giovedi` 28 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






 
Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
<< torna all'indice della rubrica
Norvegia: i collaboratori dei nazisti 07/12/2013

Norvegia: i collaboratori dei nazisti
Manfred Gerstenfeld intervista Eirik Veum

(Traduzione di Angelo Pezzana)

Nella foto Eirik Veum

Eirik Veum è un giornalista norvegese, collabora a “Norvegian Broadcasting Corporation, NRK”

“Ho pubblicato tre libri per raccontare le mie ricerche sulla persecuzione degli ebrei e la collaborazione dei norvegesi con la Germania nazista durante l’occupazione nella seconda guerra mondiale.
Uomini e donne norvegesi hanno partecipato a vario titolo con le SS tedesche. I volontari furono 5.500, dei quali 852 vennero uccisi.

“ Nel mio libro  The Fallen (i caduti), uscito nel 2009, ho rivelato i nomi di coloro che vennero uccisi. I norvegesi nelle unità tedesche Waffen-SS e più tardi nei Sonderkommando (comando speciali) nell’Europa dell’Est, assistettero all’uccisione degli ebrei da parte degli ukraini e dei tedeschi, oltre a partecipare alla loro cattura. Ho scoperto un documento su come i norvegesi, dopo aver scoperto un ebreo nascosto in una casa, lo avevano trascinato in strada, dove venne poi ucciso, ma l’esecutore è rimasto sconosciuto. Dopo aver letto il mio libro, Efraim Zuroff, direttore del Centro Simon Wiesenthal in Israele, ha cercato di verificare se i norvegesi avevano partecipato personalmente nelle uccisioni. “

 Tutti e tre I libri hanno avuto una buona diffusione, e le reazioni sono state varie. Alcuni storici hanno affermato che i miei argomenti avrebbero dovuto essere trattati da uno storico, non da un giornalista. Ma allora perché in settant’anni nessun storico ha mai svolto una ricerca ? Alcuni famigliari dei collaborazionisti non hanno avuto problemi sul fatto che avevo rivelati i nomi di loro parenti, ritenevano che la verità dovesse essere conosciuta, per quanto spiacevole fosse. Ritenevano infatti che la responsabilità è personale. Altri dissero che avevo disonorato le loro famiglie, avendo rivelato i nomi. Altri ancora dissero che la collaborazione con i nazisti aveva disonorato il loro nome. Il dibattito fu profondo, e riaffiorò dopo l’uscita dei miei due libri successivi, che provocarono aspre discussioni centrate più sulle persone dei collaborazionisti che non sulle loro azioni.

“ Nell’ottobre 2013, un norvegese, oggi di 91 anni, volontario nella divisione SS Viking, formata da collaborazioni provenienti dai paesi occupati dai nazisti, disse in una intervista a NRK che lui, insieme ad altri soldati, avevano radunato centinaia di prigionieri ebrei in Ukraina dentro una chiesa, di averli bruciati vivi mentre loro stavano a guardare. Era la prima volta che un volontario norvegese ammetteva pubblicamente di aver partecipato in un crimine di guerra.

 “ Il mio secondo libro, Merciless Norvegians- The State Police (Norvegesi spietati- Lo Stato di polizia) uscì nell’ottobre 2012. Come dice il titolo, era una ricerca su come la Polizia di Stato norvegese aveva collaborato con la Gestapo. Il Dipartimento di Giustizia norvegese aveva infatti schedato tutti gli ebrei norvegesi, identificati da un timbro speciale sui documenti personali. La Polizia di Stato, con tanto di uniformi ufficiali, arrestò prima gli uomini nell’ottobre 1942, riunendoli in un campo di prigionia, controllato da guardie norvegesi, spesso resisi responsabili di atti di feroce crudeltà.

“ I beni degli ebrei arrestati vennero requisiti e qualche volta rubati dalle stesse forze di polizia. Dopo un mese, toccò a donne e bambini ad essere arrestati dalla Polizia di Stato, che trasportò tutti i 771 ebrei nel porto di Oslo, dove vennero consegnati ai tedeschi, portati sulla nave Donau, con destinazione Stettino in Germania. Furono tutti uccisi, tranne 34 che riuscirono a sopravvivere.

“ I Tedeschi misero in prigione alcuni norvegesi nazional-socialisti perché giudicati troppo crudeli. Appartenevano alla Polizia di Stato e uccidevano i partigiani senza alcun processo. Quando uscì il mio libro, alcuni storici, così come i famigliari di questi criminali, volevano denunciarmi perché avevo pubblicato informazioni private, ma i miei avvocati li hanno convinti a non farlo.

 “ Il mio terzo libro Merciless Norbegians-Hird è uscito nell’ottobre 2013, una ricerca sulla organizzazione paramilitare Hird, fondata dal Partito Nazista Norvegese Nasjonal Samlung nel 1933. I suoi membri erano meno di 30.000, alcuni molto giovani, la loro attività era arrestare gli ebrei sul territorio nazionale insieme alle SS. Dopo l’arresto spesso seguiva il furto di beni appartenuti agli ebrei.

 “ Nei sei campi di prigionia in Norvegia, sorvegliati dagli affiliati a Hird, i tedeschi portavano partigiani yugoslavi insieme a civili, riservando loro condizioni disumane, fucilavano per proprio piacere, rinchiudevano senza cibo i prigionieri insieme ai topi, e questi ultimi, affamati, sbranavano sino a ucciderli i prigionieri. I tedeschi, dopo dieci mesi, allontanarono i norvegesi dal campo per la loro eccessiva crudeltà.

“ Dopo la guerra, quei norvegesi che avevano commesso atti criminali, ed erano stati riconosciuti dai membri della resistenza, furono condannati a lunghe pene detentive. Dato però che soltanto pochi furono gli ebrei sopravvissuti, i norvegesi che avevano commesso crimini contro di loro, non vennero mai identificati. Alcune proprietà ebraiche rubate non vennero mai restituite e sono ancora nelle mani di famiglie norvegesi”

Veum conclude “ E’ probabile che vi siano stati più collaborazionisti norvegesi che partigiani, per cui molto rimane da ricercare. Credo che alcuni criminali siano ancora vivi, e che non siano mai stati perseguiti per i crimini che hanno commesso”

 

Manfred Gerstenfeld è presidente emerito del  “Jerusalem Center for Public Affairs” di Gerusalemme. Ha pubblicato più di 20 libri. E’ stato di recente ristampato il suo libro “ Israel’s New Future” con una nuova introduzione e il nuovo titolo di “Israel’s New Future Revisited”.
Il suo nuovo libro può essere acquistato su Amazon


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT