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israele.net Rassegna Stampa
29.12.2023 Lettera aperta di un occidentale al suo primo ministro: Il nostro paese accetterebbe di vivere sotto la costante minaccia di un 7 ottobre?
Commento di Dotan Rousso

Testata: israele.net
Data: 29 dicembre 2023
Pagina: 1
Autore: Dotan Rousso
Titolo: «Lettera aperta di un occidentale al suo primo ministro: Il nostro paese accetterebbe di vivere sotto la costante minaccia di un 7 ottobre?»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo tradotto da Israel HaYom, 26.12.2023 dal titolo: "Lettera aperta di un occidentale al suo primo ministro: Il nostro paese accetterebbe di vivere sotto la costante minaccia di un 7 ottobre?".
 
Marco Paganoni
Marco Paganoni
Dotan Rousso, autore di questo articolo
Dotan Rousso, autore di questo articolo

Signor Primo Ministro, lo scorso 7 ottobre la nazione d’Israele ha subito l’evento più orribile dalla sua fondazione nel 1948. Quella mattina, circa 3.000 operativi e sostenitori di Hamas hanno sfondato la recinzione di confine e hanno preso d’assalto i villaggi e le città vicine, hanno torturato e stuprato molte persone, hanno trucidato 1.200 innocenti tra cui neonati e bambini e anziani.

Hamas non ha cercato di nascondere le sue gesta. Anzi, ha voluto che tutti le vedessimo. I terroristi hanno scattato un’infinità di foto e video che documentano la loro condotta sadica e disumana, e li hanno condivisi con il mondo intero, alcuni in tempo reale. Ma non è tutto. Durante e dopo la loro aggressione di indicibile crudeltà, hanno rapito e deportato a Gaza come ostaggi 240 persone di ogni le età, compresi 90enni sopravvissuti alla Shoà e decine di minorenni e bambini. Tra questi, persino dei neonati e dei bambini di pochi anni deportati come ostaggi dopo che avevano visto uccidere i loro genitori. Tutto questo in un solo giorno.

Al momento in cui le scrivo vi sono ancora 129 persone tenute in ostaggio, tra cui donne e bambini (senza visite della Croce Rossa, senza medicine, senza notizie ndr).

Per quanto sia difficile da credere, anche se stupri massacri e rapimenti di massa sono stati perpetrati da poche migliaia di persone, in tutta la striscia di Gaza gran parte della popolazione ha celebrato il 7 ottobre come un gioioso evento. La gente si è filmata mentre festeggiava, si scambiavano dolci e manifestavano grande soddisfazione e gratitudine verso coloro che avevano commesso le atrocità.

Tuttavia, come lei sicuramente saprà, signor Primo Ministro, il 7 ottobre non è stato pensato per essere un evento singolo. Come hanno dichiarato i portavoce di Hamas, il 7 ottobre è solo il primo, poi ci sarà “un secondo, un terzo e un milione di altri 7 ottobre fino all’annientamento di Israele”.

Hamas: “Ripeteremo l’attacco del 7 ottobre più e più volte finché Israele sarà annientato” (clicca qui per il video)

Nonostante ciò il suo governo, come tanti altri, chiede insistentemente, non a Hamas, ma a Israele di porre subito fine alla guerra, invocando un “cessate il fuoco duraturo” che sapete molto bene cosa significherebbe: significherebbe la fine della controffensiva israeliana, il che consentirebbe a Hamas di trattenere gli ostaggi finché vuole, di rimanere al potere, di continuare a predicare e praticare la sua ideologia assassina contro gli ebrei.

Signor Primo Ministro, come è noto, a parte le ragioni umanitarie, i più comuni argomenti a sostegno di questi appelli per la fine immediata della guerra sono principalmente due. Il primo è che Israele occupa terre palestinesi e che Hamas sarebbe un movimento di “resistenza” che si batte contro l’occupante (alcuni si spingono a sostenere che Israele, in quanto occupante, è responsabile degli eventi del 7 ottobre). Il secondo è che, se pure Israele ha diritto di difendersi, le sue azioni a Gaza sono “sproporzionate” e devono essere fermate, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione.

Per quanto riguarda il primo argomento, mi consenta di ripetere ciò che lei, primo ministro, sa molto bene: Hamas e la gente che la sostiene proclamano chiaramente che l’unica “soluzione” al conflitto israelo-palestinese è l’eliminazione di Israele. Lo statuto originale di Hamas definisce un dovere religioso di ogni musulmano uccidere qualsiasi ebreo che incontra (in Israele o altrove). Tutta la loro opera di propaganda e indottrinamento mira con estrema coerenza all’annientamento dello stato ebraico e dei suoi abitanti. Dunque, non si tratta di “occupazione” (Hamas definisce “occupazione” l’esistenza stessa di Israele ndr). Si tratta di un’ideologia che vede il proprio obiettivo nell’uccisione di qualsiasi ebreo e di ogni israeliano, esattamene come hanno fatto il 7 ottobre.

Circa il secondo argomento, la domanda è: quale sarebbe una “reazione proporzionata” a un attacco terroristico senza precedenti contro civili, dimostrazione concreta di cosa intendono fare a tutto Israele appena ne avranno l’occasione? A terroristi che tengono ancora in ostaggio (in ostaggio!) neonati e novantenni? Quale paese al mondo permetterebbe a un’organizzazione terroristica di questo tipo di rimanere installata in forze appena al di là del confine, a pochi chilometri, addirittura poche centinaia di metri dalla propria popolazione sotto la minaccia di simili massacri? Lei, Primo Ministro, accetterebbe che il suo paese fosse costretto a vivere sotto l’incombere costante di una tale carneficina?

La morte di qualsiasi civile e di bambini in particolare (sebbene dovuta principalmente al fatto che i terroristi li usano come scudi umani) è una tragedia, e Israele sta facendo più di qualsiasi altro esercito al mondo abbia fatto, o farebbe in circostanze simili, per ridurre il numero di vittime innocenti (sono sicuro che non devo ricordarle il numero di civili uccisi dai paesi democratici quando si sono sentiti aggrediti, dalla seconda guerra mondiale in poi fino all’Iraq e all’Afghanistan).

Considerato tutto questo, Israele non può e non vuole porre fine alla sua controffensiva finché non avrà realizzato il suo giustificato e legittimo diritto a difendersi e a garantire che non si ricreino le condizioni per il ripetersi di un 7 ottobre.

Nessun governo democratico responsabile lo farebbe. Neppure il suo, signor primo ministro. (Da: Israel HaYom, 26.12.23)

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