Nazione nata dalla Shoah, che infamia Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 12 gennaio 2024 Pagina: 12 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Nazione nata dalla Shoah. Che infamia»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 12/01/2024 a pag.12 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "Nazione nata dalla Shoah. Che infamia"
"Cosa avete da dire in vostra difesa?", chiede il giudice del Tribunale Internazionale alle donne stuprate israeliane. Così la vignetta di Guy Morad ben rappresenta il grottesco processo all'Aja.
La Corte internazionale di giustizia ieri, comunque finisca, si è screditata agli occhi dell’opinione pubblica internazionale: tutti quelle vestaglie e parrucche non copriranno il fatto che per la prima volta ha accettato di discutere le accuse presentate contro un Paese democratico e liberale da un Paese corrotto che ha fornito il suo megafono a un’organizzazione terrorista. Lo scopo è politico: mettere in questione il diritto di Israele a combattere, a difendersi dall’attacco genocida di Hamas cui è stato sottoposto il 7 di ottobre. Nell’ombra, l’Iran e l’attivo impegno di Hezbollah. Russia, Somalia, Cina, tutta l’asse antioccidentale può, secondo la tradizione dell’ONU, votare perché Israele fermi la guerra e quindi si metta in moto il Consiglio di Sicurezza per obbligare Israele a ubbidire, costringendo così Biden a fare uso del veto, evento mortificante. Israele è in sé, come Stato ebraico, il contrario del genocidio: è la rinascita dal genocidio, l’ha subito con la Shoah. Dal 1948 ha cercato la condivisione trovando il rifiuto dei palestinesi. In questa guerra avverte i civili, fornisce i beni fondamentali, rallenta la guerra per evitare l’uccisione di innocenti. Ma l’alto numero dei morti è fornito dal ministero agli ordini di Hamas. 8500 sono gli armati di Hamas uccisi in guerra; i loro stessi missili fanno molte vittime. La dissonanza è immensa: sul confine le famiglie gridano con un megafono ai loro cari “ti amo, resisti” sperando che la voce voli a Gaza. Sul Daily Mail appaiono 4 ragazzine insanguinate, ostaggi come gli altri 132. Alla tv un eroe che fra ragazze e ragazzi violentati e smembrati ha salvato i sopravvissuti di Nova, racconta. Una madre torna nella stanza in cui le hanno ucciso il figlio. Alcuni soldati stanchi raccontano l’eroismo dei caduti. Questa è Israele oggi, dal 1948 la patria nata dopo la Shoah, subito assalita dagli arabi, in guerra contro il rischio genocida di Hamas, la patria dell’unico “Never Again” che non verrà distrutto dalla Corte internazionale di giustizia.
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