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Deborah Fait
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Festeggiamo Israele e la vita 15/04/2013

"Festeggiamo Israele e la vita"
di Deborah Fait


Deborah Fait

C’e’ un’atmosfera strana in Israele. Alcune ore prima del suono delle sirene  che annunciano l’inizio di Yom Hazikaron(ricordo dei caduti nelle guerre e per terrorismo) tutto e’ piu’ calmo e tranquillo e  molti minuti prima che abbia inizio quel suono straziante,  sembra che milioni di israeliani trattengano il fiato, il silenzio e’ impressionante, si ha un senso di vuoto e di pesantezza. Ognuno di noi diventa orfano di qualcun altro, di qualche figlio, figlia, padre, madre, fratelli  caduti in guerra o ammazzati dal terrorismo arabo palestinese.

Un intero popolo orfano, immobile nell’ attesa dell’ululato delle sirene che segnano l’inizio del dolore pubblico, non chiuso dentro le case, nelle famiglie che ogni giorno piangono il momento in cui qualcuno e’ andato a bussare alla loro porta per dire che un loro caro non tornera’ mai piu’ a casa.

Spesso anche piu’ cari, spesso gli attentati del terrorismo arabo palestinese ammazzano piu’ persone della stessa famiglia in un colpo solo.

Le sirene ululano e noi , immobili, sentiamo che la gola brucia e che le lacrime scendono  senza essere chiamate.

Quasi 30.000 morti , un grande braciere viene acceso davanti al Kotel , un braciere da aggiungere ai sei ( uno per ogni milione) che una settimana fa sono stati accesi da sei sopravvissuti alla Shoa’.

Questa e’ , per Israele, una settimana che celebra un dolore infinito, una disperazione inconsolabile, uno strazio senza speranza che si legge sul viso bagnato di lacrime di ogni bambino che non ha piu’ mamma o papa’ o fratelli. O sul volto di quella mamma cui i mostri terroristi, i macellai palestinesi, hanno tolto il figlio, spesso bambino.

Penso alla mamma di Kobi Mandell, linciato e fatto a pezzi in una grotta di Tekoa a 13 anni.

Penso al padre di Daniel Pearl, a sua moglie, a Adam, il suo bambino nato dopo la sua morte.

Daniel Pearl sgozzato dopo essere stato costretto a dire “sono ebreo, mia madre e mio padre sono ebrei”. Gli hanno tagliato la gola per questo e hanno filmato tutto i macellai arabi, come i nazisti filmavano la morte delle loro vittime, la’ in Europa.

Penso alla moglie di Nir Lakrif, ucciso a 26 anni in Romania.

Penso a tutti i soldati ammazzati a 19, 20 anni mentre difendevano Israele.

Penso a Michael  Levin, arrivato da Filadelfia nel 2002, entrato nei paracadustisti e ucciso in Libano da hezbollah, aveva 21 anni. 

Penso a Shalhevet uccisa da un cecchino palestinese mentre stava in braccio al papa’ e giocavano in un parco. Aveva 6 mesi.

Penso a tutti i nostri bambini ammazzati, a quelli rimasti feriti per sempre nel corpo e nell’anima.

Penso a noi, popolo orfano.  Odiato per niente, ammazzato per niente.

La’ in Europa, odiati per millenni perche’ diversi, ammazzati a milioni perche’ diversi. Perche’ nessuno sopportava la nostra esistenza.

Ammazzati qui in Israele perche’ gli arabi  non sopportano la nostra esistenza.

Che destino! Il popolo ebraico in Europa non ha mai fatto del male a nessuno, pregava, studiava e faceva i mestieri che gli erano concessi, ligio alle leggi e fedele al Paese che lo ospitava, fedele anche se non gli erano riconosciuti i diritti civili.

Eppure ci hanno odiati fino a volerci annientare, fino a desiderare di vederci scomparire in toto, e molti ancora ci odiano anche se ormai in Europa siamo rimasti pochi.

Ogni anno la percentuale dell’odio antisemita aumenta nei vari paesi d’Europa.

Prima odiavano gli ebrei in quanto ebrei, oggi odiano gli ebrei perche’ esiste Israele.

Un motivo lo trovano sempre, questo e’ il segreto atroce dell’antisemitismo.   

Oggi in Israele suonera’ l’ultima sirena , alle 11 questa mattina, due minuti, e questa sera, fedeli al nostro destino di passare in un istante dalla disperazione alla felicita’, avra’ inizio la Festa.

Yom Hazmaut, la Festa dell’Indipendenza.

65 anni fa un popolo antico fondo’ nella sua Terra Perduta e ritrovata, sempre ricordata nelle preghiere,   la sua Patria e la chiamo’ col nome antico: Israele.

65 aqnni fa questo piccolo popolo Incomincio’ a parlare , ufficialmente, la sua antica lingua, l’ebraico.

65 anni fa, il 14 maggio del 1948, questo minuscolo paese , abitato da meno di 600.000 ebrei fu invaso da 6 eserciti arabi per essere distrutto.

6000 morti in pochi mesi ma gli ebrei vinsero sui 6 eserciti arabi armati fino ai denti.

Sappiamo cosa sarebbe accaduto se avessero perso la prima guerra di indipendenza.

Da allora abbiamo sopportato ancora odio, ancora guerre, ancora terrorismo, parte del mondo contro di noi che volevamo e vogliamo solo vivere in pace dopo tante tragedie.

Questo mondo che teme gli arabi, che trema di fronte all’Islam, che offre Israele come vittima sacrificale pur di blandire il Mostro fondamentalista islamico e  saziare la sua fame di odio e di morte.

I nostri vicini arabi ancora non sono rassegnati, hanno perso tutte le guerre, hanno ammazzato tanti piu’ ebrei che potevano ma ci vedono ancora qua, forti, vedono un Israele super sviluppato socialmente, economicamente e in tutti i campi della scienza, della medicina, della cultura , della tecnologia.

Il loro odio feroce li ha tenuti fermi al medioevo  mentre noi siamo un oasi di civilta’, benessere e democrazia in una regione dove arabi odiano arabi, dove arabi ammazzano arabi, dove esistono solo dittature e teocrazie, dove tutti gli arabi insieme odiano noi.

Abbiamo superato inquisizioni, odi, pogrom, Shoah, guerre, terrorismo e da tutto questo e’ nato, dal nulla, come un miracolo , Israele.

Piangiamo  con dolore e dignita’ i nostri morti e , insieme al loro ricordo e all’amore che ci hanno insegnato,  festeggiamo Israele e la Vita.

Buon Yom HaAzmaut a tutti!


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