Quest’anno non ci saranno le Feste di Natale a Betlemme Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 11 dicembre 2023 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «Quest’anno non ci saranno le Feste di Natale a Betlemme»
Quest’anno non ci saranno le Feste di Natale a Betlemme Analisi di Michelle Mazel
Natale 2022 a Betlemme. Abu Mazen quest'anno lo cancellerà
Nessun albero di Natale illuminato, nessuna ghirlanda di luci sulla Piazza della Mangiatoia. Nessun Babbo Natale che agita il campanello. E soprattutto nessun canto tradizionale trasmesso da un altoparlante all’altro. E neppure una folla festante. Insomma, un colpo mortale per un intero ecosistema di botteghe di souvenir che offrono il meglio dell'artigianato locale: presepi in legno d'ulivo con i loro piccoli personaggi finemente intagliati, re magi sui loro cammelli, olio d'oliva disponibile in mille bottigliette, gioiellini in argento e cartoline. Così ha deciso l’Autorità Palestinese. Dice che questo avverrebbe su richiesta del Consiglio delle Chiese che quest'anno avrebbe deciso “di cancellare le celebrazioni del Natale a causa della guerra genocida israeliana a Gaza e di limitarle alle cerimonie religiose a Betlemme, Beit Jala e Beit Sahour.” La piccola città della Giudea è diventata l’ombra di se stessa da quando è passata sotto il controllo dell’Autorità Palestinese nel 1995, nel quadro degli Accordi di Oslo. Un evento allora accolto, senza alcun imbarazzo, dal quotidiano Le Monde, che il 26 dicembre titolava: “Yasser Arafat a Betlemme, nella città di Gesù il Palestinese.” (1) E ancora: “Una cosa mai vista prima, in questa messa di mezzanotte: non era stato invitato un solo israeliano. Il Signor Arafat ha voluto che questo primo Natale sotto la sua autorità fosse quello dell’unità con i palestinesi di tutte le fedi.” “Io sono venuto a salutare il primo palestinese, Gesù Cristo, il messia attraverso il quale si realizzerà il messaggio di pace.” Eppure, è inutile cercare nei Vangeli o negli Atti degli Apostoli la parola Palestina o Palestinesi. Ma a chi interessa? Dunque, non ci sarà nessun ebreo per celebrare la nascita dell'ebreo Gesù. Da questa data inizia il lento declino della città. I cristiani, un tempo la maggioranza, oggi rappresentano solo il 15% della popolazione. Indifesi di fronte agli abusi dei palestinesi, molti scelgono la via dell’esilio e si aggiungono al numero dei loro fratelli che hanno scelto di fuggire dall’oppressione. Secondo la ONG Persecution.Org (2) , il passaggio della Giudea e della Samaria sotto il controllo dell'Autorità Palestinese ha portato un profondo cambiamento a Betlemme. La popolazione è passata da una maggioranza del 60% nel 1990 a una minoranza del 40% nel 2000, per giungere circa al 15% della popolazione totale della città. “Da sette anni, più di mille cristiani emigrano ogni anno dalla regione di Betlemme, e in città sono rimasti solo tra i 10.000 ed i 13.000 cristiani. Ci sono numerosi esempi di intimidazioni, di pestaggi, di furti di terre, di attentati con bombe incendiarie contro chiese e altre istituzioni cristiane, di negazione del diritto al lavoro, di boicottaggi economici, di torture, di rapimenti, di matrimoni forzati, di molestie sessuali e di estorsioni.” Quelli che restano, a parte i membri del clero, vivono principalmente di turismo e più specificatamente di turismo natalizio. Non è stato chiesto il loro parere sull'annullamento delle festività.