Nel giorno di Santo Stefano, Hezbollah colpisce intenzionalmente una chiesa: dove sono le condanne? Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 30 dicembre 2023 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «Nel giorno di Santo Stefano, Hezbollah colpisce intenzionalmente una chiesa: dove sono le condanne?»
Nel giorno di Santo Stefano, Hezbollah colpisce intenzionalmente una chiesa: dove sono le condanne? Analisi di Michelle Mazel
Segretario Onu Guterres, ripetutamente accusato da ambasciatore Israele all'ONU di appoggiare Hamas
Lontano dai resoconti drammatici sulla situazione umanitaria a Gaza, la crescente tensione al confine tra Libano e Israele passa in gran parte inosservata dai media. Sappiamo che la risoluzione 2701 adottata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel 2006 per porre fine ad un conflitto tra Hezbollah e Israele richiedeva la completa cessazione delle ostilità. Veniva richiesto il ritiro delle forze israeliane dal Libano, che sarebbero state sostituite dalle forze libanesi e da quelle dell’UNIFIL – la Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano – dispiegate nel Libano meridionale. Tale risoluzione esigeva anche il disarmo di tutti i gruppi armati, compreso Hezbollah. Israele si ritirò puntualmente, ma il resto della risoluzione rimase lettera morta. Hezbollah, movimento terroristico finanziato e addestrato dall’Iran, ha rafforzato la sua presenza nel sud del Libano, aumentando le provocazioni vicino al confine. L'esercito libanese si astiene dall'intervenire e l'UNIFIL, essa stessa talvolta attaccata, si accontenta di denunciare. Dal 7 ottobre, dalle sue postazioni nel sud del Libano, Hezbollah continua a lanciare razzi, droni e missili anticarro di precisione sui kibbutz e sulle città israeliane situate vicino al confine. Tutto questo presumibilmente per affermare la propria solidarietà con Hamas e per venire in suo aiuto. Il che spiega l’imbarazzo dei leader occidentali e dei media. Come si può stigmatizzare da un lato i bombardamenti israeliani a Gaza e dall’altro condannare un’azione che certamente è in flagrante violazione della risoluzione ma che sarebbe “per la buona causa”? Infatti, gli europei e soprattutto la Francia sono preoccupati per il rischio di escalation e per la catastrofe che una massiccia risposta israeliana comporterebbe per il Libano e sono alla ricerca di soluzioni diplomatiche impossibili. Per il momento, Hezbollah sta cercando di sondare il terreno modulando i suoi attacchi in modo da non provocare una risposta massiccia. Traumatizzato dal precedente del 7 ottobre, Israele dal canto suo ha fatto evacuare le zone a rischio. I residenti hanno dovuto abbandonare le loro case, le coltivazioni e le attività commerciali e cercare rifugio presso dei parenti o in alberghi. Una situazione insostenibile che, a quanto pare, non interessa a nessuno fuori dal Paese. L’esercito è riuscito a neutralizzare la stragrande maggioranza degli attacchi. Ci sono sicuramente dei danni materiali ma riguardano infrastrutture prive di abitanti. Da qui il passaggio ad una nuova tattica. Nel giorno di Santo Stefano Hezbollah ha deliberatamente preso di mira con un missile di precisione un edificio religioso, la chiesa greco- ortodossa di Santa Maria di Iqrit. Un credente in preghiera è stato colpito. L'esercito ha immediatamente inviato dei soccorsi. Questo è ciò che i terroristi stavano aspettando. Un nuovo missile di precisione ha colpito i soccorritori, ferendo un secondo civile e nove soldati, di cui uno in modo grave. Secondo un comunicato stampa dell’IDF, “ Questo attacco costituisce non solo una flagrante violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma anche un attacco alla libertà di culto”. Stiamo ancora aspettando la condanna unanime della comunità internazionale.