Tregua, prove per un accordo Commento di Fabiana Magrì
Testata: Il Foglio Data: 21 dicembre 2023 Pagina: 1 Autore: Fabiana Magrì Titolo: «Il via vai della diplomazia e le condizioni di Israele e di Hamas. Quanto manca per la tregua»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 21/12/2023, a pag. 1, con il titolo "Il via vai della diplomazia e le condizioni di Israele e di Hamas. Quanto manca per la tregua", l'analisi di Fabiana Magrì.
Tel Aviv. Le trattative per una seconda tregua tra Hamas e Israele si sono espanse a varie latitudini e iniziano a circolare indiscrezioni sui possibili termini di un accordo. Il leader di Hamas Ismail Haniyeh, che vive a Doha e non si muove spesso, ha condotto colloqui con funzionari egiziani al Cairo. Il quotidiano palestinese Quds citato da Haaretz riporta che anche il capo del Jihad islamico Ziad al Nakhala è atteso in Egitto.
All’inizio della settimana il teatro dei colloqui a livello di capi dell’intelligence, israeliana e statunitense, è stato Varsavia. Prima ancora Oslo, dove al tavolo era seduto anche il primo ministro del Qatar, mediatore in prima linea. Le posizioni di partenza delle parti, ribadite nel corso delle ultime settimane, sono ancora più distanti e rigide rispetto a fine novembre. Hamas, finora, ha fissato come linea di principio irremovibile la fine ai combattimenti e il ritiro di Israele da Gaza. Hamas ha bene individuato il punto debole dell’opinione pubblica in Israele e la crescente preoccupazione per la sorte degli ostaggi ancora nella Striscia. E lo sfrutta, aggravando gli animi già tormentati delle famiglie dei prigionieri, rilasciando da giorni nuovi video messaggi. Questa volta i protagonisti sono gli uomini, per lo più anziani. Il premier Benjamin Netanyahu ha chiarito ancora una volta la posizione ufficiale di Israele, in un video diffuso su X: “Continuiamo la guerra fino alla fine, finché Hamas non sarà eliminato, fino alla vittoria. Chi pensa che ci fermeremo è scollegato dalla realtà”. Parole che suonano anche come un avvertimento per il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che da giorni sta limando la bozza della seconda risoluzione su Gaza, discutendo fin nel dettaglio le parole da scegliere: “cessazione” o “interruzione” delle ostilità. Ma il Washington Post, citando fonti ufficiali israeliane e statunitensi, ha parlato ieri di una proposta al vaglio di Israele per un cessate il fuoco di due settimane in cambio del rilascio della maggior parte dei 129 ostaggi israeliani ancora prigionieri di Hamas a Gaza. Un tempo lungo, per consentire a Hamas di localizzare gli ostaggi e restituirli a Israele e per una tregua umanitaria di più ampio respiro per la popolazione palestinese. Secondo un’altra fonte informata sui negoziati in Qatar e citata da Reuters, gli inviati stanno esaminando le liste degli ostaggi e dei prigionieri da scambiare.
Più ancora del via vai diplomatico, dentro e fuori dai radar, a suggerire che qualcosa si sta forse muovendo è la pausa – da oltre 24 ore al momento in cui si scrive – del lancio indiscriminato di razzi da Gaza sul territorio israeliano.
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