Hamas: gli ostaggi? Morti Commento di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 16 gennaio 2024 Pagina: 15 Autore: Mirko Molteni Titolo: «La beffa di Hamas: «Gli ostaggi? Morti»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/01/2024, a pag. 15 con il titolo "La beffa di Hamas: «Gli ostaggi? Morti»" il commento di Mirko Molteni.
Ennesimo attentato terroristico in Israele. Silenzio totale da pacifisti e Onu. Come per gli ostaggi in mano a Hamas
Hamas ha plaudito all'attentato che ieri ha insanguinato la città israeliana di Raanana, dove una donna di 70 anni è stata uccisa e altri 17 civili sono stati feriti da due terroristi che hanno investito le vittime con automobili e le hanno anche accoltellate. I cugini Ahmed Zidat, di 25 anni, e Mahmoud Zidad, di 44 anni, hanno aggredito un automobilista con un coltello, rubandogli l'auto. Con la macchina hanno investito tre persone, poi scesi dal veicolo hanno rubato altre due automobili proseguendo a investire e accoltellare altri passanti.
Il furto della prima auto s'è verificato nella via Harushot Street, poi il ferimento del grosso delle vittime, fra cui 7 minorenni, si è avuto nell'affollata Ahuza Street. In Harushot Street c'è l'azienda d'autolavaggio presso cui i due palestinesi lavoravano in nero, da immigrati irregolari.
Il servizio di sicurezza Shin Bet ha arrestato i due cugini e anche il loro datore di lavoro.
Gli attentatori sono residenti a Bani Naim, vicino a Hebron, in Cisgiordania, e si trovavano illegalmente in Israele. Non era la prima volta che entravano nel paese senza documenti. In sostanza, erano immigrati clandestini recidivi.
Ecco perché il ministro Gideon Saar ha affermato che «ai lavoratori della Cisgiordania non deve essere più consentito l'ingresso nel paese».
Hamas non ha rivendicato direttamente l'attentato, ma lo Hamas ha diffuso un video in cui uno dei tre ostaggi mostrati in precedenti post, Noa Argamani, ha detto che gli altri due, Yossi Sharabi e Itay Svirsky «sono morti per i raid israeliani». Hamas scava nella piaga degli ostaggi mentre il premier Benjamin Netanyahu affronta proteste da parte dei parenti dei rapiti e dell'opposizione di Yair Lapid. Il gabinetto di guerra di Netanyahu ha approvato uno stanziamento extra da 55 miliardi di shekel (15 miliardi di dollari) per proseguire la guerra. E l'esercito ha annunciato che ritirerà dalla Striscia di Gaza una delle 4 divisioni attualmente sul campo. A Khan Yunis truppe della 98° Divisione hanno centrato un camion di Hamas che tentava di trasferire armi. Poi la 7° Brigata ha conquistato a Gaza City un posto di comando dei miliziani, catturando fucili, lanciarazzi ed equipaggiamento da sub.
Paracadutisti della 646° Brigata hanno occupato nel campo di Nuseirat una fabbrica di armi. Sul Mar Rosso, dai ribelli yemeniti Huthi, alleati di Hamas, sono arrivati nuovi lampi di guerra verso l'Occidente.
In mattinata gli Huthi hanno lanciato un missile da crociera mirando a una nave militare americana, il cacciatorpediniere Laboon. L'ordigno è stato però intercettato e abbattuto da un aereo da caccia USA, probabilmente un F/A-18 Super Hornet decollato dalla portaerei Eisenhower. Poi, dalla base di Hodeidah, gli yemeniti hanno tentato di sparare un nuovo missile all'indirizzo del traffico navale diretto al canale di Suez, ma l'ordigno è ricaduto nel loro territorio. Un terzo missile Huthi è invece andato a segno, colpendo la nave cargo Gibraltar Eagle, carica di ferraglia, a 180 km al largo dello Yemen, nel Golfo di Aden. Nave battente bandiera delle Isole Marshall, ma gestita dalla compagnia americana Eagle Bulk Shipping, che parla di danni limitati alla stiva.
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