PARIGI Gli insegnanti della scuola media Jacques-Cartier di Issou, una cittadina a 40 chilometri a nordovest di Parigi, non fanno più lezione. Protestano perché non sono garantite le condizioni di sicurezza per una vita scolastica normale, dopo le minacce e le lamentele di alcuni allievi musulmani.
Il 7 dicembre, durante una lezione di francese, l’insegnante ha mostrato agli alunni di prima media un dipinto del XVII secolo, «Diana e Atteone» di Giuseppe Cesari, che raffigura il passaggio delle Metamorfosi di Ovidio nel quale Atteone sorprende Diana e le sue ninfe senza vestiti alla sorgente. Atteone verrà per questo trasformato in cervo e sarà sbranato dai cani, un tema classico della pittura rinascimentale.
«Alcuni alunni hanno distolto lo sguardo, si sono sentiti turbati e hanno detto di essere sotto choc», ha detto Sophie Vénétitay, segretario generale del sindacato degli insegnanti Snes-Fsu. Poi altri hanno accusato l’insegnante di avere fatto commenti razzisti e islamofobici. Circostanza che presto si è rivelata non vera, gli alunni hanno ritirato le loro dichiarazioni chiedendo scusa ma il danno ormai era fatto: alcuni genitori hanno preso le difese dei figli e hanno protestato contro la direzione della scuola, secondo una dinamica che tre anni fa portò alla tragica uccisione del professore di storia e geografia Samuel Paty, decapitato all’uscita di scuola da un terrorista islamico dopo che aveva mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo e dopo essere stato falsamente accusato di avere fatto commenti anti-islam e di avere fatto uscire gli allievi musulmani dalla classe.
Le proteste per la lezione sul quadro di Diana e Atteone nella scuola media di Issou sono state «la goccia che ha fatto traboccare il vaso», si legge in un’email inviata dagli insegnanti ai genitori, nella quale i professori lamentano «il malessere, il moltiplicarsi degli incidenti e l’aumento dei casi di violenza che caratterizzano ormai la vita quotidiana della nostra scuola». La professoressa accusata dagli allievi e da alcuni genitori ha presentato una denuncia per calunnia e il ministro dell’Istruzione, Gabriel Attal, ha annunciato «un procedimento disciplinare contro gli studenti, che hanno già ammesso i fatti».
Proprio pochi giorni fa si è svolto il processo ai sei minori che tre anni fa crearono il clima di odio contro Samuel Paty, poi ucciso dal 18enne terrorista islamista di origine cecena Abdoullakh Anzorov. La ragazzina più giovane, condannata a 18 mesi di libertà vigilata per calunnia, pur non frequentando la classe dove insegnava Paty aveva raccontato scandalizzata che il professore aveva mostrato le vignette di Maometto in classe e soprattutto che aveva chiesto in malo modo agli alunni musulmani di lasciare l’aula, cosa non vera. Questa bugia è stata all’origine delle tensioni e delle minacce contro Paty, fino alla sua uccisione. Altri cinque adolescenti, accusati di avere indicato Paty al terrorista, hanno preso condanne dai 14 ai 24 mesi con la condizionale. Nessuno andrà in prigione.
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