Una seria opposizione dei palestinesi a Hamas esiste solo nelle allucinazioni occidentali Commento di Gil Troy
Testata: israele.net Data: 09 dicembre 2023 Pagina: 1 Autore: Gil Troy Titolo: «Una seria opposizione dei palestinesi a Hamas esiste solo nelle allucinazioni occidentali»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo tradotto dal Jerusalem Post del 06.12.23, dal titolo "Una seria opposizione dei palestinesi a Hamas esiste solo nelle allucinazioni occidentali"
Intervenendo al vertice COP28 di Dubai, la vicepresidente americana Kamala Harris ha affermato: “Noi non dobbiamo confondere Hamas con il popolo palestinese”. “Noi” israeliani, americani, occidentali non dobbiamo farlo. Ma i palestinesi e i loro sostenitori delinquenziali continuano a farlo acclamando e santificando Hamas.
Le parole di Kamala Harris appaiono insensate alle orecchie della maggior parte degli arabi: loro conoscono la verità. Per decenni, il mondo ha assolto i palestinesi da ogni responsabilità per le violenze che continuano ad alimentare e incoraggiare.
Questo lasciapassare moralmente idiota continua anche quando palestinesi in tutto il mondo tifano per Hamas e si entusiasmano per le sue “prodezze”, quando abbiamo notizia di medici e insegnanti dell’Unrwa (l’agenzia Onu per i “profughi” palestinesi) che tengono in ostaggio israeliani innocenti, quando i sondaggi mostrano che tre quarti dei palestinesi sostengono Hamas e in modo in particolare il massacro del 7 ottobre che tanti abitanti di Gaza hanno facilitato.
Solo la settimana scorsa, masse di palestinesi di Gaza insultavano schernivano e minacciavano di linciare gli ostaggi che venivano consegnati alla Croce Rossa, al punto che sono stati i criminali di guerra di Hamas che hanno protetto dalla folla donne e bambini israeliani.
Il fatto che tre palestinesi su quattro sostengano questa abietta ferocia rispecchia un ampio consenso palestinese. Gli occidentali che proclamano “l’innocenza” dei palestinesi o ammoniscono che Israele, difendendosi, potrebbe alienarsi i palestinesi, preferiscono ignorare quanto l’uccisione di ebrei elettrizzi ed entusiasmi da sempre le piazze palestinesi. Degna di nota l’assenza di contestazioni palestinesi contro Hamas anche nei paesi liberi.
Manifestazione pro-palestinese a Chicago (Usa). Sugli striscioni: “Dal fiume al mare” e l’immancabile mappa della Palestina che cancella lo stato ebraico dalla carta geografica. Gil Troy: “Una vera opposizione palestinese a Hamas, anche nei paesi liberi, esiste solo nelle allucinazioni occidentali”
Kamala Harris e i suoi colleghi occidentali dovrebbero soffermarsi sulla vicenda di Roni Krivoi: gli israeliani la conoscono bene.
Primo ostaggio maschio adulto israeliano liberato, Krivoi è un tecnico del suono russo-israeliano di 25 anni che lavorava al festival musicale Supernova, una celebrazione della vita e dell’amore profanata dai terroristi che hanno trucidato a sangue freddo 364 civili, ne hanno feriti altre centinaia e ne hanno rapiti e deportati a Gaza una quarantina. Le loro telecamere Go-Pro restituiscono lancinanti immagini di palestinesi che stuprano, mutilano e uccidono.
Trascinato a Gaza, Krivoi a un certo punto è riuscito fuggire dai suoi rapitori nel caos seguito a un bombardamento. Ma a differenza di quanto si vede nei film sulla seconda guerra mondiale, qui non si sono visti tedeschi o altri cittadini “buoni” disposti a nasconderlo e salvarlo dai moderni nazisti: una seria resistenza palestinese esiste solo nelle allucinazioni occidentali. Dopo quattro giorni, ha riferito la zia di Krivoi, “gli abitanti di Gaza lo hanno catturato e lo hanno restituito nelle mani dei terroristi”.
La consegna di Krivoi ai terroristi spiega bene come mai, per molti israeliani, qui non si tratta solo di Hamas. Ancor prima che i sondaggi lo confermassero, gli abitanti di Gaza avevano postato video in cui celebravano le violenze e si accodavano entusiasti ai terroristi dentro Israele per stuprare, saccheggiare, uccidere. Molti abitanti dei kibbutz saccheggiati hanno riconosciuto fra gli aggressori dei lavoratori palestinesi con cui avevano stretto amicizia negli anni, e che ora prendevano parte con entusiasmo alla carneficina, a volte guidandola.
Ecco perché i leader occidentali che continuano a ripetere che solo Hamas ha commesso quei crimini di guerra appaiono come molto ingenui agli occhi dei loro interlocutori arabi a Dubai, per non parlare degli israeliani.
Lo tsunami di menzogne che negano le sofferenze degli israeliani mentre assolvono i palestinesi riflette un fenomeno antico di secoli: la disumanizzazione degli ebrei. Nel 1590, William Shakespeare riconobbe che i fanatici odiatori come prima cosa degradano le persone oggetto del loro odio: “Non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni? – si chiedeva Shylock l’Ebreo nel Mercante di Venezia – Se ci pungete, forse non sanguiniamo? Se ci avvelenate, forse non moriamo? E se ci usate torto, forse non reagiremo vendicandoci?”
Oggi, gli israeliani – e gli ebrei – percepiscono quella stessa cancellazione del loro dolore, quella negazione della loro umanità e la furia ipocrita scatenata contro di noi per aver osato difenderci e reagire. Oggi molte donne ebree si chiedono: “Forse noi non soffriamo se negate di averci violentate?"
È disumanizzare quando politici e accademici incolpano gli israeliani del massacro che hanno subìto; quando i palestinesi istigano al genocidio degli israeliani e sono gli israeliani che vengono definiti “genocidi”; quando le femministe del #MeToo improvvisamente tacciono sul più grande crimine di violenza di genere della storia moderna, sfoggiato dai suoi stessi autori; quando “Queers for Palestine” chiude gli occhi sull’omofobia di Hamas e della società palestinese; quando i liberal prendono le parti di terroristi totalitari e assassini e dei loro cheerleader.
È disumanizzare quando i giornalisti mettono sullo stesso piano come “prigionieri” gli innocenti civili israeliani rapiti e deportati e i terroristi palestinesi condannati e detenuti per atti violenti; quando i giornalisti parlando della la prossima “tranche” di ostaggi trattando esseri umani in catene come se fossero obbligazioni finanziarie; quando il primo ministro irlandese Leo Varadkar parla del cinico rilascio da parte di Hamas di una bambina irlandese-israeliana di nove anni, Emily Hand, come “una bambina che era scomparsa [sic] e ora è stata ritrovata”.
Offuscare, sminuire, minimizzare il male e le canaglie che lo commettono non fa che accentuare l’oltraggio. E l’indignazione d’Israele.
E’ disumanizzare negare il diffuso odio palestinese verso gli ebrei, e frenare la reazione militare israeliana come generali e strateghi americani e di altri paesi non tollererebbero. I campus universitari se ne stettero tranquilli nel 2017, quando l’America partecipò alla liberazione di Mosul dall’Isis nonostante il “danno collaterale” sia stata la morte di più di 10mila civili innocenti, e non ostili. Per non parlare della potenza di fuoco che scatenarono l’America e i suoi alleati contro i civili per sconfiggere i nazi-fascisti nella seconda guerra mondiale, che dimostra per contrasto quanto sia chirurgica la reazione di Israele.
Gli appelli per un “cessate il fuoco” israeliano (esattamente ciò che vuole Hamas) non sono credibili dopo che le pressioni internazionali imposero dei “cessate il fuoco” nel 2009, 2012, 2014, 2019 e 2021: vale a dire, ogni volta precedente che Israele si era dovuto difendere dagli attacchi dei terroristi. “Ricordatelo – ha detto l’ex segretario di stato Hillary Clinton a The View – C’era un cessate il fuoco fino al 6 ottobre, e Hamas lo ha rotto con il suo barbaro attacco contro pacifici civili”. Hillary Clinton ha aggiunto: “Hamas ha costantemente violato tutti i cessate il fuoco. Israele ha il diritto di difendersi, come l’Ucraina”.
Tale chiarezza morale non impedisce agli israeliani di compiangere la morte dei bambini palestinesi e di tutti gli innocenti coinvolti nel fuoco incrociato. Si tratta semplicemente di ribadire e ricordare che è Hamas che ha scatenato questa guerra ed è Hamas che deve pagarne le conseguenze, mentre l’incapacità dei palestinesi di fare qualunque pressione su Hamas (anche dall’estero) affinché liberi gli ostaggi e se ne vada da Gaza non fa altro che estendere le loro sofferenze.
Israele cerca di ridurre al minimo le vittime civili, ma il suo dovere primario è proteggere i propri cittadini, e poi la civiltà occidentale.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato in modo autorevole, a ottobre, e dovrebbe ripeterlo: Hamas deve essere rimossa. La maggior parte dei palestinesi, a Gaza e all’estero, sostiene la malvagità di Hamas. Il grido morale di Biden riflette la teoria della guerra giusta.
È l’unico modo realistico per porre fine all’attuale crisi umanitaria a Gaza, consentendo allo stesso tempo a Roni Krivoi e a migliaia di altri sopravvissuti israeliani di tornare a dormire la notte come facevano prima del 7 ottobre. (Da: Jerusalem Post, 6.12.23)
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