Gaza: morti ottomila terroristi Commento di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 08 gennaio 2024 Pagina: 13 Autore: Mirko Molteni Titolo: «La guerra nella Striscia Israele: «Morti ottomila terroristi a Gaza» Ucciso il nipote del fondatore di Hamas»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/01/2024, a pag. 13 con il titolo "La guerra nella Striscia Israele: «Morti ottomila terroristi a Gaza» Ucciso il nipote del fondatore di Hamas" il commento di Mirko Molteni.
Israele continua a scoprire razzi e armi nascosti in moschee
e scuole. Ma la per gran parte dei media questo utilizzo bellico di siti civili non fa notizia
A tre mesi esatti dagli attacchi terroristici palestinesi che hanno scatenato la guerra, ieri le forze israeliane hanno quantificato in «8000 terroristi uccisi» le perdite subite finora da Hamas e dall’alleata Jihad Islamica. Cifra che quadrerebbe con la stima di «un terrorista ogni due civili morti» ammessa nelle scorse settimane dagli israeliani e con i «22.000 morti» totali contati dai palestinesi. L’esercito ebraico: «Abbiamo finora trovato e distrutto da 30.000 a 40.000 armi custodite nei bunker di Hamas, ma anche in scuole, ospedali, case e moschee».
Ieri i soldati della Brigata Nahal hanno scoperto tra i quartieri di Daraj e Tuffah, a Gaza City, un tunnel che conduceva a «una fabbrica sotterranea di missili da crociera».
Stando al comunicato dell’esercito, «le componenti trovate provano che i terroristi di Hamas hanno imparato sotto la guida iraniana a usare e costruire armi strategiche di precisione». Dopo gli ultimi bombardamenti su Gaza, per l’agenzia palestinese Wafa fra i morti ci sarebbe la «stella del calcio palestinese e ct della squadra olimpica locale Hani Al-Masri». L’area più bersagliata resta Khan Yunis, dove la Brigata Kfir ha ucciso «dozzine di miliziani» e distrutto «100 obiettivi». Due distinti raid hanno ucciso tre giornalisti arabi. Sulla loro auto, vicino Rafah, sono stati centrati Mustafa Thuraya, collaboratore dell’agenzia France Presse, e Hamza Wael Dahdouh, figlio del responsabile della rete qatariota Al Jazeera per la Striscia, Wael al Dahdouh. L’altro raid ha ucciso a Gaza City il fotoreporter Ali Salem Abu Ajwa. Era nipote dello sceicco Ahmed Yassin, che nel 1987 fondò Hamas e nel 2004 fu eliminato da Israele con missili sparati da un elicottero Apache. Al Jazeera ha condannato le uccisioni come «violazioni del diritto alla libertà di stampa». La parentela di Ajwa ne mette però in dubbio l’imparzialità.
Vicino a Jenin, un attentato ha ucciso una poliziotta della Guardia di Frontiera israeliana, Shay Germay. Feriti i tre agenti in auto con lei. A un posto di blocco fra Biddu e Gerusalemme Est un’auto ha tentato di investire guardie israeliane, ferendone un paio.
Gli agenti hanno aperto il fuoco uccidendo per errore una bambina di 3 anni che stava in un’altra auto, mentre il conducente colpevole è stato «neutralizzato».
Dal Libano, i filoiraniani Hezbollah hanno sparato sulla Galilea 60 razzi centrando un’importante base di controllo aereo e intelligence con cui Israele copre il settore Nord. Intanto all’aeroporto di Beirut sono apparsi sugli schermi messaggi contro Hezbollah del gruppo cristiano “Soldati di Dio”: dimostra che molti libanesi avversano il partito sciita armato dall’Iran. Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha visto in Giordania re Abdallah II, a cui ha assicurato che «gli Usa si opporranno a un’espulsione di palestinesi da Gaza». Il presidente israeliano Herzog ribatte che «non sarà la politica israeliana spostare i civili da Gaza».
Blinken si è poi spostato a Doha, per spronare il Qatar a riprendere la mediazione.
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