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Il Giornale Rassegna Stampa
11.10.2023 Oltre l’Isis, l’orrore palestinese
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 11 ottobre 2023
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Oltre l’Isis, l’orrore palestinese»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 11/10/2023 l'analisi di Fiamma Nirenstein con il titolo "Oltre l’Isis, l’orrore palestinese".

Fiamma Nirenstein, Autore presso Fondazione Luigi Einaudi
Fiamma Nirenstein

Pensavamo di aver visto l’estremo dell’umana crudeltà, al tempo dell’Isis, con le decapitazioni di Abu Bakr al-Baghdadi: i disperati in ginocchio di fronte al boia col cappuccio che taglia la testa con un coltellino, le file di cristiani in ginocchio sulla spiaggia decapitati uno dopo l’altro, (ne ricordo 28 in fila), Daniel Pearl il giornalista che prima della decapitazione ne denuncia la semplice ragione dicendo “io sono ebreo”. Sì, pensavamo di aver visto tutto. Non è così: Hamas dopo l’assalto, la strage di civili, gli assedi finiti in eliminazione di famiglie e rapimenti di vecchi e bambini, dopo l’eccidio dei ragazzi che ballavano a una festa… adesso ci costringe a scoprire uno scenario che nessuno nel mondo odierno poteva immaginare. Nelle rovine di Kfar Aza, il kibbutz dove vivevano giovani coppie di studenti lavoratori che coi loro bambini sono stati sterminati o rapiti, si è visto l’impensabile. Non si era vista in nessuna parte del mondo moderno, mai, la decapitazione di neonati, di bambini: adesso, c’è toccato vederne i corpi privati del loro capino, fra quelli di altri decapitati, ragazzi. Ci sono parole? Sì, ce ne sono, sono quelle che stabiliscono una volta per tutte che qui è in corso una battaglia che deve essere senza tregua con chi compie un gesto che chiamare bestiale farebbe torto agli animali. Questi terroristi sono una setta religiosa parte dell’Islam, è una cultura, una storia di cui già al-Qaeda ha dato rappresentazione prima dell’11 di settembre con le decapitazioni di Nicolas Berg, di Jack Hensley, di altri ancora. Tagliare la testa, e soprattutto tagliarla a un bellissimo bambino, a un ragazzo (come ai ragazzi uccisi in frotta mentre scappavano terrorizzati dalla festa) dice una cosa precisa: non ci sono limiti all’odio, e in secondo luogo a ciò che si far spinti dal fanatismo. Hamas può fare, farà di tutto, e come Hamas anche gli Hezbollah e l’Iran. Deve cessare, adesso, subito, la ridicola equiparazione delle parti, quando Unione Europea o l’ONU invitano “le due parti” a parlare: a parlare con chi? Con la leadership che ha spinto i delinquenti sulle Subaro armati fino ai denti di armi automatiche, allenati nell’uso del coltello, a accanirsi sui neonati ebrei? Non facevano questo i nazisti? Non fu inutile il tentativo inglese di parlare con Hitler? Non è inutile, e se ne ha prova ogni giorno nella guerra in corso fra Russia e Ucraina, cercare lo sguardo di chi lo usa solo per individuare il nemico da fare a pezzi? I giornali e le TV dell’Autorità palestinese, ieri, non hanno condannato i crimini di Hamas, anzi, li hanno ampiamente lodati! La famosa scelta di Abu Mazen “pay for slay”, gli stipendi ai terroristi, non è mai stata messa in discussione. E l’Unione Europea invita alla discussione dei suoi ministri degli esteri sia Israele che i palestinesi! Avrebbe mai invitato un sostenitore dell’Isis? Adesso, la decapitazione dei bambini, non creerà finalmente un sentimento come quello che consenti al mondo di entrare in guerra contro il nazismo dopo Pearl Harbour? Che dopo il 9 di settembre ha consentito la distruzione di al-Qaeda? O Israele resterà presto di nuovo solo? Allora vuol dire che Hamas fa bene a contare sull’antisemitismo, bestia gigantesca che ha già mostrato la sua nuova testa contro Israele.

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