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Informazione Corretta Rassegna Stampa
28.09.2023 Deborah Fait risponde a un lettore
Da Riad a Gerusalemme

Testata: Informazione Corretta
Data: 28 settembre 2023
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Da Riad a Gerusalemme»

Israel congratulates Saudi Arabia on National Day

Gentile Deborah: leggendo gli articoli su IC di Fiamma Nirenstein, noto che le proteste in corso in Israele non suscitano in lei particolare preoccupazione. Oggi, anche nel video postato su questa rassegna stampa, traspare un certo ottimismo in relazione alla soluzione palestinese. Sinceramente spero che si arrivi ad un accordo tra Riad e Gerusalemme; secondo Fiamma Nirenstein, una tale soluzione potrebbe mettere da parte Abu Mazen, dando così ai palestinesi la possibilità di un proprio stato. Non entro nel merito della riforma della Corte, ma per un ipotesi di soluzione con i palestinesi, credo che il problema non riguarda solo i capi, ma anche la popolazione. Finchè nei villaggi arabi ad ogni massacro di civili ebrei, si festeggia con canti e dolci, finchè al confine con Gaza il popolo accorre con le mamme anche con bambini incuranti dei pericoli, finchè l'odio verso gli ebrei viene profuso dalle famiglie alle scuole alle istituzioni, il problema secondo me, resta irrisolvibile. Quando discuto di tutto questo mi accorgo che di fronte quasi sempre, anzi sempre, mi trovo persone in cui l'ignoranza domina sovrana sia in buona fede che in cattiva fede; come Radio 3 Mondo di questa mattina, che riferendosi ad un eventuale accordo tra Israele ed Arabia Saudita, commentava che Israele dovrebbe ritirarsi dalla Cisgiordania da Gerusalemme est, dalle alture del Golan e dalla Striscia di Gaza. Sappiamo bene che nella Striscia non vi è nessun israeliano sia militare che civile; per il Golan basterebbe conoscere il Diritto Internazionale per capire quanto Israele abbia il diritto di fare proprio quel territorio. Allora con tali interlocutori, meglio tagliare corto affermando che la questione è molto semplice: i palestinesi non ambiscono ad un proprio stato, ma non vogliono che esista uno stato ebraico. Mi auguro che l'opinione della dott-ssa Nirenstein possa prevalere, e arrivare, non dico ad una pace definitiva, ma perlomeno ad un tempo di stabilità. Un abbraccio... shalom... 

Angelo Di Palma 

 Gentile Angelo, 
Anch’io vorrei con tutto il cuore che le previsioni di Fiamma Nirenstein si avverassero ma non sono così ottimista. Come lei giustamente fa notare i palestinesi sono pieni di un odio incancrenito che dalle loro classi dirigenti arriva fino al popolo. Secondo gli ultimi sondaggi, l’80% degli arabi palestinesi è favorevole a proseguire con il terrorismo fino alla fine dei secoli. A loro non importa niente della pace e di avere uno stato. Avrebbero potuto ottenerlo molti anni fa ma hanno sempre rifiutato ogni offerta, anche la più generosa. Abu Mazen continua imperterrito la sua campagna antisemita sia all’ONU che in Europa dove trova sempre seguito e simpatie. I palestinesi usano abitualmente l’arma del ricatto e la paura del terrorismo è un freno a qualsiasi desiderio di pace. I sauditi non hanno nessuna simpatia per loro ma continuano a dire che nessun accordo si farà finché Israele non cederà alle richieste assurde di Abu Mazen. Questa è la politica da queste parti ed è la politica antisemita europea e statunitense, spogliare Israele di tutto ciò che è suo e ridurlo, forse, a qualche quartiere di Tel Aviv, poi basterà una spinta per realizzare il sogno di Arafat: buttare gli ebrei n mare. Senza i palestinesi e le loro pretese assurde, Israele avrebbe già fatto la pace con la maggior parte dei paesi arabi. Purtroppo la grande invenzione di un popolo da opporre agli ebrei, partita dal KGB e Arafat a Mosca negli anni sessanta, e poi il suicidio di Israele con gli accordi di Oslo hanno mandato tutto all’aria e adesso possiamo solo sperare che chi è ottimista abbia ragione. Un codiale shalom

takinut3@gmail.com

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