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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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L’Egitto in fiamme 04/08/2012

L’Egitto in fiamme
Analisi di Zvi Mazel
(Traduzione di Angelo Pezzana)


Zvi Mazel                  Mohamed Morsi

La lotta fra i leader, indecisi, continua, tra richiami giuridici e colpi bassi. Entrambe le parti segnano dei punti a proprio vantaggio, ma è ancora troppo presto se alla fine saranno i generali o i Fratelli Musulmani ad averla vinta. L’Alta Corte ha dichiarato conforme alla Costituzione la dichiarazione costituzionale promulgata dalla Giunta, ma ha rinviato a settembre la decisione che deve sancire la legalità dell’assemblea consituente. Nell’attesa, l’assemblea boicotta e redige una serie di articoli dalla forte connotazione islamica, che affermano la superiorità assoluta del potere civile nel quale l’esercito è subordinato al presidente ; non nasconde quindi il suo obiettivo, finire la redazione della costituzione per sottoporla a referendum prima che l’Alta Corte la blocchi. Effettivamente, non si vede come l’Alta Corte, una volta che la costituzione fosse approvata da un referendum, potrà prendere una decisione contro la volontà popolare espressa democraticamente. Per il momento la Giunta, che si è data il potere di intervento nella redazione della costituzione, non prende iniziative, senza lasciar capire se attende il momento giusto oppure si appresta a gettare la spugna.

Dopo molte tergiversazioni, il presidente Morsi ha scelto il Primo Ministro incaricato di prendere in mano il destino del paese. E’ un tecnocrate semi sconosciuto , ma vicino ai Fratelli Musulmani. Hisham Candeel si è circondato di ministri tecnocrati o appartenenti ai Fratelli Musulmani, alcuni fanno anche parte di entrambi. Ciò nonostante è un generale che è diventato Ministro dell’Interno, mentre il Maresciallo Tantawi mantiene il suo incarico di Ministro della Difesa. solo due le donne, delle quali una copta su 35 ministri. Il nuovo governo inizia senza infamia e senza lode.

Nel frattempo il Ramadan, con quel che comporta, esaspera un popolo che non ce la fa più ad attendere che la sua sorte migliori. Il caldo ha raggiunto temperature altissime, causando problemi all’elettricità e ai rifornimenti idrici, insopportabili per decine di milioni di egiziani che digiunano dal mattino alla sera. La benzina si trova con difficoltà , come anche il gas. Senza quella preziosa bombola , indispensabile per cucinare in un paese dove il gas di città è disponibile solo per una ristretta fetta di popolazione, è impossibile preparare la cena che segna la fine di una lunga giornata di digiuno. Nelle lunghe file di attesa sotto il sole a picco, si riscaldano anche gli animi. La scorsa settimana ci sono stati 5 morti durante una lite fra chi faceva la coda, tutti hanno i nervi a fior di pelle e anche il minimo incidente può trasformare la strada in un campo di battaglia. Ecco alcuni esempi dalla stampa egiziana:Nell’Alto Egitto alcuni soldati importunano delle donne ed è tutto il villaggio che si rivolta contro le forze di sicurezza, i soldati rispondono sparando, risultato 4 morti. In pieno centro al Cairo, un individuo , armato di coltello, entra nel lussuoso immobile « Tour du Nil » e chiede denaro. Un poliziotto interviene e spara, uccidendolo. Scoppiano incidenti, guerriglia, negozi danneggiati, auto incendiate. L’ordine viene ristabilito, ma nella notte riprendono gli attacchi. Gli arresti aumentano, finchè un diluvio di gas lacrimogeni si abbatte negli androni sono si sono ammassate intere famiglie. La situazione peggiora sempre di più le tensioni intercomunitarie, tanto che gli estremisti musulmani e i salafiti sono convinti di avere il vento in poppa. I copti ne pagano il prezzo. Nella vasta periferia del Cairo un lavandaio brucia per sbaglio la camicia di un cliente musulmano, volano gli insulti, in toni salgono, il quartiere è in rivolta : bilancio un morto e decine di feriti. Più grave ancora, delle famiglie copte sono pregate, senza nemmeno traslocare, di lasciare le loro case e cercare un rifugio altrove. Il presidente Morsi ha lanciato un appello alla calma promettendo di far rispettare la legge, ma sono promesse al vento, sono mesi che l’insicurezza aumenta. I ricchi assumono guardie del corpo per accompagnare i figli a scuola dopo una serie di rapimenti finalizzati al pagamento di un riscatto. Le aggressioni verbali e fisiche contro le donne sono moneta corrente. Gli ospedali sono obbligati a chiudere le porte a chiave per difendersi da trafficnati armati alla ricerca di droga.Mentre i turisti, risorsa vitale per milioni di egiziani , si fanno sempre più rari. I commercianti di Khan el Khalili, l’immenso mercato centrale del Cairo, sono per la prima volta usciti dai loro negozi per manifestare nelle strade. Come sempre, c’è chi cerca un capro espiatorio. L’America, ceratmente, ma soprattutto Israele. A una televisione viene l’idea di invitare delle personalità, presentandosi come una stazione televisiva tedesca ; una volta in studio gli viene ‘rivelato’ che si tratta invece di una televisione isrealiana. Pazzo di rabbia, un attore si getta sulla giornalista, la picchia e la getta a terra… Altro esempio : il presidente israeliano Shimon Peres aveva inviato al presidente Morsi gli auguri per il Ramadan, e l’ambasciata egiziana a Tel Aviv gli fa avere in via ufficiale la risposta cortese del presidente egiziano. La pubblicazione di questa notizia provoca un tale scandalo nella stampa egiziana che il portavoce della presidenza egiziana smentisce che sia mai stata inviata !

Ma questo fine settimana ha comunque portato tre buone notizie.Un accordo concluso, finalmente, con la Banca Mondiale presterà denaro all’Egitto con un lungo tempo per la restituzione e a un tasso molto basso ; l’Egitto ha vinto una medaglia d’argento, categoria spada, alle Olimpiadi ; infine, e ancora più di rilievo per le masse, il nuovo Ministro dello Sport ha permetterà nuovamente lo svolgimento delle partite di calcio, interrotte dopo i sanguinosi incidenti che avevano causato dozzine di morti a Suez qualche mese fa.

Zvi Mazel è stato ambasciatore in Egitto, Romania e Svezia. Fa parte del Jerusalem Center fo Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta


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