Chanukkà al buio nonostante le luci che accendiamo e il cinismo della Croce Rossa.. Diario di guerra di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta Data: 09 dicembre 2023 Pagina: 1 Autore: Deborah Fait Titolo: «Chanukkà al buio nonostante le luci che accendiamo e il cinismo della Croce Rossa..»
Chanukkà al buio nonostante le luci che accendiamo e il cinismo della Croce Rossa.. Diario di guerra di Deborah Fait
Quale festa di Chanukkà abbiamo quest’anno? Sì, si riuniscono le famiglie, si accende la prima candelina. Sì, si cantano le canzoncine della festa, soprattutto se ci sono bambini. Tutto sembra normale e sereno. Israele è colorata di bianco e azzurro e ad ogni angolo di strada, si leggono scritte gigantesche e luminose che dicono “Insieme vinceremo- Iachad nenazeach” . Sì, sembra tutto normale ma in realtà si cerca di illuminare con la speranza e il coraggio che non mancano mai, il buio che abbiamo dentro. Il pensiero di tutti noi va agli ostaggi, ancora 138 nelle mani dei terroristi, tra cui 36 bambini, non si sa dove sono tenuti prigionieri, non si sa come stanno. Non si sa se sono ancora vivi. Non possiamo nemmeno prevedere se riusciremo a riportarli a casa salvi. Sani non saranno perché dopo 63 giorni all’inferno non si può rimanere sani e lucidi. I mostri palestinesi dicono ai bambini che Israele non esiste più, che nessuno verrà mai più a prenderli, che non hanno più famiglia. Questo dicono i demoni ai nostri bambini. E se piangono si ritrovano le pistole puntate alla testa e botte, calci, pugni. Se questo non bastasse c’è il comportamento disumano della Croce Rossa che sembra divertirsi a tormentare le famiglie degli ostaggi. A due genitori che pregavano gli addetti alla CRI di far avere al figlio tenuto in ostaggio delle medicine di cui ha vitale bisogno, si sono sentiti rispondere “Pensate ai palestinesi che sono bombardati”.
I rappresentanti della Croce Rossa si sono incontrati con le famiglie degli ostaggi che hanno trattato malissimo. Simona e Roni, i genitori di Doron, hanno sentito l’ultima telefonata disperata del figlio, quel 7 ottobre, “Mi hanno preso, mi hanno preso, mi hanno preso”. Poi il silenzio. Simona ha detto “Siamo usciti dall’incontro (con la CRI) senza informazioni, senza nemmeno una parola di pietà, di consolazione. Hanno saputo dirci soltanto di pensare ai palestinesi che sono bombardati dal nostro esercito”. C’è grande indignazione in Israele per come la Croce Rossa ha gestito la situazione, dal rapimento di massa al massacro del 7 ottobre. “Fanno i tassisti e basta. Portano gli ostaggi, dalle mani dei terroristi, in Israele e il loro compito finisce lì”. Una donna di 84 anni, liberata, aveva chiesto di poter avere le medicine per il diabete. Ha avuto come risposta un rifiuto. Adesso è ancora ricoverata in ospedale in Israele e le sue condizioni sono critiche.
Il gruppo israeliano per i diritti umani, Shurat Hadin, ha scritto una lettera di condanna accusando l’organizzazione della Croce Rossa della stessa indifferenza avuta durante la Shoah. La lettera è stata firmata da 1200 avvocati di tutto il mondo. Una fortuna perché la solidarietà per gli ebrei è cosa rara.
Il nostro destino interessa poco ma ogni tanto qualcuno ha un moto di ribellione e un senso di giustizia.Una commissione del Congresso degli Stati Uniti ha aperto un’indagine su tre delle università più prestigiose del paese. La commissione ha affermato di ritenere che le scuole non stiano facendo abbastanza per affrontare il "dilagante antisemitismo" nei loro campus dopo l'attacco di Hamas contro Israele. Come hanno risposto le università? Un portavoce del MIT ha detto che l’istituto respinge l'antisemitismo in tutte le sue forme ma era molto poco convincente. Alla domanda della presidente repubblicana del Congresso, Elise Stefanik, persona semplicemente fantastica, se lo slogan “Dal fiume al mare la Palestina sarà libera” potrebbe significare il genocidio degli ebrei e se "invocarne il genocidio” violerebbe i codici di condotta relativi al bullismo e alle molestie delle loro università, i rappresentanti dell’MIT, Harvard e Penn, hanno risposto con un vigliacco “dipende dal contesto”. Questa frase ha letteralmente mandato su tutte le furie la presidente che, alla fine, ha concluso, seccamente: “le vostre risposte, secondo me, possono portare a chiedere le vostre dimissioni”.
Tre grandi e famose università che, per una stupida e confusa ideologia terzomondista e antisemita, hanno perso tutto il loro prestigio e anche molte donazioni. Adesso vadano a chiedere soldi ai terroristi palestinesi che ne hanno a volontà.