Stavolta non è stata una passerella come le precedenti, quando l’immagine del presidente era granitica e il campo di battaglia prometteva successi. Zelensky ha affrontato subito il tema della mobilitazione, una mossa impopolare necessaria a rimpiazzare i caduti, i feriti e i soldati esausti dopo due anni di trincea. «Il comandante in capo Zaluzhny — dice — ha suggerito di mobilitare tra 450mila e 500mila persone. Sono tantissime, ho risposto che per autorizzare una richiesta simile avrebbero dovuto portare altri argomenti che lo giustificassero». La decisione finale non è stata ancora presa. «È una questione delicatissima» che riguarda «l’efficacia sul campo di battaglia, ma anche i diritti delle persone e il bilancio economico. Ho un rapporto di lavoro, con Zaluzhny, e non svilupperò l’argomento del conflitto tra noi. Mi deve dare risultati. Non è una questione personale ma di 40 milioni di ucraini: deve dire come intende aiutare chi è al fronte,voglio i dettagli e aspetto i risultati sul campo di battaglia. Per sostenere un soldato servono le tasse di sei civili; per reclutare altri 500mila servirebbero quelle di tre milioni di civili ». Dice di essere disposto ad abbassare l’età minima a 25 anni «se dimostreranno che è necessario», ma non firmerà la discussa apertura della mobilitazione alle donne. Via libera, invece, ai droni fatti a Kiev: ne produrrà un milione, il prossimo anno.
Quanto alla politica di una guerrache «nessuno di noi sa quando finirà » ammette che la Nato non è un orizzonte praticabile: «Non siamo stati invitati, e qualsiasi proposta parziale è delirante». In ogni caso non rinuncia agli obiettivi di ripristinare i confini del 1991, convinto che i partner «non ci deluderanno» tagliando i fondi: gli aiuti americani arriveranno, dice, ma «è una questione di tempo». La guerra in Medio Oriente certo non ha aiutato: si è tradotta «in un taglio degli aiuti»; e una vittoria di Trump «porterebbe una politica radicalmente diversa» e avrebbe «un grande impatto sul corso della guerra».
Tocca mille temi, Zelensky: conferma che le elezioni, previste il prossimo anno, non ci saranno perché è impossibile durante una guerra. Annuncia la volontà di discutere ancora con Orbán per sciogliere un atteggiamento «poco amichevole». E conferma i tagli in arrivo alle spese non militari.