"Quando i terroristi palestinesi hanno tagliato la testa a mio figlio per venderla a 10.000 $"
Diario di guerra di Deborah Fait
Manifestante israeliana equipara giustamente l'ISIS a Hamas. Cosa che tanti occidentali stentano a capire.
I terroristi palestinesi catturati e interrogati dalle autorità israeliane hanno detto ”per ogni testa di soldato dell’IDF che avrebbero riportato indietro, sarebbero stati ricompensati con una casa e 10.000 dollari.” David Tahar, il padre di Adir, il soldato la cui testa è stata messa in vendita a Gaza, accoglie i giornalisti portando sul capo il berretto militare di suo figlio. Parla con orgoglio del figlio, ha gli occhi pieni di disperazione e di dolore, ma parla. Adir aveva 19 anni. 19 anni, capite? È l’età in cui tutti i ragazzi del mondo si divertono, vanno a ballare, pensano a quale facoltà scegliere all’università, fanno il filo alle ragazzine. I nostri ragazzi israeliani a 19 anni sono nell’esercito per difendere il paese che gli arabi palestinesi hanno deciso di eliminare per unirlo alla grande Umma islamica. Il 7 Ottobre 2023, i terroristi di Hamas si sono infiltrati nella base di Adir, lo hanno decapitato, ne hanno rubato la testa, portata a Gaza dove hanno tentato di venderla. Hanno filmato tutto, compreso il cadavere senza testa di Adir Tahar. L’hanno trovata i soldati in una borsa sportiva piena di palline da tennis in un frigo per gelati. Il padre continua a raccontare, Adir era molto intelligente, molto amato. A dieci anni si era messo in testa di adottare un suo amico che era rimasto orfano, purtroppo un’altra famiglia era in lista prima di loro, lo adottò e lo portò a vivere a Gerusalemme ma Adir non si staccò mai da lui e rimasero sempre come fratelli. Purtroppo quel maledetto giorno tutta la base era all’erta per pericolo di infiltrazioni, tutti si radunarono ma quando Adir ritornò in camera per raccogliere la sua attrezzatura venne in contatto con un gruppo di terroristi già entrati nella base. Fu la sua fine. Il messaggio di David al mondo è di capire con che cosa e con chi ha a che fare Israele. “Nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi è facile- dice- oggi sta succedendo a noi. Domani succederà a voi. Non aspettare che il 7 Ottobre arrivi negli Stati Uniti, a Parigi o in Belgio. Comprendilo subito. Non aspettare che succeda. È successo e succederà ancora se non tiri la testa fuori dalla sabbia”. Queste le sue parole piene di dolore. Il mondo non capisce, non sa, ha una tale ignoranza che crede alla propaganda nazi islamica, crede che Israele sia il cattivo. Crede che gli ebrei siano perfidi perché questo gli è stato insegnato nel corso dei secoli. Crede a quello che vede e cosa può pensare se, dopo le atrocità commesse dai palestinesi il 7 Ottobre, vede il cardinale Pizzaballa andare a messa con la kefiah sull’abito talare? Cosa può pensare il mondo dopo un gesto così ignobile? Cosa può pensare se il Papa non ha detto una sola parola dopo il pogrom, dopo le donne torturate, dopo i seni tagliati e usati a mo’ di palla. Cosa può pensare il mondo se il Capo della Chiesa non ha detto una parola sui bambini cotti nei forni di casa? Sui neonati rapiti? Le azioni e le reazioni di quanto accade in Occidente parlano chiaro: Israele è colpevole e i terroristi sono dei bravi ragazzi da proteggere contro l’esercito israeliano. Fra 5 giorni sarà il 27 gennaio, la Giornata della Memoria della Shoah. Temo che quella che è sempre stata la festa dell’ipocrisia, piangere sugli ebrei ammazzati e odiare quelli vivi, quest’anno si trasformerà in un sabba di odio.
Deborah Fait