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Il Giornale Rassegna Stampa
21.10.2023 I palestinesi devono cambiare strada
Fiamma Nirenstein intervista Khaled Abu Toameh

Testata: Il Giornale
Data: 21 ottobre 2023
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «I palestinesi devono cambiare strada»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 21/10/2023 l'intervista di Fiamma Nirenstein con il titolo "I palestinesi devono cambiare strada".

A destra: Khaled Abu Toameh

Fiamma Nirenstein, Autore presso Fondazione Luigi Einaudi
Fiamma Nirenstein

Khaled Abu Toameh è un giornalista e analista palestinese unico, da anni fronteggia i pericoli che il suo mondo diviso fra il regime religioso-fascista di Hamas e quello autoritario della Autorità nazionale palestinese di Mahmoud Abbas riservano a chi dice la verità. Gli articoli di Khaled sul Jerusalem Post sono una fonte di conoscenza spietata, senza rivali delle dinamiche politiche e ideologiche palestinesi.
Khaled lei oggi scrive sul Jerusalem Post che, anche in base a accordi presi nei mesi scorsi, Hamas aspetta con ansia che Hezbollah entri in guerra a suo fianco. Accadrà?
“La fratellanza strategica e ideologica delle due organizzazioni è fuori di dubbio, anche recentemente a Beirut sia Hamas che la Jihad Islamica hanno fatto svariate visite a Nasrallah… Non importa se una è sciita e l’altra sunnita”.

Con la supervisione dell’Iran…
“Hezbollah non farebbe nessuna mossa senza il nulla osta dei suoi patron. Per ora quello si vogliono fare vivi senza troppo impegno, i colpi di artiglieria sono intensi, ma alla vigilia dell’ingresso a Gaza non vogliono farne, per ora, un casus belli… però in queste situazioni la situazione può sfuggire di mano. Se un colpo di mortaio colpisce un gruppo di israeliani, è fatta. Hamas nel 2006 non si aspettava che Israele dopo il rapimento dei soldati arrivasse a Beirut: Nasrallah disse poi che era pentito. Ma il suo legame con Gaza, con l’Iran, possono determinare sviluppi; è una guerra ideologica. In Hamas l’aggressività è cresciuta nel tempo col coordinamento su base regolare”.

Biden ha ripetuto che la bestialità dell’attacco è tipico solo di Hamas, che i palestinesi sono un’altra cosa. Lei ha parlato con la sua gente, è stupefatta? Disgustata? O invece soddisfatta, approva?
“Lo stupore c’è eccome, ma si manifesta poco e in segreto sulla strage orribile: si ha paura di essere creduti sostenitori di Israele. Semmai in pubblico si esclama sulla dimensione dell’attacco, non si pensava che Hamas fosse in grado di agire su vasta scala. Ma di rifiuto morale, e io sono certo che ce ne sia, non si trova espressione”.

Anche perché Abu Mazen non ha mai condannato
“All’inizio uscì un post in cui si dissociava, e poi però l’ha cancellato. Eppure Abu Mazen desidera che Hamas scompaia, ne ha subito svariate sconfitte e non solo alle elezioni del 2007. Nell’Autorità Palestinese stessa, nelle Istituzioni, Università, unioni degli insegnanti, unioni dei lavoratori… Hamas vince sempre!”.

Eppure anche Abu Mazen conta cercando il consenso sull’antisemitismo, sull’odio per Israele, sulla copertura del terrorismo.
“Ma Hamas è forte perché la leadership di Abu Mazen è vecchia, corrotta, incapace, non porta a casa nessun risultato pensa solo a sé stessa. Ma anche a Gaza ci sono state proteste subito stroncate. E pochi vi hanno partecipato. La maggioranza sostiene dei leaders feroci, fanatici, che non le ha portato che guerre, distruzione, che coi finanziamenti ha costruito missili e terrorismo”.

E le masse dei civili sofferenti di Gaza vedono la situazione in cui Hamas li ha messi?
“Non so. Spero solo che, se Israele è serio è porta al rovesciamento di Hamas, nasca una nuova leadership palestinese che renda chiara la sua rottura col passato. Per ora è difficile sostenere che i palestinesi di Gaza non siano legati a Hamas”.


Cosa vuol dire “se Israele è serio”?
“Vuol dire che deve avere la forza d’animo e la pazienza di distruggere tutte le complesse istallazioni belliche che Hamas con molti uomini, molti soldi, su grandi spazi, ha costruito. Ci vorrà molto tempo”.

Sta parlando di occupazione?
“La chiami come vuole. Sto parlando di restare disponibili per molto tempo a non lasciare un territorio inquinato dalla guerra e dall’odio. La presenza dell’Autorità palestinese di Abu Mazen, dovrà nel caso contribuire con un lavoro di mesi e di anni”.
Lo può fare la leadership che lei descriveva poco fa?
“Mahmoud Abbas, ma anche al-Sisi, non sognano altro che di veder scomparire Hamas. Devono prendere una posizione coraggiosa e decidere di cambiare il futuro del popolo palestinese”.

Biden ha parlato di “due Stati per due popoli”
“Una formula consumata; se Israele si ritirasse dal West Bank, in un attimo Hamas prenderebbe il sopravvento. E sarebbe un bagno di sangue. Basta con le formulette: i palestinesi devono dedicarsi a una profonda riflessione andare oltre le dittature e la corruzione che li domina, oltre la disastrosa pulsione islamista che ha preso il sopravvento. Basta. Chiediamoci what went wrong, “che cosa è andato male?”.     

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