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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.12.2023 Da Yom Kippur a Simchat Torah: destini opposti
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 dicembre 2023
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Da Yom Kippur a Simchat Torah: destini opposti»

Da Yom Kippur a Simchat Torah: destini opposti
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)
Moshe Dayan e Ariel Sharon durante la guerra del Kippur
Moshe Dayan e Ariel Sharon durante la guerra del Kippur

Il 6 ottobre del 1973 – Yom Kippur – un devastante attacco a sorpresa colpì il popolo di Israele in preghiera. Eppure c'erano state delle avvisaglie, dei segnali di allarme, ma erano stati ignorati; allora era opinione comune, sia all’interno della leadership al governo che tra i servizi segreti, che l’Egitto non voleva la guerra. Molto rapidamente, il Paese si è ricomposto. Usciti dalle sinagoghe, i fedeli sono corsi a raggiungere le loro unità, come tutti i riservisti. Meno di tre settimane dopo, l’esercito israeliano, di fronte alle forze congiunte dell’Egitto e della Siria, ampiamente superiori per numero, era riuscito a ribaltare la situazione grazie a una serie di imprese militari, audaci e coraggiose. La Terza Armata egiziana viene circondata; trascinate dal Generale Sharon, le unità dell'IDF hanno attraversato il canale di Suez e si trovano ad appena 100 km dal Cairo. Il resto lo sappiamo. Il Presidente Sadat è venuto a Gerusalemme. Poi è arrivata la pace con la Giordania e infine gli Accordi di Abramo. Eppure, anche oggi, i media continuano a discutere delle gravi mancanze che hanno consentito la sorpresa del 6 ottobre, senza mettere in risalto la brillante vittoria che ha cambiato per sempre il Medio Oriente. Il 7 ottobre del 2023, la sera di Simchat Torah, un attacco di una ferocia inaudita, lanciato da quell’organizzazione terroristica che è Hamas, ha colto Israele di sorpresa. Ancora una volta, gli avvertimenti erano stati ignorati. Lo shock è stato terribile. Tuttavia, il Paese ha reagito molto rapidamente. Sono stati dimenticati i clamori e le divisioni politiche del giorno prima! I riservisti hanno risposto all'appello come un solo uomo. Un certo numero di israeliani di età superiore ai quarant'anni, che non avevano più fatto dei periodi di riserva, si sono presentati spontaneamente per esprimere il loro desiderio di prendere parte a questa “guerra per difendere la propria patria.”  L’IDF è entrato nella Striscia di Gaza, infliggendo pesanti perdite al nemico. Allo stesso tempo, si sarebbe detto che l’intero Paese si stesse mobilitando per fornire aiuto e conforto alle truppe. Una vera e propria gara tra chi cucina più pasti caldi e chi prepara più pacchi. Di fronte a questa manifestazione di solidarietà che scalda il cuore, i media, invece, dedicano lunghe discussioni agli errori e alle gravi mancanze che hanno portato alla sorpresa del 7 ottobre, sottolineando che ciò si sarebbe potuto evitare se i responsabili avessero agito saggiamente in tempo. Nuovi esempi vengono presentati ogni giorno e a lungo commentati. Si punta il dito contro i leader militari e i responsabili dei servizi di sicurezza e li si invita ad “assumersi le proprie responsabilità”, e persino a presentare le dimissioni, anche se sono totalmente coinvolti nella guida dei combattimenti. Neppure i politici vengono risparmiati. Tornano a galla vecchi risentimenti, si riformano le fazioni e l’unità nazionale conquistata a fatica viene messa in discussione. Uno spettacolo osservato con maliziosa gioia dai nemici dello Stato ebraico. Nel 1973 abbiamo aspettato almeno la fine dei combattimenti per regolare i conti.

Michelle Mazel
Michelle Mazel

takinut3@gmail.com

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