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Libero Rassegna Stampa
15.09.2024 Missione dei capi di Hamas in Turchia
Cronaca di Andrea Morigi

Testata: Libero
Data: 15 settembre 2024
Pagina: 14
Autore: Andrea Morigi
Titolo: «Missione dei capi di Hamas in Turchia. Israele vuole isolare nord e sud di Gaza»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/09/2024, a pag. 14 con il titolo "Missione dei capi di Hamas in Turchia. Israele vuole isolare nord e sud di Gaza", l'analisi di Andrea Morigi.

Princìpi non negoziabili» e Destra -
Andrea Morigi

I capi di Hamas cercano un luogo sicuro dove fuggire. E stanno sondando la Turchia, il cui presidente Erdogan è anch'egli dei Fratelli Musulmani. Ma la Turchia non fa parte della Nato? E come può continuare a trattare con i terroristi come loro alleati?

L’ultima carta rimasta da giocare ai terroristi islamici palestinesi è la fuga. Dopo l’offerta di Israele di un salvacondotto a Yahya Sinwar per passare in Egitto con i familiari, i capi di Hamas provano a sondare il terreno per trovare una sistemazione più stabile e sicura.
L’Iran, vista la fine che ha fatto il 31 luglio scorso Ismail Haniyeh, fatto saltare in aria dal Mossad, non sembra in grado di garantire una protezione adeguata. Nemmeno il Qatar ne vuole sapere nulla, perché ne ha già abbastanza di ospitare Khaled Meshaal e vuole mantenere un ruolo nelle eventuali trattative per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora sotto sequestro.
Quindi, fra i Paesi musulmani amici non resta che la Turchia, almeno finché governa Recep Tayyp Erdogan, amico dei Fratelli Musulmani e della loro filiale di Gaza. Così ieri il capo dell'intelligence turca, Ibrahim Kalin, ha incontrato alcuni leader di Hamas a Ankara, ufficialmente per discutere dell’andamento dei negoziati per un cessate il fuoco a Gaza. Tra i temi affrontati anche quello delle misure da adottare per facilitare l’arrivo di aiuti umanitari nella Striscia. Le autorità turche, che non hanno rivelato i nomi dei loro interlocutori palestinesi, hanno lamentato «la posizione non conciliante di Israele nel quadro dei negoziati» e apprezzato «l’atteggiamento costruttivo e positivo di Hamas».
Intanto a Gaza, dopo aver perso il 90-95% delle capacità missilistiche, circa il 60% delle armi personali, almeno il 65-70% dei lanciatori anticarro e razzi e almeno il 50% dei combattenti, mentre «il 25% ha raggiunto una situazione che non tollera più, con uomini distrutti a livello mentale o fisico» - come indicava un documento dei combattenti palestinesi citato dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant- nei tunnel si patisce la fame.
Ieri le Idf hanno effettuato un attacco aereo contro un gruppo di agenti di Hamas in una sala di comando situata all’interno di un’ex scuola nella città di Gaza. Secondo l’esercito israeliano, Hamas avrebbe utilizzato la scuola Shuhada al-Zeitoun per pianificare e realizzare attacchi contro le truppe e il territorio di Israele. Attualmente la scuola funge da rifugio per gli sfollati di Gaza e i media palestinesi riferiscono che nell’attacco si sono verificate diverse vittime.
Per evitare di colpire la popolazione civile, l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione di diverse zone della città di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, dopo aver rilevato il lancio di due razzi contro la città israeliana di Ashkelon, che non ha causato vittime. Il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, ha fatto circolare una mappa delle aree colpite, affermando che «l’area specificata ha ricevuto numerosi avvertimenti» ed è una zona di combattimento pericolosa. Sono esclusi dagli ordini di evacuazione, ha chiarito Adraee, i centri medici della zona.
Lunedì scorso le forze israeliane avevano già ordinato l’evacuazione di diverse zone di Beit Lahia dopo aver rilevato il lancio di razzi.
Dall’inizio della guerra a Gaza, il 7 ottobre 2023, le forze israeliane hanno cercato di isolare il nord dal sud di Gaza, per il quale hanno costruito una lunga strada che divide in due l’enclave (il corridoio Netzarim) e di cui le truppe approfittano per lanciare incursioni.
Nello scorso luglio, Israele aveva ordinato l’evacuazione dell’intera zona settentrionale di Gaza City e aveva anche aperto due vie verso sud affinché i civili potessero spostarsi in una piccola «zona umanitaria» lungo la costa di Gaza. Il ministero degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che governa piccole parti della Cisgiordania occupata e potrebbe prendere il controllo di Gaza in un’ipotetica fase postbellica, ha messo in guardia ieri dai tentativi delle autorità israeliane di isolare il nord dell’enclave. La soluzione ci sarebbe. Se si decidessero a consegnare Siinwar e gli ostaggi.

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