Netanyahu: no a uno stato palestinese con esercito e alleato all’Iran Articolo da YnetNews
Testata: Informazione Corretta Data: 30 gennaio 2024 Pagina: 1 Autore: Articolo da YnetNews Titolo: «Netanyahu: Chi difende l’esistenza di Israele non può ipotizzare uno stato palestinese pienamente sovrano con tanto di esercito e alleanza militare con l’Iran»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo tradotto YnetNews del 28.01.24
Ci sono voluti nove mesi all’esercito americano per liberare Mosul dall’Isis, in Iraq, e Mosul è molto più piccola della striscia di Gaza, dove le Forze di Difesa israeliane stanno combattendo da quattro mesi. Lo ha ricordato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista sabato al Wall Street Journal, aggiungendo che la guerra contro Hamas “sta andando meglio di quanto molti si aspettassero”, anche se “abbiamo avuto giorni molto duri”.
E Musul, ha osservato Netanyahu, “non disponeva di un’imponente infrastruttura sotterranea per il terrorismo” come quella creata da Hamas a Gaza.
Nell’intervista, Netanyahu ha anche affrontato il dissidio con gli Stati Uniti sui progetti per Gaza nel dopoguerra e l’insistenza dell’amministrazione del presidente Joe Biden nel promuovere una soluzione “a due stati”.
Ribandendo la piena gratitudine per il forte sostegno di Biden nella guerra, Netanyahu ha sottolineato che, nonostante i disaccordi, anche gli americani concordano sul fatto che l’obiettivo della guerra è “distruggere Hamas”.
Ha poi aggiunto: “Chiunque sostenga (il diritto di esistere di) Israele e sostenga anche la soluzione a due stati deve porsi alcune domande. Sostiene che i palestinesi debbano disporre di un esercito (oltre alle forze di polizia che hanno già ndr)? La risposta ovviamente è no. I palestinesi dovrebbero essere in grado di importare armamenti? La risposta ovviamente è no. Dovrebbero poter stringere patti di alleanza militare con l’Iran? Naturalmente no. In qualsiasi accordo futuro, i palestinesi dovrebbero avere tutto il potere di governare se stessi e nessun potere di minacciare Israele”. In questo senso, Netanyahu ha ribadito la sua posizione secondo cui Israele deve mantenere il “controllo della sicurezza” sull’intera area a ovest della Giordania, Gaza compresa: “Ciò va necessariamente a detrimento della sovranità palestinese, ma qualsiasi futura soluzione a questo conflitto deve iniziare col riconoscere oggi questa realtà”.
Netanyahu ha anche ribadito la sua posizione secondo cui la pace con i palestinesi potrà realizzarsi solo dopo che sarà stata raggiunta la pace tra Israele e il resto del mondo arabo: “Il modo per arrivare alla pace – ha detto – è rivolgersi agli stati arabi e poi tornare dai palestinesi”.
Prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, Israele e Arabia Saudita erano sul punto di firmare un accordo per la normalizzazione dei loro rapporti. Allora Riad chiedeva concessioni ai palestinesi relativamente contenute come parte dell’accordo per il riconoscimento di Israele, mentre ora, stando a quanto riferito, l’Arabia Saudita ha accresciuto le richieste esigendo di vedere progressi significativi verso la creazione di uno stato palestinese.
Ciò nonostante, nell’intervista Netanyahu ha detto di ritenere che le possibilità di arrivare a un accordo con l’Arabia Saudita siano “buone” e ha promesso di continuare a portare avanti la questione: “Se faremo qualche progresso – ha detto – saranno necessarie consultazioni importanti e se vogliamo che queste abbiano successo, dovranno essere condotte con discrezione. Questo è esattamente ciò che è accaduto con gli Accordi di Abramo”.
A una domanda sul miglioramento delle relazioni tra Arabia Saudita e Iran, che l’anno scorso hanno riallacciato i rapporti diplomatici dopo anni di rottura, Netanyahu ha risposto: “Sono sicuro che nessuno a Riad si fa illusioni sulle ambizioni e sulle aggressioni dell’Iran”.
Netanyahu ha anche parlato delle relazioni con la Russia e ha ammesso che Israele è preoccupato per le implicazioni della cooperazione fra Mosca e Teheran. “L’Iran è diventato il principale fornitore di armi alla Russia, e siamo ovviamente preoccupati per una reciprocità da parte russa”. (Da: YnetNews, 28.1.24)
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