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Ugo Volli
Cartoline
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Accuse ridicole e contropotere "profondo" 09/08/2017
Accuse ridicole e contropotere "profondo"
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: Benjamin Netanyahu

Cari amici,

il nodo giudiziario intorno a Netanyahu si stringe ancora di due tacche, benché in maniera piuttosto grottesca. La prima tacca o vicenda è questa: una sezione della Corte suprema (non l'intero consesso, quindi un appello è ancora possibile), ha annullato ieri la decisione del 2016 della corte di appello che annullava l'ordine del 2015 di un giudice al primo ministro di consegnare a un giornalista ostile che lo aveva richiesto l'elenco delle date delle sue telefonate con Sheldon Adelson, il proprietario del giornale Israel Hayom, fra l'altro cittadino americano, perché l'interesse pubblico di conoscere queste date supererebbe la tutela della privacy di Netanyahu e Adelson (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=44457). Provate a pensare se un tribunale Italiano obbligasse Monti o Letta a dire quando come Presidenti del Consiglio hanno parlato col proprietario del Corriere della Sera o Renzi con quello dell' Unità, e capirete la pericolosa assurdità della faccenda. Il giornalista sostiene che non gli importa di conoscere i contenuti delle telefonate, ma che vuol confrontare le date con i titoli del giornale...

La seconda tacca o vicenda è francamente piuttosto buffa. Sembra che l'Avvocato Generale dello Stato (carica cruciale in Israele, che rappresenta tanto il consigliere giuridico del governo, quanto il guardiano della legalità dei suoi atti e in un certo senso il giudice istruttore degli alti gradi dello stato, quello che per esempio ha il potere di rendere effettiva una loro incriminazione richiesta dalla polizia) abbia deciso di mandare a processo la moglie di Netanyahu, Sara. Per non mescolare le mie impressioni, come sempre un po' troppo sarcastiche, vi riporto la cronaca della possibile incriminazione apparsa sul Jerusalem Post (http://www.jpost.com/Israel-News/Attorney-General-is-expected-to-indite-Sara-Netanyahu-501837).

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"Sara Netanyahu è sospettata di frode e di violazione della fiducia legata all'abuso di fondi pubblici per soddisfare le sue spese della casa [ufficiale del Primo Ministro...] La prima colpa di cui è sospettata è di aver usato privatamente un elettricista senza aver fatto un appalto e di aver pagato il suo conto con fondi statali. Il secondo crimine è l'uso improprio di fondi statali per la cura medica del padre anziano [ricoverato negli ultimi giorni della sua vita nella casa ufficiale dove vivono]. Il terzo è quello di aver acquistato mobili da giardino per il Palazzo del Primo Ministro, trasferendoli poi nella residenza privata di Netanyahu a Cesarea. Il quarto è esagerare le spese del pasto presso la residenza ufficiale del Primo Ministro. [...] Il canale 10 [della televisione israeliana] ha segnalato lunedì che la polizia ha sospettato che 11.000 shekel [circa 2000 euro, dato che si sta parlando del 2011] di cibo siano stati recapitati alla Residenza del Primo Ministro, anche se le ricevute dicono che il cibo era destinato all'Ufficio del Primo Ministro. Questo tipo di azione è vietato perché il residence del Primo Ministro ha uno chef, e il cibo non dovrebbe essere ordinato e pagato con fondi statali. La famiglia Netanyahu ha rilasciato la seguente risposta: "Yair Netanyahu [il figlio maggiore] è vegetariano, Avner [il figlio più giovane] e la signora Netanyahu non mangiano mai carne e il primo ministro non consuma cibo di migliaia di shekel di bistecche. Sarebbe interessante scoprire la parte di chi amministrava la casa in questi ordini dal 2011."

Un elettricista, dei mobili da giardino, un conto della spesa eccessivo... aggiungiamoci pure le telefonate con il proprietario di un giornale e magari i regali di sigari e vino di cui vi ho parlato ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=67213). Tutto un po' grottesco. Ma basta questo a far decollare l'idea di un'era "post-Netanyahu", cui i partiti dovrebbero concorrere e gli elettori rassegnarsi (http://www.jpost.com/Israel-News/Benjamin-Netanyahu/Analysis-Is-Likud-ready-for-the-post-Netanyahu-era-501881). In realtà Bibi si dice ben sicuro di uscire vincitore dalla scontro perché "non ha nulla da temere" (http://www.jpost.com/Israel-News/Netanyahu-I-wont-be-toppled-I-have-nothing-to-fear-501847).

E' chiaro che la corruzione pubblica va punita, perché non danneggia solo gli interessati (i concorrenti del corruttore che sono ingiustamente superati, in generale i cittadini che non hanno il servizio che potevano ottenere se il mercato fosse stato lasciato funzionare regolarmente, o ce l'hanno a un prezzo esagerato e incongruo). Dunque, lo ripeto, se c'è davvero stata corruzione, per esempio se davvero l'ultima fornitura di sottomarini tedeschi a Israele è stata irregolare, è giusto eliminare il marcio con la massima severità, com'è stato fatto nel caso dell'ex primo ministro Olmert.

Ma c'è anche un'altra ipotesi, quella contenuta nella testimonianza di un ex ministro della giustizia, Daniel Friedmann (https://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Friedmann), autore di un libro intitolato "La borsa e la spada: i processi della rivoluzione legale di Israele", che è citato in questo interessante articolo sul processo Netanyahu: http://www.israelhayom.com/site/newsletter_opinion.php?id=19631.

"I poteri dell'ufficio del procuratore statale e dell'avvocato generale sono sulla scala di uno stato di polizia" ha scritto Friedmann. Ha anche scritto sulla paura di queste due entità tra i ministri del governo. L'ex commissario della pubblica amministrazione di Israele Shmuel Hollander è citato così nel testo: "Pensa a questo: a un ministro che si trova ad affrontare un'inchiesta o una indagine in corso viene chiesto di votare su una determinata risoluzione durante la riunione settimanale di gabinetto. Può votare pro o contro l'ufficio del procuratore statale: è tenuto in ostaggio, il voto contro l'ufficio del procuratore statale o l'avvocato generale richiede grande coraggio e può equivalere al suicidio. Una volta facevo parte di una commissione speciale incaricata di selezionare potenziali avvocati statali. Molti funzionari dell'ufficio del procuratore statale hanno testimoniato davanti alla commissione e ci hanno detto che varie indagini contro i ministri restano aperte anche se tutti sanno che non c'è nulla da indagare. Sentendo queste parole, ci siamo agitati con disagio nei nostri posti."

Insomma, bisogna tener conto che l'apparato giudiziario ha degli interessi corporativi da difendere e soprattutto, come altri pezzi di "stato profondo" (lo Stato Maggiore dell'Esercito, i servizi segreti, l'amministrazione civile di Giudea e Samaria), ha un'ideologia marcatamente di sinistra che vent'anni di predomionio elettorale della destra non sono riusciti a cancellare (è questo, forse, il maggiore fallimento politico di Netanyahu) e sono abituati a difendere e cercare di realizzare le loro idee senza badar troppo alle maggioranze parlamentari, anzi contrastandole coi loro poteri. Non dico che sia per malvagità o egoismo, è una spinta ideologica quella che motiva l'azione e le prese di posizione di giudici, generali, dirigenti dei servizi, non solo dopo la cessazione del servizio. Per fare solo un esempio recentissimo, lo stesso avvocato generale da cui dipende in ultima istanza il rinvio a giudizio di Netanyahu, sta cercando di bloccare in tutti i modi una legge dello stato su cui non è d'accordo, quella recentemente approvata che consente l'esproprio per pubblica utilità e con compensazioni economiche delle terre occupate dagli insediamenti in Giudea e Samaria (http://www.jpost.com/Israel-News/Mandelblit-asks-for-injunction-against-seizure-of-Palestinian-property-501859).

Questo contropotere "progressista" e "pacifista", perfino "socialista" dello stato profondo spiega molte cose della politica israeliana degli ultimi vent'anni. Bibi Netanyahu è sempre stato molto accorto e prudente nei suoi confronti. Ma ora pare che la battaglia aperta sia cominciata, e non per sua scelta.

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http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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