Vertice segreto a Roma, Israele e Libia più vicine Cronaca di Daniele Raineri
Testata: La Repubblica Data: 28 agosto 2023 Pagina: 15 Autore: Daniele Raineri Titolo: «Vertice segreto a Roma, Israele e Libia più vicine: “Un incontro storico”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/08/2023, a pag. 15, l'analisi di Daniele Raineri dal titolo "Vertice segreto a Roma, Israele e Libia più vicine: “Un incontro storico” ".
Daniele Raineri
Najla al Mangoush
Fonti israeliane rivelano che il ministro degli Esteri di Israele, Eli Cohen, ha incontrato la ministra degli Esteri del governo libico di Tripoli, Najla al Mangoush la settimana scorsa a Roma. Tripoli e Gerusalemme in teoria non hanno relazioni diplomatiche dal 1965 e quindi si capisce la scelta di un luogo neutro e discreto per l’incontro – organizzato anche grazie a una lunga mediazione del governo italiano e con la supervisione del ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Si sono visti mercoledì 23, ma non alla Farnesina. Ci hanno pensato loro a scegliere il posto», dicono fonti informate a Repubblica . Mangoush e Cohen hanno parlato di aiuti umanitari da parte degli israeliani, di progetti per l’agricoltura e la gestione dell’acqua e di una possibile cooperazione per salvare i siti legati alla presenza ebraica in Libia. Il colloquio, che Cohen ha definito «storico» e «un primo passo», va nella direzione di un possibile processo di normalizzazione tra l’Ovest della Libia sotto il controllo del cosiddetto Governo di unità nazionale guidato dal premier Abdul Hamed Dbeibeh e Israele. Andrebbe a inserirsi nella sequenza di accordi diplomatici senza precedenti fra Gerusalemme e Paesi arabi cominciata nell’agosto 2020. Non è un caso che i rapporti fra il governo di Tripoli e gli Emirati Arabi Uniti di recente siano migliorati, perché gli Emirati sono stati i primi a normalizzare le relazioni diplomatiche con Israele tre anni fa e sono diventati sponsor di questo processo con gli altri Stati arabi. L’ultimo a ricucire le relazioni diplomatiche è stato il Marocco e in queste settimane si è parlato di una triangolazione intensa tra Israele, Usa e Arabia Saudita. La ministra libica non ha commentato l’incontro: probabile che il motivo sia prendere la misura alle reazioni perché molti, nel mondo arabo, accusano questo riavvicinamento essere un tradimento della causa palestinese. L’incontro di Roma rimette di nuovo l’Italia nel suo ruolo di partner ravvicinato di Tripoli, ma in questi anni c’erano già stati altri abboccamenti (mai confermati) tra libici e israeliani. Nel 2021 il generale Saddam Haftar, figlio dell’uomo forte di Bengasi Khalifa Haftar e rivale del governo di Tripoli, volò con un piccolo jet dagli Emirati all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per parlare con alcuni funzionari israeliani, prima di ritornare in Libia. Secondo dei rumors, il padre voleva sondare la possibilità di un appoggio di Israele in cambio di un accordo di normalizzazione. Esistono anche voci su un incontro tra Abdul Hamed Dbeibeh e il capo del Mossad, David Barnea, sempre in quell’anno ma organizzato con discrezione durante una visita del libico in Giordania. Ma la notizia fu subito smentita dallo staff del premier di Tripoli. Ai suoi tempi anche il colonnello Muammar Gheddafi, il dittatore ucciso nel 2011, spezzava la sua linea politica fatta di ostilità assoluta e di discorsi forti contro Israele con dichiarazioni improvvise sulla volontà di visitare Gerusalemme e di favorire una pace fra israeliani e palestinesi, ma faceva parte del suo carattere. In serata sono scoppiate proteste anti-israeliane in diverse città libiche: il primo ministro Dbeibah ha deciso di sospendere a titolo precauzionale la ministra Najla Al Mangoush per avviare indagini penali sul suo conto svolte da una commissione investigativa. Il ministro della Gioventù Fathallah Abdullatif al-Zini la sostituirà temporaneamente.