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Non c'è articolo sull'Espresso che affronti il problema israelo-palestinese che non sia sfacciatamente (e maldestramente) a favore di questi ultimi. Poiche la scelta di campo contraddistingue anche La Repubblica (stessa proprietà) non sarebbe male se qualcuno,nel mondo che conta,cominciasse a chiederne conto al proprietario, l'ing.Carlo De Benedetti.Gli affari sono affari e il denaro non ha odore.Ma c'è un limite. Qui non c'entrano l'indipendenza dei direttori o delle redazioni. E'una scelta che da decenni marca i giornali del gruppo in modo nettissimo. E non ci si venga a dire che la proprietà (in ogni giornale) non mette naso nelle scelte editoriali. Si può essere ingenui ma non fino a questo punto. Nel numero dell'Espresso di questa settimana (n°5, 31.1.2002) Dina Nascetti, sotto il titolo "Come ti sbriciolo la Palestina" scrive, come sua abitudine,con lo sguardo rivolto unicamente verso le tesi palestinesi. Ogni parola,ogni riga stravolge la verità dei fatti, per orientare il lettore contro Israele. I soldati che cercano i terroristi "hanno ricevuto l'ordine di sparare e uccidere" (da chi l'avrà saputo la Nascetti ?). I terroristi palestinesi che invece uccidono i civili israeliani non sono chiamati con il loro nome, ma sono "militanti". Arafat viene descritto " confinato,umiliato,privo di libertà di movimento,con i carri armati puntati" e non si fa cenno alcuno alle moltissime responsabilità che nemici ma anche alleati gli rinfacciano nella maldestra conduzione della sua politica. Arafat è descritto come un eroe e Sharon come il suo crudele e potente nemico. Si citano da Israele solo le fonti da sempre ostili al governo, un po' come se un corrispondente straniero in Italia per descrivere la situazione italiana citasse Bertinotti e Agnoletto. Sharon "ha deciso di sbarazzarsi di Arafat" scrive l'Espresso,senza spiegare perchè Sharon,ma ormai non solo più lui ma tutto il mondo democratico occidentale (e oggi anche arabo) abbia perso fiducia nella capacità di Arafat di condurre seriamente il suo popolo verso un futuro di pace. "La lista delle occasioni mancate è lunga" conclude Dina Nascetti, ma sembra che le sia passata di mano solo quella che lei ritiene imputabile a Israele. Contro questo modo di fare giornalismo invitiamo i nostri lettori a scrivere all'Espresso la loro opinione. espresso@espressoedit.it |
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