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Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.09.2023 'Sauditi pronti a riconoscere Israele a inizio 2024'
Giuseppe Sarcina intervista Lindsey Graham

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 settembre 2023
Pagina: 12
Autore: Giuseppe Sarcina
Titolo: «'Aiuti all’Ucraina anche se vince Trump. Però gli europei dovrebbero dare di più'»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/09/2023, a pag. 12, con il titolo 'Aiuti all’Ucraina anche se vince Trump. Però gli europei dovrebbero dare di più', l'intervista di Giuseppe Sarcina.

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Giuseppe Sarcina

Mosca, senatore Usa Lindsey Graham nella lista dei ricercati - Mondo - ANSA
Lindsey Graham

Una notizia: «All’inizio del prossimo anno i sauditi potrebbero riconoscere Israele». Una rassicurazione: «Se Trump vince le elezioni, gli Stati Uniti continueranno a sostenere l’Ucraina». Infine, un avvertimento: «Con Trump, la Nato sarebbe ancora più forte, ma i Paesi europei dovranno spendere di più per contribuire alla difesa comune». Lindsey Graham, 68 anni, è uno dei senatori più influenti d’America. Per lungo tempo al Congresso ha lavorato in tandem con John McCain. Poi ha appoggiato Trump, con cui, dice, ha «passato molto tempo». Il senatore della South Carolina ne parla con il Corriere , a margine del «Teha» il forum organizzato da The European House Ambrosetti, a Cernobbio. 

Partiamo dalle novità. Può confermare le indiscrezioni su un accordo complessivo tra Stati Uniti e Arabia Saudita? «Abbiamo buone possibilità di arrivare a un’intesa all’inizio del 2024. I sauditi ci chiedono un impegno per la difesa comune, la tecnologia nucleare per uso civile e una serie di patti economici. Sono tutte cose che possiamo fare. E Biden può contare sull’ampio consenso del Senato: ci sono 67 voti a favore su base bipartisan (su 100, ndr). In cambio l’Arabia Saudita riconoscerà Israele. Una svolta storica che cambierà il Medio Oriente per sempre». 

E i palestinesi? «Devono partecipare anche loro all’accordo». 

In che modo? La soluzione della convivenza tra «due Stati», Palestina e Israele, non pare così praticabile... «Sì, è complicato. Ma i sauditi si faranno garanti di molte altre richieste palestinesi. È ancora materia di negoziato». 

La Cia accusa il principe saudita Mohammed Bin Salman di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. «Guardi, anch’io sono stato molto critico all’epoca. Ma la sfida oggi è spingere l’Arabia Saudita a cambiare. Ci sono stato diverse volte negli ultimi mesi. Stanno facendo progressi. Le donne possono guidare e uscire di casa senza essere scortate da un uomo. È un percorso da incoraggiare...» 

Un percorso lastricato di petrodollari, giusto? «L’Arabia Saudita mette sul piatto mille miliardi di dollari di investimenti. Possono davvero cambiare il Paese e il Medio Oriente solo con il concorso dell’Occidente, non solo degli americani. Trump lo aveva capito». 

Eccoci a Trump allora. Vincerà le elezioni del novembre 2024? «Guardo i sondaggi. Penso che sarà una gara molto serrata. Davvero. Con possibilità divise al 50%». 

Ma Trump rischia di finire in galera per aver provato a rovesciare il risultato elettorale. «È difficile che i processi si terranno prima delle elezioni, E in ogni caso la maggioranza dei repubblicani ritiene che queste inchieste siano motivate politicamente». 

Quanto alla Crimea, non ci possono essere dubbi: è parte integrante dell’Ucraina Non possiamo concludere un accordo che premi Putin, non può cavarsela dopo che il suo esercito ha commesso massacri. Lo crede anche lei? «Beh, qui i giudici in campo sono dei liberal...» 

Il 6 gennaio 2021 lei era dentro il Congresso mentre i trumpiani lo assaltavano... «E chi lo ha fatto deve finire in galera. Non c’è dubbio. Ma Trump non ha avuto un ruolo diretto». 

Vedremo come finiranno i processi. Immaginiamo Trump di nuovo nello Studio Ovale. Taglierà gli aiuti militari all’Ucraina? «Non credo. Il modo migliore per prevedere che cosa farà Trump e guardare a che cosa ha fatto quando era alla Casa Bianca. Ricordo che a un certo punto voleva ritirare i nostri militari dall’Afghanistan. Mi impegnai, con altri, a fargli cambiare idea, dicendogli: se andiamo via da lì, le minacce per la nostra sicurezza nazionale aumenteranno. Trump si convinse. Poi Biden ha deciso la ritirata, lasciandosi alle spalle un paesaggio di desolazione. Ecco, se noi abbandonassimo l’Ucraina, commetteremmo l’errore di Biden al cubo». 

Il partito repubblicano, però, è diviso... «Vero, anche l’Europa lo è. Ma la maggioranza dei conservatori è per andare avanti e sostenere l’Ucraina fino alla vittoria. Al Senato, per esempio, possiamo dire che circa il 70% dei repubblicani sia su questa linea». 

Biden starebbe, però, anche esplorando vie per il negoziato, senza allentare l’invio di armi. Che ne dice? «C’è un punto fermo su cui ritengo ci sia un largo consenso: non possiamo concludere un accordo che premi Putin. Non possiamo consentirgli di cavarsela dopo che il suo esercito ha commesso massacri, stupri, saccheggi in Ucraina. Se molliamo adesso, Putin sarà più forte che mai e noi avremmo preparato il terreno per un’altra aggressione. Aggiungo: se non colleghiamo l’aggressione dell’Ucraina a ciò che può accadere a Taiwan (insidiata dalla Cina, ndr) ci perdiamo molto dello scenario mondiale». 

Al Pentagono pare siano piuttosto scettici sulle possibilità che gli ucraini possano riconquistare tutti i territori occupati, in particolare la Crimea. «Credo, invece, che nel giro di un anno l’esercito ucraino farà progressi sostanziali. Quanto alla Crimea, non ci possono essere dubbi: è parte integrante dell’Ucraina». 

Può essere restituita a Kiev con una formula politico-diplomatica? «Sono aperto alle formule creative. Ne possiamo discutere. A patto che non rappresentino un colpo di spugna. Ripeto: nessun premio, nessun regalo a Putin».

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