L’allucinazione degli antisemiti: che il mondo sia tornato ai primi anni ‘40 Commento di Jerome M. Marcus
Testata: israele.net Data: 13 dicembre 2023 Pagina: 1 Autore: Jerome M. Marcus Titolo: «L’allucinazione degli antisemiti: che il mondo sia tornato ai primi anni ‘40»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo tradotto dal jns.org del 08.12.23, dal titolo "L’allucinazione degli antisemiti: che il mondo sia tornato ai primi anni ‘40".
Quanto è importante lo stato d’Israele per gli ebrei nel mondo? Quanto è importante la forza di quello stato per la sicurezza degli ebrei che non vivono lì? Ora abbiamo a disposizione un “esperimento controllato” che ci dà la risposta.
Il giorno dopo il 7 ottobre ebrei in tutto il mondo sono stati minacciati e da quel giorno hanno continuato ad esserlo. Minacce e ingiurie sono iniziate prima che un solo soldato israeliano mettesse piede nella striscia di Gaza, prima che chiunque potesse sostenere che stava reagendo alle morti di civili a Gaza: perché non ce n’era ancora stata neanche una.
L’unica cosa che motivava quelle minacce agli ebrei americani, francesi, britannici, belgi, australiani era l’immagine di 1.200 ebrei israeliani torturati, violentati, assassinati, bruciati, mutilati, la cui morte non era stata impedita dalle Forze di Difesa israeliane. Le minacce agli ebrei di tutto il mondo arrivarono in quel momento, e motivate da questo.
Cosa significa? Significa una cosa molto semplice. Le persone che hanno esultato per quelle atrocità, e che ne hanno minacciate ulteriori trovandole (citazioni testuali) “spassose” e “stimolanti” e l’alba di una “giornata meravigliosa”, hanno immediatamente minacciato gli ebrei di tutto il mondo per un motivo: a causa del 7 ottobre e della momentanea debolezza di Israele, queste persone hanno fiutato l’odore di sangue ebraico.
E’ questo ciò che hanno trovato “spassoso” e “stimolante”. E ne volevano di più.
Oggi, due mesi più tardi, al Deborah Project, lo studio legale di interesse pubblico di cui sono presidente, veniamo contattati ogni giorno e ogni notte da genitori di allievi delle scuole pubbliche e di alcune delle università più prestigiose degli Stati Uniti, perché i loro figli vengono minacciati fisicamente. Dalla folla.
Folla che si sente completamente libera di intimidire studenti ebrei. Folla che si sente libera di censurare e mettere a tacere gli ebrei che parlano a favore del plurimillenario vincolo ebraico verso Sion e la Terra di Israele. Ma anche ebrei che semplicemente si rivelano pubblicamente in quanto ebrei, che indossano una stella ebraica o una kippà. Queste persone vengono molestate, minacciate da gente che indossa (talvolta a coprire il volto) la sciarpa a quadri diventata il brand degli attivisti palestinesi. La lealtà di questi ebrei verso gli israeliani rapiti e deportati come ostaggi li bolla come nemici della folla.
La gente che fa tutto questo c’era già prima del 7 ottobre, ma non si sognava di fare queste cose, in questa quantità e con questa frequenza. Cosa è cambiato?
Ciò che è cambiato è che queste folle hanno potuto figurarsi la sconfitta di Israele e la distruzione in quanto stato ebraico. Per un attimo, è diventato per loro possibile immaginare che gli ebrei vengano davvero sterminati e gettati in mare, che tutte le donne ebree vengano violentate a morte.
La campagna delle Forze di Difesa israeliane a Gaza è calcolata e lenta. Non è una guerra dei sei giorni: potrebbe non essere nemmeno una guerra di sei mesi. Quindi non c’è stato alcun colpo da K.O. da parte dell’esercito ebraico, in parte ovviamente perché quell’esercito tenta come meglio può di evitare di uccidere i non combattenti, tra i quali Hamas nasconde i suoi terroristi e le sue armi, o di nuocere agli ostaggi il cui rapimento costituisce di per sé una categorica violazione del diritto umanitario e internazionale.
L’assenza di una vittoria-lampo che distruggesse Hamas in un giorno o in una settimana ha permesso a molte persone di credere che le Forze di Difesa israeliane siano in difficoltà, che la sconfitta di Hamas sia incerta e, forse, che sia addirittura possibile una sconfitta delle forze israeliane da parte di Hamas. Nessuno che abbia un po’ di consapevolezza dei fatti nutre tali fantasie, ma non stiamo parlando di persone che conoscono i fatti o che si preoccupano di conoscerli. Stiamo parlando di persone imbevute di ideologia e di persone che vogliono solo portare avanti il loro esaltato odio verso gli ebrei.
Ciò che ha fatto il 7 ottobre unito all’assenza di una immediata vittoria israeliana è stato convincere gli odiatori degli ebrei, che c’erano da sempre, che potevano uscire allo scoperto senza problemi e proclamare quello che pensano veramente. Cosa resa ancora più facile dalla patetica sottomissione delle prestigiose università che ospitano i maître à penser americani dell’odio per gli ebrei. Sicché, come si è visto nella recente udienza al Congresso dei rettori di tre importanti università americane, invocare il genocidio degli ebrei non sembra sbagliato di per sé, anche se l’invocazione dell’uccisione di qualsiasi altra minoranza verrebbe immediatamente condannata e bloccata. Università dove nessuno oserebbe anche solo pronunciare certe parole considerate offensive per le minoranze, restano mute di fronte a chi proclama che lo stato ebraico – e chiunque gli sia fedele o ritenga che abbia il diritto di esistere – è malvagio, e invoca il genocidio di tutte queste persone. Coloro che odiano gli ebrei e li incolpano di tutto possono dire ad alta voce quello che pensano realmente, laddove qualunque altro odiatore verrebbe messo a tacere in un attimo.
Questa bancarotta morale è entrata in sinergia con la ritrovata insolenza degli odiatori degli ebrei, spronati dalla convinzione che la sconfitta di Israele è possibile e che sia possibile mettere a tacere gli ebrei ovunque. È la percezione della debolezza di Israele e l’odore del sangue ebraico che hanno permesso a queste persone di alzare la testa.
Si racconta la storia di una ragazzina israeliana che venne portata a visitare i campi di sterminio in Polonia. Quando le fu spiegato cosa era successo in quei luoghi, la ragazzina chiese in tutta innocenza: ma perché il nostro esercito non è venuto a salvarli? La risposta, ovviamente, è che in quegli anni gli ebrei non avevano un esercito. Quindi lo sterminio degli ebrei nel mondo non poteva essere fermato dalle Forze di Difesa israeliane, e non venne fermato da nessun altro prima che sei milioni di ebrei europei venissero bruciati nei forni di Auschwitz.
Ciò che oggi alimenta l’odio verso gli ebrei in Occidente è l’allucinazione di un mondo in cui ciò potrebbe essere di nuovo possibile. (Da: jns.org, 8.12.23)
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