Israele/Arabia Saudita: colloqui Commento di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 27 settembre 2023 Pagina: 15 Autore: Davide Frattini Titolo: «La visita storica di un ministro di Israele dai sauditi: 'Un ponte'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 27/09/2023, a pag.15, con il titolo "La visita storica di un ministro di Israele dai sauditi: 'Un ponte' " l'analisi di Davide Frattini.
Davide Frattini
Haim Katz
Rotte di volo che si incrociano. Ma obiettivi diplomatici così lontani che sembra difficile possano viaggiare insieme. Haim Katz, ministro per il Turismo, è il primo rappresentante di un governo israeliano a visitare ufficialmente l’Arabia Saudita per partecipare a una conferenza organizzata dalle Nazioni Unite: «Il turismo è un ponte tra i Paesi», proclama. Nelle stesse ore l’inviato di Riad è arrivato a Ramallah, in Cisgiordania, per ribadire che il regno del Golfo «lavora alla creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme Est come capitale». Quel ponte che Joe Biden, il presidente americano, sta cercando di gettare tra Gerusalemme e Riad deve ancora essere rafforzato. Gli alleati di Benjamin Netanyahu nella coalizione di estrema destra hanno già chiarito che non permetteranno «regali» ai palestinesi. In cambio della normalizzazione delle relazioni — «una svolta storica imminente» ha promesso il primo ministro israeliano — i Sauditi otterrebbero «solo» il via libera al programma nucleare civile. È difficile — dopo l’incontro con il raìs Abu Mazen e la conferma del sostegno «alla causa palestinese» promesso dall’ambasciatore del principe ereditario Mohammed bin Salman — che la petro-monarchia si possa tirare indietro davanti a tutto il mondo arabo. A Riad tre anni fa Netanyahu era già atterrato, una visita segreta — e resa pubblica dal premier per l’irritazione del principe — accompagnato da Yossi Cohen, allora capo del Mossad, con Mike Pompeo, segretario di Stato per l’allora presidente Donald Trump, a far da mediatore. Biden e i suoi consiglieri restano sospettosi: il primo ministro potrebbe prendere tempo e aspettare che alla Casa Bianca ritorni l’amico Donald, di sicuro meno preoccupato per le proteste che vanno avanti da quasi dieci mesi contro il piano giustizia portato avanti dal governo israeliano, considerato un pericolo per la democrazia dagli oppositori.
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