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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.08.2023 Ucraina, la tattica russa come in Siria
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 agosto 2023
Pagina: 12
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Un raid e poi un altro sui soccorritori. La tattica russa a Pokrovsk come in Siria»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/08/2023, a pag.12, con il titolo 'Un raid e poi un altro sui soccorritori. La tattica russa a Pokrovsk come in Siria' l'analisi di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

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Sparare per uccidere, non i soldati, ma il massimo numero di civili e con loro infermieri, pompieri e gente comune venuta ad aiutare. È una tattica omicida, terrificante nella sua logica sterminatrice: alle 19,15 di lunedì il primo missile Iskander colpisce il centro di Pokrovsk, causando vittime e danni. Poco più di mezz’ora dopo, 37 minuti per la precisione, un secondo Iskander esplode nello stesso luogo, tra le macerie provocate dal primo, seminando terrore e sangue tra i soccorritori. A ieri sera il bilancio ancora parziale riportava almeno 9 morti e 88 feriti, alcuni molto gravi. I comandi russi hanno applicato nel Donbass occidentale le stesse strategie che adottavano i soldati del loro contingente in Siria otto o nove anni fa in sostegno del regime di Bashar Assad. Le stesse metodologie dei terribili attentati perpetrati da Isis e le altre formazioni dell’estremismo islamico in Medio Oriente. Nella Bagdad insanguinata dalle stragi quotidiane, poco meno di due decadi fa, era buona regola non correre subito sul luogo delle auto-bomba per prestare soccorso. Quasi sempre ne esplodeva un’altra molto vicina falcidiando chiunque. A poco servono le consuete spiegazioni del Cremlino, che, come di prammatica, ripete per l’ennesima volta di avere «colpito un obiettivo militare», in questo caso una base dell’esercito. Ma la realtà è di fronte agli occhi di tutti. Conosciamo bene Pokrovsk, con i suoi circa 65.000 abitanti (oggi ridotti a forse meno della metà) rappresenta il primo centro urbano rilevante per chiunque arrivi da Dnipro sulla superstrada che porta al Donbass e ai teatri delle battaglie principali tra russi e ucraini nell’Est. I missili lunedì sera hanno colpito nel centro l’area dell’hotel Druzhba, usato spesso da giornalisti e membri delle organizzazioni umanitarie internazionali. Danneggiato anche il Corleone, un ristorante italiano abbastanza noto poco distante. E attorno ci sono la filiale regionale della banca Oshad, oltre a due ospedali (di cui uno specializzato per le cure dentali), una stazione della polizia e alcuni tra i palazzi residenziali più alti dell’area urbana. Ma l’elemento più grave resta la predeterminazione a uccidere i soccorritori: viola tutte le convenzioni internazionali, equivale a un crimine di guerra. «I russi hanno appositamente lasciato trascorrere tra i 30 e 40 minuti prima di colpire ancora. Lo stanno facendo sempre più spesso», denuncia Serhii Dobriak, capo dell’amministrazione provinciale. Tra le rovine di Aleppo nel 2015 gli allora famosi «caschi bianchi», che portavano aiuto alle vittime delle bombe siriane e russe, erano spesso costretti a ritardare il loro intervento per evitare di rimanere vittime dei secondi attacchi che erano la regola. A Pokrovsk la seconda esplosione ha ferito 31 poliziotti, 7 vigili del fuoco e quattro militari: tutti intervenuti per aiutare. «Si è trattato di un attacco odioso e cinico, che rivela la natura criminale dell’invasione russa», ha commentato anche il portavoce della diplomazia europea, Peter Stano. Toni simili arrivano con la condanna delle Nazioni Unite, che parla chiaramente di «violazione delle convenzioni internazionali». Nelle ultime ore i proiettili russi hanno ucciso anche tre civili e feriti nove a Kruhliakivka, a nordest di Kharkiv. Altri due civili sono morti invece poco più a sud, nei pressi della cittadina di Kupiansk, dove sembra che le colonne corazzate russe siano riuscite negli ultimi tempi ad avanzare per circa tre chilometri causando difficoltà alla controffensiva ucraina in atto da giugno.

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