Grazie Pallywood: le foto (quelle vere) che non vedrete mai
Commento di Deborah Fait
La propaganda palestinese, di cui sono spesso complici gli inviati dei media internazionali, è l’invenzione più diabolica pensata da quel genio del male che rispondeva al nome di Yasser Arafat e proseguita con lo stesso diligente odio dal suo successore, Abu Mazen. Gli esempi sono migliaia, da finti cadaveri di bambini (vivi) disposti a terra e truccati con finto sangue, ai funerali fasulli dove il supposto morto si muove sotto il lenzuolo e, a volte, si alza fuori tempo pensando di non essere più ripreso. Dalla faccenda oscura di Mohammed Al Durra (seconda intifada), della cui supposta morte è stato accusato Israele per anni con tanto di manifestazioni antisemite organizzate da Rifondazione Comunista, segretario Bertinotti. Sembra, secondo alcune testimonianze e prove (il video diffuso non era integrale) che Mohammed Al Durra sia vivo e, ormai uomo, viva in Giordania. Purtroppo ancora oggi, nel mondo arabo e tra il popolo della sinistra, è ricordato come un martire. Centinaia, migliaia di immagini propaganda date in pasto all’eterno pregiudizio dell’uomo della strada, al suo latente antisemitismo e al politically correct terzomondista per cui i terroristi palestinesi sono buoni e valorosi combattenti contro il cattivo, capitalista e sionista Israele.
Queste due immagini sono la dimostrazione di quanto scrivo. Nella prima sopra la foto si legge “Una coraggiosa ragazza palestinese dice a un soldato israeliano: “Io non sono una stupida ragazzina musulmana di Tik Tok, Io sono un’araba musulmana e combatterò per Al Aqsa (la moschea sul Monte del Tempio) fino al mio ultimo respiro. Fermami se ne sei capace”. La vera foto dimostra che la scena si è svolta in Cile e che sia il soldato che la ragazzina non hanno niente a che vedere con Israele e i palestinesi.
Nella seconda foto si vede un bambino palestinese che sembra spaventato e un soldato israeliano che corre minaccioso contro di lui. Allargando l‘immagine si presenta una scena completamente diversa: il soldato gioca a ping pong con alcuni ragazzini palestinesi e l bambino “spaventato” fa il tifo e sta contro il muro per non essere d’intralcio ai giocatori. Immagini simili, diffuse in tutto il mondo, e unite all’eterno vittimismo palestinese, hanno provocato ondate di furioso antisemitismo sempre pronto a emergere dalle ceneri sotto cui arde più vivo che mai.
Una foto vale più di mille parole. Purtroppo sappiamo che, troppo spesso, nemmeno questo serve a convincere l’opinione pubblica che Pallywood denuncia una fiorente industria dell’odio contro Israele finanziata con i milioni dell’Europa e degli USA ai “poveri e innocenti palestinesi”.
Grazie Pallywood!