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La Repubblica Rassegna Stampa
09.11.2023 Israele contro i tunnel
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 09 novembre 2023
Pagina: 10
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «La battaglia tra tunnel e mondo di sopra. Stop all’aerazione per stanare i miliziani»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/11/2023, a pag.10, con il titolo "La battaglia tra tunnel e mondo di sopra. Stop all’aerazione per stanare i miliziani" l'analisi di Daniele Raineri

Festival Internazionale del Giornalismo
Daniele Raineri

How Hamas uses its tunnels to kill and capture Israeli soldiers - The  Washington Post
Tunnel a Gaza

TEL AVIV — A questo punto lo scenario plausibile nei prossimi giorni a Gaza City man mano che l’assedio delle forze israeliane si stringe da Nord e da Sud sarà la separazione temporanea tra due mondi. Il mondo di sotto, quel reticolo di tunnel che attraversa in profondità la sabbia della Striscia «come una ragnatela » — così lo descrive una donna ebrea ostaggio di Hamas che ci ha passato giorni prima di essere liberata e rivedere la luce del sole — e nasconde una quantità imprecisata di uomini del gruppo palestinese e i loro leader. E il mondo di sopra, dove i soldati israeliani tentano di conquistare il controllo dei quartieri, di sfuggire alle imboscate di Hamas che vengono anche dal sottosuolo e di gestire centinaia di migliaia di civili, che un po’ vanno verso Sud e un po’ si sono nascosti nelle loro case oppure hanno cercato rifugio nei grandi ospedali della città — in attesa che si materializzi anche un piano politico un minimo realistico per il dopoguerra. Nei prossimi giorni, ma ora siamo ancora alla fase iniziale dell’assedio e i circa quarantamila soldati di Hamas si muovono con libertà all’aperto: la separazione verrà dopo e non potrà durare a lungo per ragioni tecniche. Israele nei comunicati ufficiali della Difesa dice di avere distrutto centocinquanta tunnel in dodici giorni di invasione e l’impressione è che per ora si tratti soltanto della periferia del sistema. Anche perché la sicurezza con la quale i genieri dell’unità Yahalom — che vuol dire “diamante” — gettano esplosivo nei cunicoli che trovano fa pensare che non siano i tunnel principali, i tratti più importanti della cosiddetta “Metro”, quelli dove si trovano gli ostaggi e i comandanti di Hamas. Una troupe della Nbc che due giorni fa è entrata embedded con i soldati israeliani nella Striscia, settore Nord, dice di averli visti distruggere un tunnel profondo una quindicina di metri, che alcuni uomini di Hamas avevano usato per sbucare all’improvviso alle loro spalle e sparare. Ma sappiamo da un reportage video di RT (ex Russia Today) del 2021 che i tunnel cruciali sono profondi sessanta metri, con volte di cemento per resistere alla pressione sovrastante, cavi telefonici che gli israeliani non possono intercettare, sistemi di ventilazione che cambiano l’aria — altrimenti si soffocherebbe — e piccole rotaie per spostare carichi. La profondità garantisce un certo gradodi protezione contro i bombardamenti di Israele, che a volte riescono a far collassare i tunnel più vicini alla superficie. È successo due giorni fa, quando il cortile di una scuola costruita dalle Nazioni Unite si è afflosciato verso il basso, segno che da qualche parte lì sotto un tunnel è crollato e la terra si è abbassata. Joel Roskin, un geologo dell’università Bar-Ilan, sostiene che ci siano tre sistemi comunicanti di tunnel, a circa dieci, trenta e settanta metri di profondità, che Hamas usa per scopi diversi. Il sistema meno profondo serve alla guerra e ad andare da una postazione di lancio dei razzi a un’altra ma è vulnerabile ai radar, quello intermedio ospita la maggior parte dei combattenti e del materiale bellico e quello più basso è il rifugio dei leader e degli asset di valore come gliostaggi. Quelli liberati dicono di avere camminato nella Metro «per chilometri, ci abbiamo messo due, tre ore» e che il fondo era bagnato. IlNew York Times ha scritto che secondo fonti d’intelligence Hamas in questi gironi costruiti dall’uomo ha accumulato scorte “per mesi”. Il punto debole è che la sopravvivenza all’interno del sistema è appesa ai generatori diesel per la luce e la ventilazione e i generatori non sono che motori a scoppio: non possono funzionare al chiuso, devono avere condotti di scarico vicino alla superficie. La ragnatela di cemento funziona in modo eccellente nel caso di una campagna aerea di qualche settimana, ma se ci sono soldati nemici al livello del suolo che possono scoprire gli scarichi e le bocche di ventilazione è molto vulnerabile.

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