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Ugo Volli
Cartoline
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Lupi solitari? 09/12/2015
Lupi solitari?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: Mehdi Nemmouche

Cari amici,

vi dice qualcosa il nome Mehdi Nemmouche? No? Solo una vaga aria araba per via del nome e francese per via della scrittura con la e muta finale (gli anglofoni avrebbero scritto “Nammush”)? No? Sic transit gloria mundi... e pensare che un anno e mezzo fa questo tipo era famoso, anzi famigerato... Bene, questo Nammush è effettivamente Nemmouche, cittadino francese, in quanto nato a Roubaix (quelli che sostengono lo jus soli farebbero bene a pensare a casi come il suo. Il 24 maggio dell'anno scorso Nemmouche è sceso da una macchina davanti al museo ebraico di Bruxelles, è entrato nell'edificio, ha ammazzato con grande professionalità e calma tre persone, due turisti isareliani ed è scappato, per essere poi catturato fortunosamente a Marsiglia il 30 maggio per un controllo antidroga della polizia del pullman su cui viaggiava, dove si scoprirono le armi che si portava dietro. Strano arresto... Di questa storia vale la pena di ricordare un tweet disgustoso (e assai rivelativo, per quelli che si illudono che sia una persona di dialogo, in cui Tarik Ramadan suggeriva che i due fossero stati l'obiettivo di Nemmouche (che evidentemente invece non poteva sapere che si sarebbero avviati in quel momento all'uscita del museo) in quanto “lavoravano per i servizi israeliani (ma erano solo impiegati pubblici come tanti). Se volete un racconto interessante e approfondito di questa storia, di cui a suo tempo IC ha parlato esaurientemente, vi consiglio questo bell'articolo: http://www.tabletmag.com/jewish-news-and-politics/178958/frances-toxic-hate-1-nemmouch.

Una cosa però di Nammouche non si sapeva. Sì, che era stato “combattente straniero” con lo Stato Islamico in Siria, che era noto per questo ai servizi francesi. Ma non lo si era messo in rapporto con Abdelhamid Abaaoud. Vi ricordate almeno chi è costui? E' una storia molto più recente... Già era il capo della cellula islamista eliminata a Saint Denis il 18 novembre, dopo essere stato uno degli organizzatori degli attacchi che hanno insanguinato Parigi il giorno prima; sembra che abbia organizzato e guidato anche gli attacchi del gennaio scorso contro Charlie Hebdo e HyperChasher. (https://it.wikipedia.org/wiki/Abdelhamid_Abaaoud). Anche lui reduce dalla Siria, ben addestrato dallo Stato Islamico. La cosa che non sapevamo è questa: Nammouche conosceva bene Abaaoud, era un suo subordinato, anche l'attentato al museo di Bruxelles fu organizzato dalla sua rete. Nessun lupo solitario, come sostenne allora la polizia, terrorismo islamico ben determinato (http://www.tabletmag.com/jewish-news-and-politics/195425/stop-mass-casualty-attacks).

Non è un caso isolato. E' una storia vecchia. Nell'articolo che vi ho appena citato si parla anche dell'omicidio di Rabbi Meir Kahane avvenuto giusto 25 anni fa. In piena epoca delle illusioni di Oslo Kahane fu il solo deputato del parlamento israeliano a essere espulso e impedito poi a ricandidarsi per “razzismo”, avendo detto cose che oggi sono abbastanza chiare, come l'impossibilità della “pace”; nel 1990 a New York fu ucciso dopo un comizio da Sayyid Nosair, un cittadino americano di origini egiziane, che faceva parte della rete di Omar Abdel-Rahman, lo “sceicco cieco”. Nosair fu difeso con grande efficacia da un'ottima difesa pagata da un benefattore che si chiamava Osama Bin Laden e fu incredibilmente condannato per assalto a mano armata e non per omicidio. Tre anni dopo la rete di Abdel-Rahman fu coinvolta nel primo tentativo di abbattere le Twin Towers, con l'uso di esplosivi nel garage sotto gli edifici. Altri sette anni dopo Bin Laden organizzò l'attentato che tutti conosciamo.

Poteva essere bloccato Abdelhamid Abaaoud prima che compisse gli attentati di Parigi? Probabilmente sì, se si fosse dato peso al suo legame con Nemmouch? Probabilmente sì. E potevano essere fermati anche Abdel-Rahman e Bin Laden? E' probabile, soprattutto se si fosse capito che erano dei terroristi e non dei poveri cittadini offesi da un presunto razzista. Il che non significa naturalmente che tutto il terrorismo possa essere prevenuto in questa maniera. Ma certamente la polizia e i servizi francesi sono stati riluttanti o incapaci di fare il loro mestiere. Perché anche Mohammed Merah, l'assassino della scuola ebraica di Tolosa, era ben noto. Bisogna anche aggiungere che non possiamo conoscere tutti gli attentati che l'azione paziente di investigazione delle polizie ha impedito arrestando e espellendo chi li ha progettati. E che al contrario vi sono casi in cui la magistratura, soprattutto quella italiana, ha buttato via per garantismo formalistico, e magari per ideologia, indagini importanti. E' successo così di recente a Merano (http://www.iltempo.it/cronache/2015/11/19/terrorismo-merano-arrestati-dalla-procura-di-roma-scarcerati-dai-pm-di-trento-1.1480858), a Bardonecchia (http://www.corriere.it/cronache/15_novembre_28/afgano-arrestato-confine-italiano-aveva-foto-decapitati-telefonino-a9ac6744-95b8-11e5-92c5-a69ccd937ac8.shtml) a Bari (http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/terrorismo-arrestato-a-bari-iracheno-2336600/, http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/23/bari-una-decina-di-potenziali-terroristi-transitati-dal-porto-dda-apre-inchiesta/2246170/), per non parlare di quel caso Abu Omar a Milano in cui sono stati incriminati - contro la legge, come ha poi stabilito la Cassazione - i dirigenti dei servizi segreti italiani che avevano collaborato con la Cia nel rimandare a casa senza processo un imam egiziano sospetto di terrorismo, Abu Omar (https://it.wikipedia.org/wiki/Caso_Abu_Omar).

Sono storie intricate, che varrebbe la pena di approfondire. Quel che è chiaro è che la magistratura italiana spesso non ha applicato nei confronti del terrorismo islamico lo stesso zelo che aveva mostrato al tempo delle Brigate Rosse; e che lo stesso vale per molti organi di sicurezza europei (non quelli italiani, a quanto si sa), che non hanno preso sul serio gli attacchi agli ebrei come avrebbero potuto fare, prevenendo altri atti di terrorismo. Forse perché condividevano la pazzesca (per non dire criminale) distinzione del segretario di stato americano Kerry cui di recente, contrapponendo gli attacchi terroristici a Parigi di novembre e di gennaio è sfuggito di dire che: "È qualcosa di diverso da quello che è accaduto a Charlie Hebdo e credo che lo pensino tutti. Allora, c'è stata una sorta di focalizzazione particolare e forse anche una legittimità in termini di..., non una legittimità, ma una logica da poter accettare e dire, va bene, sono davvero arrabbiato per questo e quello. Questo venerdì non è stata veramente fatta alcuna discriminazione.” Insomma ammazzare disegnatori ed ebrei è logico, gli altri no... (http://it.gatestoneinstitute.org/7010/lezione-attentati-parigi). Al di là di ogni considerazione etica, il problema è che gli attentatori sono gli stessi e quasi sempre non sono “lupi solitari” ma membri di reti bene organizzate e motivate. Permettere alle forze dell'ordine di smantellarle è questione di vita o di morte.

Immagine correlata
Ugo Volli


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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