ecco gli ebrei in balia dei paesi arabi che attaccarono il giovane stato nella speranza di risolvere una volta per tutte il lavoro di eliminazione ideato dai nazisti con Auschwitz e prima ancora dai governi antisemiti di tutta Europa attraverso i pogrom e prima ancora dalla Chiesa. Non c’è mai fine a questo virus tramandato di padre in figlio, un’eredità diabolica, un testamento... lascio ai miei figli l’odio per l’ebreo...

Oggi dunque incomicia il teatrino annuale, rattristatevi perché si celebra la Giornata della Memoria. Oggi... domani è un altro giorno... La Memoria, il ricordo dei 6 milioni di ebrei passati per i camini o bruciati vivi nelle sinagoghe d’Europa o sepolti nelle fosse comuni dopo essere stati fucilati alla schiena. Che Memoria? Chi ricorda Babi Yar? 33.771 ebrei, cittadini ucraini, ammazzati in due giorni, il 29 e 30 settembre 1941. Come è possibile togliere la vita a 33.771 persone in 48 ore? Che Memoria? Chi ricorda i massacri di Odessa, 50.000 ebrei ammazzati? Non erano rinchiusi nei campi di sterminio, erano nelle loro case, nelle loro sinagoghe, li hanno ammazzati nella loro città, si sono voluti risparmiare la fatica del trasporto verso le camere a gas.

L’Europa non è cambiata, esistono ancora odio, indifferenza, i migliori sono, diciamo, passivi, i peggiori sono accecati da livore e non sembra loro vero di lasciare ai musulmani il lavoro sporco. I musulmani uccidono, gli europei assistono alcuni contenti, altri indifferenti e aspettano il 27 gennaio per farsi vedere contriti, un paio di lacrimucce e tutto ricomincia il giorno seguente. Sì, gli ebrei sono in gabbia ancora una volta ma oggi esiste Israele. Vuoi mettere la differenza? Altro che Saint Louis, la nave con 930 ebrei in cerca di salvezza, respinta da tutti i porti, prima da Cuba, poi anche dagli USA per ritornare ad Amburgo, verso morte sicura. Altro che porte chiuse in faccia, altro che “Cosa ce ne facciamo di un milione di ebrei”...

Oggi gli ebrei hanno Israele. La Francia, lo ha appena dichiarato Netanyahu, è il paese più pericoloso per gli ebrei, in Grecia ha vinto le elezioni un partito della sinistra radicale filopalestinese e il terzo partito di quel paese è il nazifascista Alba Dorata, La Turchia è definitivamente antisemita, i paesi del nord Europa sono quasi totalmente islamizzati, in alcune parti dell’Inghilterra vige la sharya, gli ebrei devono camminare rasente i muri, molti nascondono la kippà per salvarsi da aggressioni spesso mortali. Israele è circondato da paesi che ne chiedono l’eliminazione, l’America di Obama sta esprimendo la sua ostilità a Israele nelle accademie, nelle università, eminenti intellettuali condannano Israele, parlano di genocidio palestinese, cioè di un gruppo di persone che da 600/800.000 è arrivata a essere più di 10 milioni. L’America di Obama che, da alleata, sta diventando nemica. L’ONU che fa i processi a Israele per una guerra provocata da Hamas che per anni ha colpito la popolazione civile senza mai ricevere un rimprovero. Uno scandalo, una vergogna, uno schifo tutto europeo.

Il mondo occidentale indifferente alla tragedia del terrorismo palestinese che in Israele ammazza i civili, solo i civili, che vuole eliminare una democrazia per congiungersi alla Stato Islamico di Al Baghdadi, che spera in una seconda Shoà. Giorni fa un arabo è salito su un autobus a Tel Aviv e ha accoltellato 12 persone, alcune ancora molto gravi e certi organi di informazione italiani hanno dato la notizia alla rovescia “Soldati israeliani sparano a un arabo perché aveva accoltellato...”. Dopo: il silenzio, com’è d’uso in questi casi. Israele ha dovuto sopportare centinaia di attentati, ha pianto centinaia, migliaia di vittime innocenti, tanti bambini, ma nessuno in Europa ha mai avuto pietà. “Ve lo meritate, siete andati voi a “casa loro”...

I movimenti pacifisti pronti a manifestare contro Israele in modo molto violento e mai venuti a portare un po’ di solidarietà ai morti ebrei nei ristoranti o negli autobus, oggi tacciono di fronte alle violenze arabe e islamiche in Europa e in Medio Oriente, le giustificano e le banalizzano e non hanno vergogna di insultare gli ebrei nemmeno in prossimità del 27 gennaio. Ho letto sul web alcuni commenti talmente disgustosi da togliere ogni speranza, ecco uno dei più gentili: “Avete rotto con questi ebrei, a quando un Giorno della Memoria per il “genocidio” dei palestinesi?”.

Vorrei però lasciare a me stessa un barlume di speranza, non tutti sono uguali, non tutti sono pieni di odio, non tutti sono indifferenti o colpevolmente passivi, per caso ho letto sul web le parole di un amico sconosciuto: “Questo è un blog personale, difficilmente scrivo di ciò che avviene nel mondo esterno, lo faccio solo in particolari ricorrenze. Tipo l'undici settembre. Stavolta mi cimento anche per "il giorno della memoria". Sì, perché oggi in molti simuleranno una lacrimuccia pensando ad Auschwitz, Mathausen, San Sabba (TS). Dico simuleranno perché in questo continente, ancora, a troppi, gli ebrei piacciono solo il 27 gennaio. Morti a milioni. Mentre ci sarebbe da tener da conto anche di quelli che ci sono ancora. Fiumi di parole per le vittime di Charlie, trafiletti per quelle del giorno dopo in un negozio kosher. La cultura ebraica è alla base di ciò che siamo oggi. Non a caso si parla di tradizione giudaico-cristiana, con quel trattino che ne sottolinea la continuità. Perché "loro" concedevano lo shabbat (il giorno di riposo) anche agli schiavi, già migliaia di anni fa. Perché "loro" facevano studiare anche le donne, da sempre. E a tutt'oggi ci vuole molto di più che parlar male della loro mamma perché arrivino a tirarti un pugno. Perché "loro" amano la vita più della morte ed è questo che dovremmo reimparare anche noi. Se avete coraggio, il video fa per voi. (ndr. Il video è una simulazione di un aventuale attacco dell’Iran a Israele). Sono 5 minuti, niente di fronte all'eternità.“
http://menogrigio.blogspot.it/2015/01/il-giorno-della-memoria-1.html?spref=fb

Never again! Pensavamo fosse vero invece erano solo parole. Il demone europeo ha passato la palla al demone islamico e adesso sta a guardare, sfregandosi le mani, aspettando che l’Iran attacchi il mio paese per distruggerlo come promesso. Never again non vale più, non vi crediamo più. Domani, 28 gennaio, ricomincerete a guardare indifferenti, cattivi, ma Israele c’è ed è forte, paziente, troppo paziente, ma forte e coraggioso, si difenderà sempre e difenderà sempre gli ebrei del mondo, pronto a portarli in salvo. E gli ebrei continueranno a chiedere: Perché gli ebrei piacciono solo il 27 gennaio? Never again? Non vi crediamo più.



Deborah fait
Gerusalemme Capitale di israele, unica e indivisibile


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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