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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Per il mondo Israele ha il diritto di difendersi, ma non può esercitarlo 19/07/2014
Per il mondo Israele ha il diritto di difendersi, ma non può esercitarlo
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana


        
Barack Obama              Papa Francesco


Boerge Bende, ministro degli Esteri norvegese

“Mentre stavo parlando con il Primo Ministro Netanyahu, a Tel Aviv stava suonando la sirena che annunciava l’arrivo dei razzi da Gaza”, ha dichiarato ieri Barack Obama, aggiungendo “ nessuna nazione può accettare che dei razzi vengano lanciati sul proprio territorio o che terroristi costruiscano dei tunnel al confine per entrare nel Paese.” Israele ha quindi il diritto di difendersi.
E come ci si può difendere da Hamas, una organizzazione terrorista che si è impadronita di Gaza nel 2007, con il preciso obiettivo di distruggere Israele ? Nessuno stato al mondo avrebbe avuto la pazienza che invece Israele ha avuto, nella illusoria convinzione che i ‘cattivi’ fossero nella Striscia e i ‘buoni’ nell’Autorità palestinese, dove comanda Abu Mazen, solo che l’Anp, invece fare la pace con gli ebrei ha scelto di allearsi con Hamas. I ragionamenti di buon senso, che dovrebbero essere condivisi da ogni persona per bene, vengono cancellati dalla efficace propaganda di Hamas, che piazza le rampe di lancio dei razzi nelle abitazioni private, ospedali, moschee, scuole, tutto perfettamente conosciuto dai mezzi di informazione, che però scompare di fronte alle immagini dei cittadini di Gaza che trovano la morte perché usati da Hamas quali scudi umani.
Secondo la coscienza occidentale Israele ha il diritto di difendersi a patto però di non metterlo in pratica, dovrebbe accettare le condizioni poste da Hamas – suicidarsi !- per ottenere il consenso delle anime belle. Vediamo i consigli che riceve:
- Barack Obama: “le operazioni di difesa, la distruzione dei tunnel, devono però ridurre al massimo le perdite fra i civili”. Obama raccomanda, ma non ricorda che i morti civili a Gaza – i bambini soprattutto- sono la carta vincente di Hamas.
- Papa Francesco: ha telefonato a Shimon Peres e a Abu Mazen, esprimendo “grande preoccupazione per il conflitto a Gaza” chiedendo a entrambe le parti “ di mettere fine alle ostilità per arrivare alla pace e alla riconciliazione”.  Nessun riferimento ad Hamas, i cui attacchi missilistici hanno provocato la risposta israeliana, secondo il Papa le responsabilità ‘di entrambe le parti’, quindi  equivalenti.
- Angela Merkel: pur difendendo il diritto di Israele alla difesa, invita le parti a lavorare per un ‘cessate il fuoco’ – ma non era Hamas ad averlo respinto ?-  e ad essere pronte a ‘dolorosi compromessi’. Naturalmente evita di entrare nel merito.
- Vladimir Putin: identiche affermazioni di Angela Merkel, un vero copia-incolla.
- Laurent Fabius: ministro degli esteri francese. Sta per arrivare nella regione per sostenere il cessate il fuoco e una tregua duratura- viene da chiedergli come l’ultima volta di due anni fa?- che ‘soddisfi le esigenze di sicurezza di Israele e sostenga l’economia palestinese’. Non manca la raccomandazione a Israele di evitare vittime civili. Hamas assente da ogni responsabilità, anche per Fabius.
- Boerge Brende: ministro degli Esteri norvegese, dopo aver sperimentato due giorni fa a Ashkelon,  l’effetto-sirena, una veloce corsa per ripararsi dai razzi in arrivo, l’ha già dimenticato, e condanna Israele per l’operazione-tunnel con le truppe di terra. Ha dichiarato “ una iniziativa inaccettabile, soprattutto dopo che era stato accettato il cessate il fuoco”. Che Hamas l’abbia invece respinto viene completamente ignorato.

Morale: non chiediamoci più perché cresce l’anti-semitismo, perché nessun media analizza mai il significato dell’odio contro Israele, perché non viene data voce a chi ne difende le ragioni. Non si tratta nemmeno più di una scelta ideologica, perché gli analisti non allineati nella condanna di Israele, anche se sono di sinistra non interessano. Alan Dershowitz, ad esempio, è di sinistra, ma ragiona, e questo è sufficiente perché nessun quotidiano riprenda i suoi articoli, nei quali analizza i pregiudizi e ne smaschera le finalità. Siamo tempestati da immagini televisive strappacuore, estrapolate dal contesto, di sicuro effetto, non conta niente se partono da presupposti che non rispettano la verità dei fatti,  si sprecano le vignette nelle quali il cattivo è sempre Israele, i crimini di Hamas non hanno lo stessa facile riproducibilità.
Ronald Lauder, presidente del Consiglio Mondiale Ebraico, ha dichiarato giovedì, che siamo nella stessa situazione degli anni ’30, quando gli attacchi indiscriminati contro gli ebrei e le loro istituzioni erano considerate negli stati democratici delle semplici turbative dell’ordine pubblico, come dire meno di niente, mentre invece erano l’annuncio di quello che poi sarebbe accaduto di lì a pochi anni. L’atmosfera è la stessa, solo un nome appare oggi, che non c’era negli ’30: Israele, ecco l’obiettivo da distruggere, come dicono gli slogan delle manifestazioni islamiste - e non solo – in Europa: ‘portiamo a termine il lavoro di Hitler’.


Angelo Pezzana

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