Dopo Gaza tocca al Libano Commento di Maurizio Stefanini
Testata: Libero Data: 09 gennaio 2024 Pagina: 14 Autore: Maurizio Stefanini Titolo: «Dopo Gaza tocca al Libano Ucciso boss di Hezbollah»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/01/2024, a pag.14 con il titolo "Dopo Gaza tocca al Libano Ucciso boss di Hezbollah" il commento di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
Dopo aver completato la distruzione delle infrastrutture di Hamas nel nord della Striscia Israele sposta l'offensiva nel sud di Gaza, annunciando che la guerra andrà avanti almeno «per tutto il 2024». Soprattutto, però, il conflitto su sta spostando verso il Libano, dove dopo l’uccisione la settimana scorsa a Beirut del vice capo di Hamas, Saleh al-Arouri, Israele ha sferrato un altro duro colpo nel Sud, colpendo a morte Wissam Hassan Tawi: un alto esponente della forza Rawdan, unità speciale del movimento sciita filo-Iran Hezbollah. L’auto sulla quale viaggiava è stata centrata nel villaggio di Majdal Selm, a circa 6 km dal confine.
GAZA QUASI DOMATA
Secondo il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, Hamas non opera infatti ormai più in maniera organizzata nel nord della Striscia di Gaza, anche se sono possibili ancora combattimenti sporadici e lanci di razzi verso lo Stato Ebraico da quest'area.
Al sud, spiega sempre Hagari, le forze israeliane opereranno in maniera diversa dal nord, dove interi quartieri sono stati rasi al suolo da bombardamenti e combattimenti di terra. Il portavoce dell’Idf ha sottolineato che, dall'inizio del conflitto, sono stati uccisi 8000 combattenti di Hamas. I campi profughi presi ora di mira dai militari sono pieni di uomini armati e sotto Khan Yunis è stata scoperta «una città sotterranea di tunnel».
«Combatteremo a Gaza tutto l’anno, questo è sicuro», ha previsto il capo di stato maggiore israeliano Herzl Halevi, durante una riunione al comando centrale delle forze di difesa israeliane. Ma secondo lui il 2024 sarà «un anno impegnativo» soprattutto in riferimento al conflitto con Hezbollah al confine nord. Ricorda infatti che è stata la milizia sciita libanese a decidere di avviare le ostilità e che l'Idf gli sta «facendo pagare un prezzo sempre più alto». Se ci sarà una guerra anche con il Libano, sapremo farla «in modo eccellente», ha assicurato.
Il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant ha intanto incontrato rappresentanti delle famiglie degli ostaggi, e a sua volta ha assicurato loro che l'attività militare a Gaza non cesserà fino a quando non saranno liberate tutte le persone rapite da Hamas. I combattimenti «aumenteranno la pressione su Hamas e aiuteranno la liberazione degli ostaggi».
Intanto il segretario di Stato Usa Blinken è tornato nella regione, proprio con l’obiettivo dichiarato di cercare di evitare le “metastasi” della guerra per l'intera regione. Incontrando le truppe di stanza sul confine settentrionale, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha assicurato che farà di tutto «per ripristinare la sicurezza nel Nord» e consentire ai residenti al confine con il Libano di tornare a casa. «Naturalmente preferiamo che ciò avvenga non con una vasta campagna, ma questo non ci fermerà. Abbiamo dato loro un esempio di ciò che sta accadendo ai loro amici del Sud. Questo è ciò che accadrà qui al Nord»
. COPIA-INCOLLA
Parole simili sono state usate da Gallant, che in un'intervista al Wall Street Journal ha avvertito che Israele può «replicare a Beirut» quello che «sta avvenendo a Gaza». Sebbene lo Stato ebraico non voglia allargare il conflitto al Libano del sud contro Hezbollah, «80.000 persone devono poter tornare alle loro case in sicurezza», e quindi se gli altri mezzi - in primis diplomatici - falliscono, «siamo disposti a sacrificarci», ha affermato. La giornata era stata scandita da un botta e risposta sul confine: missili anticarro sono stati lanciati dal Libano verso Har Dov dove un soldato è stato lievemente ferito. Stessa sorte per un civile a Shtula, nella Galilea occidentale, mentre a Kiryat Shmona non ci sono state vittime ma solo danni a un'infrastruttura e a una macchina. Le forze armate israeliane hanno risposto con raid aerei. Da Beirut il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha ribadito che il Libano è pronto ad attuare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza Onu secondo la quale le forze di Hezbollah non saranno schierate a sud del fiume Litani, l'esercito libanese controllerà tutto il Paese, fino al confine con Israele, ed Hezbollah verrà disarmato. Allo stesso tempo, Israele deve ugualmente attuare la risoluzione, ritirandosi «completamente da tutti i territori libanesi e fermando le violazioni terrestri, marittime e aeree».
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