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Il Foglio Rassegna Stampa
09.01.2024 Francia: ondata antisemita
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 09 gennaio 2024
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «L’ondata antisemita in Francia e un film sulla “aliyah interna” (e verso Israele)»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/01/2024, a pag. 1, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo "L’ondata antisemita in Francia e un film sulla “aliyah interna” (e verso Israele)"
 
Informazione Corretta
Giulio Meotti

Manifestazioni antisemite travestite da pacifismo

Roma. Bellisha vive con sua madre Giselle, che si rende conto che sono gli ultimi ebrei nella loro città. Si convince che anche loro devono andarsene. Si tratta del film “L’ultimo degli ebrei” di Noé Debré, con Michael Zindel e Agnès Jaoui, che uscirà nelle sale francesi il 24 gennaio. Racconta il terribile fenomeno della “aliyah interna” in Francia, necessario a causa dell’antisemitismo nelle città, dove un ebreo su due consiglia ai figli di nascondere la propria identità per evitare aggressioni, rivela il Parisien. Nel grande dipartimento della Seine-Saint-Denis, le storiche comunità ebraiche come La Courneuve, Aubervilliers, Stains, Pierrefitte-sur-Seine, Île-de-France, Aulnay-sous-Bois, Le Blanc-Mesnil e Saint-Denis hanno i giorni contati. A Pierrefitte c’è stato un calo del 50 per cento in pochi anni.

A causa della sicurezza, in città come La Courneuve si è passati da 600-700 famiglie ebree a meno di 100. Questo il calo delle famiglie ebree in molti comuni: Stains da 250 a 50; Saint-Denis da 350 a 100; La Courneuve da 300 a 80; Le Blanc-Mesnil da 300 a 100; Pantin da 1.200 a 700; Rosny-sous-Bois da 300 a 200; Bondy da 300 a 100; Livry-Gargan da 200 a 130; Aulnay sous-Bois da 600 a 100 e Hauts-de-Seine da 400 a 80.

Intanto un forte aumento del numero di potenziali immigrati ebrei dalla Francia in Israele è stato registrato nell’ultima settimana, ha riferito l’Agenzia ebraica. Il numero di domande è aumentato del 450 per cento nel paese a tre mesi dal pogrom del 7 ottobre compiuto dai terroristi di Hamas nel sud di Israele. Il numero totale di immigrati diretti in Israele dalla Francia è di 1.200, rispetto ai 220 dello stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre, 1.300 famiglie hanno partecipato alle serate informative organizzate dall’Agenzia ebraica in Francia. Lunedì scorso i manifestanti pro Hamas hanno tentato di interrompere la fiera dell’Agenzia ebraica a Marsiglia.

In Francia ci sono città, come Grenoble, da cui metà della comunità ebraica è fuggita, mentre a Nizza, che ospitava la quarta più grande comunità ebraica, sono passati da 20 mila a cinquemila. A Lione, come ha detto il rabbino capo, “rimangono solo gli ebrei che sono troppo vecchi o troppo poveri per trasferirsi”. A Tolosa, gran parte della comunità ebraica è arrivata dopo la pulizia etnico-religiosa islamica del Nord Africa negli anni Sessanta e Settanta. Ciò da cui sono fuggiti li ha seguiti nel Midi-Pirenei e ora è il momento di ripartire. Centinaia di famiglie ebraiche hanno lasciato Tolosa e il presidente della comunità ebraica, Arié Bensemhoun, ha consigliato ai giovani di lasciare la città. Tolosa contava fino a 20 mila ebrei. Oggi sono rimasti in diecimila. Negli ultimi dieci anni, 60 mila dei 350 mila ebrei hanno lasciato l’Île-de-France. “In Francia, tra il 2000 e il 2017, 55.049 ebrei hanno fatto aliya in Israele, più che tra il 1970 e il 1999, periodo durante il quale 48.097 ebrei se ne sono andati” racconta nella rivista La règle du jeu lo storico Mark Knobel. Dal 1972, 106 mila ebrei francesi sono partiti per Israele. Prima del 2012, 500 ebrei lasciavano la Francia ogni anno. Nel 2021, 3.500 ebrei francesi sono emigrati in Israele (senza contare chi è partito per altri paesi). Un netto aumento rispetto alle 2.220 partenze nel 2019 e nel 2020. Più di 1.900 sono partiti per Israele nel 2012, altri 3.120 nel 2013. Nel 2014, in 7.200 hanno lasciato la Francia e 7.500 nel 2015. A una media di 3.500 ebrei all’anno, in una generazione scompariranno altri 100 mila ebrei.

Freddo Pachter afferma che nei suoi 17 anni di coordinamento dell’immigrazione di francofoni in Israele, non ha mai visto una domanda così elevata. “Alcune persone mi dicono che hanno paura di essere in Francia perché sono ebrei, e hanno tolto le loro mezuzah”, dice Pachter, riferendosi ai rotoli di pergamena affissi sugli stipiti delle porte delle case ebraiche. “E’ insopportabile vivere così, nascondere ogni segno di ebraismo quando nessuno si vergogna di dire che è cristiano o musulmano”. Cambia anche il tipo di immigrazione. “Di solito vediamo persone che vivono difficoltà professionali o sociali, che sono state licenziate o vogliono cambiare settore, ma questa volta abbiamo avuto ingegneri, medici e avvocati”, dice Freddo. “Queste non sono più persone che lasciano la Francia per problemi finanziari: la loro vita in Francia sarebbe più confortevole”.

Anche se infuria la guerra di Israele contro Hamas a Gaza, il flusso di immigrazione verso Israele non si è fermato. Dal 7 ottobre, più di tremila nuovi “olim” sono arrivati in Israele. Un aumento significativo nell’apertura di pratiche di immigrazione è stato registrato anche nelle grandi comunità ebraiche del Nord America. Negli Stati Uniti sono state aperte pratiche di immigrazione per 1.890 persone, con un aumento del 94 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In Canada si è registrato un aumento del 147 per cento.

Intanto, i figli dei capi dell’ebraismo francese sono già tutti in Israele. Joël Mergui, presidente del Paris Consistoire, l’organo dell’ebraismo francese responsabile delle funzioni religiose, rivela che tutti e quattro i suoi figli si sono trasferiti in Israele. Di Meyer Habib, ex parlamentare francese e vicepresidente delle comunità ebraiche, due dei quattro figli vivono in Israele. Il rabbino capo di Parigi, Michel Gugenheim, ha otto figli: tutti andati a vivere in Israele.

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