Cile: Iran e Russia diffondono il sionismo come ideologia dello sterminio Commento di Ben Cohen
Testata: Informazione Corretta Data: 08 gennaio 2024 Pagina: 1 Autore: Ben Cohen Titolo: «Daniel Jadue su suprematismo, ideologia nazista e un “popolo eletto”»
Daniel Jadue su suprematismo, ideologia nazista e un “popolo eletto”
Analisi di Ben Cohen (traduzione di Yehudit Weisz)
Se pensavate che il sordido litigio del 2017 sulla tesi secondo cui le donne che sostengono Israele non hanno posto nel movimento femminista indicasse che l’estrema sinistra aveva toccato il fondo, forse dovreste riconsiderare il vostro giudizio. Daniel Jadue è il sindaco del distretto di Recoleta, nella città di Santiago, capitale del Cile. Lui è un prodotto della comunità palestinese del Cile, che conta 300.000 persone e che costituisce la più grande diaspora palestinese al di fuori del Medio Oriente; è stato il candidato del Partito Comunista cileno alle elezioni presidenziali del 2021, vinte alla fine da un altro contendente di estrema sinistra con posizioni antisioniste altrettanto estreme, Gabriel Boric. La settimana scorsa, a Santiago, Jadue ha tenuto un discorso in occasione del lancio di un libro dal titolo confuso “Sionismo: l'ideologia dello sterminio” di uno scrittore di nome Pablo Jofré, che collabora con HispanTV , l'emittente in lingua spagnola del regime iraniano, e con Russia Today , l'emittente televisiva ufficiale della dittatura di Vladimir Putin. Anche il titolo proposto da Jofré è rivelatore, in quanto evoca ricordi spiacevoli della valanga di libri e opuscoli pubblicati al culmine della campagna antisemita dell'Unione Sovietica con titoli come “Attenzione: sionismo!” L'obiettivo di Jadue quella sera, però, non era il sionismo o i suoi seguaci. Evitando le parole in codice della sinistra pro-Hamas, ha parlato senza ambiguità degli ebrei. “Per me, è una contraddizione essere di sinistra e ritenersi ebreo, perché essere ebreo fa parte di una concezione che ha a che fare con una concezione suprematista dell’appartenenza ad un popolo eletto”, ha affermato. “Quindi se fai già parte di un popolo eletto, tu non credi nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani prima di tutto, giusto?” Poi ha aggiunto l’osservazione, riguardo al sionismo, che “si tratta di un’ideologia che è la più nazista che abbia mai visto in vita mia”. Più nazista, a quanto pare, dei nazisti stessi. La reazione a Jadue, almeno da parte della piccola comunità ebraica cilena di 16.000 persone, fu rapida e dura. Due veterani del Partito Comunista, entrambi ebrei, hanno rilasciato una dichiarazione sofferta, ricordandogli il numero di lotte e campagne a cui aveva partecipato insieme ai compagni ebrei. "Il Partito Comunista del Cile è orgoglioso di aver avuto tra le sue fila molte persone di origine ebraica che, in alcuni casi, hanno dato la vita per la nobile causa che hanno sostenuto per tutta la vita", hanno affermato. Una dichiarazione separata firmata da più di 200 ebrei di sinistra ha accusato Jadue di mostrare “manifesta ignoranza concettuale e povertà intellettuale” nel tentativo di “cancellare il contributo storico che gli ebrei hanno dato per secoli… nella lotta per un mondo più umano, giusto e unito.” Affermando che le loro posizioni di sinistra sono radicate nei valori ebraici, il gruppo ha anche accusato Jadue di legittimare l'ondata di antisemitismo che non ha risparmiato il Cile così come non ha risparmiato altri Paesi. Nel frattempo, un editoriale apparso sul quotidiano cileno El Mostrador ( intitolato “Compagno Daniel Jadue, Shalom!”) affermava che i commenti di Jadue avevano vomitato i classici luoghi comuni antisemiti sugli ebrei. “Non c’è bisogno di ricordare a Jadue che esistono ebrei di sinistra. Ciò che lui cerca, come parte del pensiero antisemita più tradizionale, è creare una divisione tra ebrei “buoni” ed ebrei “cattivi”, ha scritto l’autore dell’articolo, il professor Daniel Chernilo, che insegna al dipartimento governativo dell’Università Adolfo Ibáñez di Santiago. “Entrambi erano presenti nel cristianesimo medievale: mentre i buoni decidevano di convertirsi al cattolicesimo – per paura, convinzione o strategia – i secondi mantenevano ostinatamente le loro pratiche religiose”. Jadue è rimasto irriducibile, affermando che la sua evocazione del nazismo non era un'offesa contro gli ebrei di sinistra, ma era solo l'ideologia sionista distorta e diffamata dal suo amico Jofré! Chiunque abbia familiarità con i suoi precedenti saprà che ciò non sorprende. Nel 2020, il Centro Simon Wiesenthal (SWC) lo ha incluso nella lista dei 10 principali antisemiti di quell'anno, citando le sue dichiarazioni provocatorie contro i leader ebrei cileni (“agenti di Israele”) e i commenti provocatori (“Vado molto d'accordo con gli Ebrei; è con i sionisti che ho un problema”). In realtà, Jadue ha un problema con gli ebrei in quanto ebrei, come i suoi commenti all’evento di Santiago hanno reso dolorosamente chiaro. Va anche ricordato che nel 2021 – quando Jadue ha trascorso gran parte dell’anno come candidato di punta alla presidenza del Partito Comunista cileno prima di essere eliminato da Boric – è stato oggetto di una risoluzione parlamentare che lo condannava come antisemita. Il fattore scatenante fu la comparsa dell'annuario del liceo di Jadue, che conteneva un commento, scritto in uno stile umoristico e affettuoso dagli studenti compagni di Jadue, che poneva l’accento sul suo desiderio di “ripulire la città dagli ebrei” e suggeriva che un regalo adatto sarebbe stato “un ebreo per lui da usare come tiro al bersaglio.” Eppure il problema è più grave del semplice Jadue. Le conseguenze del pogrom del 7 ottobre nel sud di Israele compiuto dagli stupratori e assassini di Hamas hanno rafforzato la disumanizzazione degli ebrei e degli israeliani da parte dell’estrema sinistra, un processo che era già in corso da più di due decenni. In quest’ambiente, gli ebrei sono visti come “coloni” che hanno rubato la terra degli indigeni palestinesi in nome di un’ideologia razzista e suprematista. Le vittime delle atrocità di Hamas, che comprendono un numero imprecisato di donne che sono state violentate, vengono liquidate perché hanno travisato i loro ricordi di quello che è accaduto. Come ha sottolineato Chernilo nel suo articolo, i luoghi comuni antisemiti più tradizionali vengono facilmente introdotti in tale discorso, lasciando il suo pubblico, e soprattutto i suoi membri non iniziati, con la costante convinzione che gli ebrei non sono tanto un popolo quanto una cabala distruttiva. “Gli ebrei sono la nostra disgrazia!” così i nazisti si lamentavano; quello slogan ora appartiene all’estrema sinistra. Le parole di Jadue attingono anche a una più antica tradizione di antisemitismo comunista. Karl Marx, il fondatore del comunismo, si pronunciò notoriamente a favore dell’emancipazione ebraica sulla base del fatto che questa era l’equivalente della “emancipazione della società dal giudaismo.” La sua tesi era che l’avvento del capitalismo aveva isolato gli ebrei nel ruolo economico di prestatori di denaro e di banchieri (“imbroglioni” era la sua frase di preciso). Una volta instaurato il socialismo, sosteneva, non ci sarebbe stato bisogno di una collettività separata identificata come “ebrei.” Naturalmente speravamo che idee così dannose fossero state relegate al XX° secolo. Negli ultimi tre mesi sono tornate con grande forza. In questo momento, Jadue può sembrare un esempio estremo, ma può anche essere considerato uno dei primi ad adottare un’ideologia che combina l’antisemitismo con l’odio per il sionismo che è sempre più prevalente in una sinistra politica sempre meno preoccupata di essere etichettata come antisemita.
Ben Cohen, esperto di antisemitismo,
scrive sul Jewish News Syndicate