Gli ucraini l’hanno presentata come una beffa dei cieli: ieri mattina un Boeing 777 civile è decollato dall’aeroporto internazionale di Kiev e ha raggiunto la Francia, attraversando mezza Europa. Il velivolo era bloccato nello scalo di Boryspil dal giorno dell’invasione russa e i caccia di Mosca non hanno cercato di intercettarlo. Un successo che spinge le autorità ucraine a sperare in una ripresa dei voli regolari dalla capitale, tanto che il presidente Zelensky ha dichiarato: «L’aeroporto di Boryspil è come il Mar Nero (dove gli ucraini sono riusciti a riattivare il traffico navale da Odessa respingendo la flotta nemica, ndr ), l’apertura dello scalo sarà una grande vittoria per la nostra difesa aerea».
Il Boeing 777-300 da 533 posti apparteneva alla compagnia Azur Air e ora è intestato alla Skyline Express, compagnia ucraina che dal maggio 2023 ha cominciato a operare voli charter tra le città europee. È stato costruito nel 2007, ha un valore di circa 40 milioni di euro ed era fermo dall’inizio della guerra: prima della partenza, i tecnici lo hanno completamente revisionato. Il personale infatti continua a mantenere in funzione le capacità dell’aeroporto principale della capitale.
Non è la prima volta che un aereo riesce a lasciare Kiev. Un anno fa due cargo militari turchi AirbusA400 erano tornati in patria: l’attacco russo li aveva sorpresi sulla pista dove stavano aspettando di ritirare alcuni motori revisionati da un’azienda ucraina. In quell’occasione, venne negoziato un “corridoio sicuro” tra il governo di Ankara e la Russia. Poi nello scorso aprile un Boeing 737 del vettore SkyUp era decollato da Boryspil verso la Romania, senza venire ostacolato.
Negli ultimi mesi la protezione dei cieli di Kiev è stata migliorata grazie ai sistemi missilistici donati dall’Occidente. Attualmente ci sono numerose batterie di Patriot a lungo raggio e altre armi per la difesa ravvicinata. Uno scudo che però non ha permesso nelle ultime settimane di abbattere completamente gli sciami di droni e cruise scagliati contro la metropoli.
I caccia Sukhoi con cui l’aviazione di Mosca pattuglia l’Ucraina dispongono di missili aria-aria in grado di raggiungere distanze di oltre cento chilometri, che gli possonopermettere con facilità di colpire un grande Boeing di linea rimanendo fuori della portata dei Patriot. È probabile che il decollo del 777 sia stato coperto con un massiccio impiego di apparati di disturbo elettronicoper oscurare i radar dei jet russi. In ogni caso, dal marzo 2022 non ci sono mai stati bombardamenti per colpire le piste di Boryspil o gli hangar con i velivoli civili.
Tutti gli analisti invece ritengonoche le squadriglie del Cremlino abbiano intensificato la loro attività, grazie a nuovi armamenti come gli ordigni aria-terra teleguidati e le apparecchiature da contromisure elettroniche: nell’ultimo anno però i duelli tra intercettori sono diventati una rarità, anche perché la sorveglianza condotta dagli aerei spia della Nato mette i reparti ucraini in grado di anticipare le mosse degli stormi nemici.
L’aviazione di Kiev ha aggiornato i vecchi Mig 29 e i pochi Sukhoi con apparati e armamenti occidentali, in particolare i missili Harm che si dirigono contro le emissioni dei radar, obbligando i russi a spegnerli. Altri Mig per rimpiazzare le perdite sono stati ottenuti dalla Slovacchia e forse dalla Polonia. Gli ucraini però contano sull’arrivo degli F16 per rovesciare l’inferiorità con i russi: piloti e tecnici si stanno addestrando in Romania; il trasferimento in zona di guerra dei primi esemplari è previsto per la tarda primavera.