Israele sotto attacco complici le vergogne dell’occidente Analisi di Giuliano Ferrara
Testata: Il Foglio Data: 09 ottobre 2023 Pagina: 1 Autore: Giuliano Ferrara Titolo: «Israele sotto attacco complici le vergogne dell’occidente»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/10/2023, a pag. 1, con il titolo 'Israele sotto attacco complici le vergogne dell’occidente' l'analisi di Giuliano Ferrara.
Giuliano Ferrara
Israele sotto attacco. Missili da Gaza a raffica. Proclami della Jihad islamica e di Hamas. Infiltrazioni massicce e presa di ostaggi. Morti e distruzioni. Contromobilitazione e guerra aerea. Cancellate le manifestazioni contro il governo per la riforma della giustizia. I riservisti pronti al combattimento dopo i mugugni delle settimane e dei mesi passati. Le notizie di sabato, shabbat, sono un film in progress della vergogna dell’occidente, a cinquant’anni dall’aggressione dello Yom Kippur. Da tempo Netanyahu e il suo governo, che comprende personaggi odiosi della peggiore destra e del fanatismo osservante, sono sotto attacco dell’opinione pubblica internazionale. La solidarietà con Israele non si porta più, non è più di moda. Va alla grande la delegittimazione di uno stato guarnigione, rifugio della democrazia e degli ebrei in una regione devastata dall’odio antisemita e dalla volontà di eliminare, annientare un popolo e le sue radici. Israele occupava la Striscia, Sharon la evacuò delle truppe e chi se la riprese, povera e derelitta, l’ha resa più povera e derelitta di prima nonostante ingenti aiuti internazionali, ne ha fatto un rifugio terrorista e una piattaforma di lancio della guerra, dopo aver distrutto case e sinagoghe, dopo aver sfregiato il meglio che i coloni avevano lasciato. Intanto gran parte dell’occidente riflessivo e affluente era impegnata nel boicottaggio, nell’appello alla rivolta contro il governo voluto da una maggioranza del parlamento, la Knesset, e i progressi della diplomazia internazionale incrementati da Netanyahu e dai suoi, una benedizione, hanno fatto da schermo al rilancio del revanscismo islamista e antisraeliano. Intanto si forgiava una nuova catena di armi e progetti di distruzione, dall’Iran alla Siria, e di elezione in elezione, in mezzo al vuoto politico, il disorientamento nazionale israeliano, la favola ingorda e feroce della fine della democrazia a Gerusalemme, cresceva con il sostegno e il plauso dell’orientamento internazionale dei buoni, dei pacifisti a oltranza, contando sulle grandi libertà di tono degli ex funzionari del Mossad, dei capi o ex capi dell’esercito, delle organizzazioni attivistiche ostili al Likud e ai suoi uomini, delle couche intellettuali e letterarie che spopolano a Tel Aviv come a New York e altrove. Tra le nostre vergogne, appena compensate dalla necessaria unità contro l’aggressione russa all’Ucraina, un riflesso di autodifesa europea e Nato, c’è l’Afghanistan tornato orrendamente talebano, l’Iran nelle mani della polizia morale contro il movimento “Donne vita libertà”, la distruzione del dissenso russo a colpi di processi farsa e incarcerazione dei suoi militanti, i deliranti movimenti mercenari e filorussi nel medio oriente e in Africa, e la mancata costruzione di una vera difesa per statuto e per cultura e per decenza istituzionale dello spazio sacro di Israele in mezzo ai suoi nemici irriducibili e genocidi. Ecco il risultato. In Israele la minaccia esistenziale induce in un istante alla sospensione delle ostilità interne, e ideologiche, con il capo dell’opposizione che partecipa al briefing del governo legittimo e la generalità dei cittadini che risponde alla chiamata. Si spera che un fenomeno analogo si produca in un’Europa ossessionata dalla resa biancoverde agli assalti rossobruni.
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