Quando l'Occidente smetterà di cullarsi nelle sue soffici illusioni? Commento di Angelo Pezzana
Testata: Bet Magazine Data: 05 gennaio 2024 Pagina: 15 Autore: Angelo Pezzana Titolo: «Quando l'Occidente smetterà di cullarsi nelle sue soffici illusioni?»
Riprendiamo da BET Magazine-Mosaico di gennaio 2024 a pag.15, il commento di Angelo Pezzana con il titolo "Quando l'Occidente smetterà di cullarsi nelle sue soffici illusioni?".
Occidentali manifestano per chi li vuole distruggere
Quando l'Occidente smetterà di cullarsi nelle sue soffici illusioni? Il pogrom di Hamas contro Israele il 7 ottobre ha risvegliato una soluzione del rapporto tra Israele e palestinesi che, se realizzata, si trasformerebbe in un incubo, e nel seme di una prossima guerra: “Due Popoli, Due Stati”. Tre quarti dei palestinesi sostengono Hamas, a Gaza e in Cisgiordania, ovvero Giudea e Samaria. Molti abitanti dei kibbutz saccheggiati hanno riconosciuto fra gli aggressori dei lavoratori palestinesi con cui avevano stretto amicizia negli anni mentre prendevano parte alla carneficina, a volte guidan- dola, ricorda Gil Troy in un suo recente articolo. Rispetto ad Hamas, l’OLP guidato da Abu Mazen non è da meno ed è in testa ai finanziamenti nel campo dell’educazione scolastica dei giovani, prossimi terroristi in Cisgiordiana. Una seria opposizione a Hamas esiste solo nelle allucinazioni occidentali. Come ha ricordato Deborah Fait sono state molte le occasioni (fallite) per creare uno Stato Palestinese. Questa è la vera storia. 1947: piano di spartizione, rifiutato dagli arabi; 1978, accordi di Camp David, finiti con l’assassinio di Sadat; 1991, conferenza di Madrid, nessun risultato; 1993-1995, accordi di Oslo. Arafat li rinnega con ondate di terrorismo; 2000, Vertice di Camp David, Ehud Barak offre 90% dei territori. Arafat scappa e rifiuta; 2007, Conferenza di Annapolis tra Abu Mazen e Ehud Olmert offre quasi tutta la Cisgiordania e Gerusalemme est capitale. Rifiuto palestinese. Date che non appaiono mai sui media occidentali. Ci ricorderebbero che il loro fallimento na- scondeva l’obiettivo vero: la distruzione di Israele. Meglio allora suggerire l’esilio per i capi Hamas, oppure una mis- sione italiana a Gaza con un ospedale da campo per i civili oppure dire che servono nuovi leader, per Israele e Olp mettendo sullo stesso piano una democrazia e un movimento che definire autoritario è poco. E Hamas? Bisogna che cambi! Cullato da un wishful thinking e dalle sue illusioni, l’Occidente democratico sarà in grado di uscire dalle allucinazioni che l’hanno colpito finora? Ripulire l’Agenzia Unrwa dell’Onu che finanzia i cosiddetti profughi palestinesi? Denunciare il comportamento della Croce Rossa che si rifiuta di occuparsi degli ostaggi ignorando le richieste delle famiglie israeliane disperate? Negli ultimi mesi siamo di fronte a un’esplosione di antisemitismo in tutto il mondo, America compresa, “legittimata” dallo scoppio della guerra. L’informazione, anzi la disinformazione, è stata tale da comparare il comportamento di Israele con le stragi di Hamas. Viene in mente una saggio di Elena Loewenthal pubblicato nel 2014 dal titolo Contro il giorno della memoria ovviamente provocatorio, rivolto soprattutto all’Europa intera e non solo agli ebrei perché il 27 gennaio non appartiene a loro. Appartiene a tutti coloro che si sono dimostrati in questi mesi antisemiti pur essendo le stesse perso- ne che, per un giorno soltanto, ritenevano di esserne esenti.
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