Un mese è passato, in Israele si accendono le candele e si piange
Diario di guerra di Deborah Fait
È passato giusto un mese da quel sabato in cui tutto Israele si preparava a festeggiare Simchat Torah, la gioia della Torah, che si svolge al termine della festività di Sukkot. Per questo, per celebrare la Gioia della Vita, centinaia di ragazze e ragazzi si erano ritrovati nel Negev per cantare e ballare. Improvvisamente dal cielo calarono uomini neri, altri arrivavano da terra incominciando a sparare sui ragazzi, a braccarli mentre fuggivano terrorizzati. Non capivano cosa stesse accadendo. Loro erano là per divertirsi, per ballare, non facevano del male a nessuno. Cosa volevano quegli uomini neri? Volevano ucciderli, ucciderli tutti. Erano ebrei? Allora dovevano morire e ne ammazzarono 260 sparando loro alla schiena mentre fuggivano terrorizzati, li scovavano nei cespugli mentre tentavano di chiamare casa “Papà mi stanno uccidendo, papà, papà”, un colpo e poi silenzio. Li tiravano fuori dalle auto con cui cercavano di allontanarsi da quell’ inferno.
Una carneficina, una macelleria. Hanno stuprato e portato a Gaza quanti più potevano. Là, nella piazza di Gaza, hanno dato fuoco ad alcune ragazze mentre erano vive. Ieri ho parlato con una giovane che era stata stuprata quella mattina maledetta ed era riuscita a mettersi miracolosamente in salvo. Ora ha scoperto di essere rimasta incinta. Abortirà, non può pensare di mettere al mondo una creatura concepita nell’odio e nel terrore. Mi ha detto che preferirebbe che il terrorista che l’ha stuprata l’avesse anche uccisa perché non potrà più, mai più, avere una vita normale. Erano là, nel Negev, centinaia di ragazze e ragazzi per celebrare la gioia della vita senza sapere che i mostri avrebbero invece celebrato la loro morte. Nello stesso momento della carneficina al concerto, tutto Israele fu svegliato dalle sirene e piombarono su di noi 5000 missili. Con un’azione perfettamente e diabolicamente coordinata, 3000 non-umani piombarono nei kibbuzim dove bruciarono, ammazzarono, stuprarono, torturarono più di 1000 persone innocenti, donne, neonati, bambini, mamme , papà, nonne e nonni. Più di 1400 assassinati in quel Sabato Nero che può ricordare solo Auschwitz. Era il 7 ottobre, e nello stesso momento, per tutto il giorno, la popolazione di Gaza e dei territori di Giudea e Samaria occupati dai palestinesi, fecero festa urlando Allahu Akhbar, pazzi di gioia per i massacri di ebrei. Li abbiamo visti nei telegiornali, ammutoliti di dolore vedevamo tutta quella gente alzare le braccia al cielo e ringraziare il loro Dio, passarsi l’un l’altro dolci e caramelle. Non potevamo crederci ma era successo e stava succedendo che delle persone fossero folli di felicità per la nostra morte. Il giorno successivo incominciarono le manifestazioni antisemite nel resto del mondo, giovani italiani, arabi, francesi, americani, tedeschi, inglesi, coperti con la bandiera di un paese che non esiste e di bandiere rosse dei comunisti (dinosauri che cercano di rivivere nell’odio antisemita) urlavano che Israele doveva morire. Da Roma a New York, da Londra a Los Angeles, da Milano, Napoli al resto d’Europa è stato un unico grido di odio contro gli ebrei. Molti amici mi chiedono “Perché vi odiano tanto?” Che dire? Non esiste risposta. Non esiste risposta nemmeno per le condanne a Israele.Ogni palestinese morto va sul conto di Hamas che li rappresenta e che li usa come scudi umani. Israele, unico paese al mondo, avvisa la popolazione di mettersi in salvo, manda milioni di volantini, fa telefonate personali alle famiglie. Purtroppo Hamas impedisce la fuga perché vuole morti, tanti morti. Tutto è stato pensato, tutto è stato organizzato in modo perfettamente satanico perché il resto del mondo ritenga Israele responsabile. Il Male sta vincendo sul Bene.
Deborah Fait