Riprendiamo oggi, 04/08/2023, dal CORRIERE della SERA, a pag. 30, con il titolo "Anne Frank, il romanzo ritrovato", il commento di Frediano Sessi.
Frediano Sessi
Il 12 giugno 1942, giorno del suo tredicesimo compleanno, Anne Frank ricevette in regalo un album, con una copertina a quadretti rossi e bianchi, che divenne il suo diario intimo. Tra le prime pagine, in data mercoledì 8 luglio, annotò: «Verso le tre del pomeriggio, un agente della polizia ha suonato a casa nostra e ha dato alla mamma una carta in cui si diceva che Margot doveva presentarsi alle SS». Dal momento dell’invasione delle truppe tedesche, il 10 maggio 1940, Otto Frank che aveva lasciato la Germania con la famiglia per sfuggire agli uomini di Hitler e alla deportazione, aveva predisposto un nascondiglio sicuro, nell’alloggio che si trovava all’ultimo piano della sua azienda al 263 di Prinsengracht, ad Amsterdam. La famiglia Frank prevedeva di rimanere nascosta per alcuni mesi e invece rimase segregata nell’alloggio segreto per quasi due anni, insieme ad altri quattro ospiti: i signori Van Pels, marito e moglie con il figlio Peter; e l’amico dentista Pfeffer. Per Anne, una ragazza di tredici anni vivace, intraprendente e con tanti amici, il diario rappresentò un’àncora di salvezza, in tutti quei giorni monotoni e sempre uguali, quando il tempo sembrava non trascorrere mai e la paura di essere scoperti abitava le sue notti, spesso agitate e insonni. «Oh, come sono contenta di averti portato con me», annotò il 28 di settembre del 1942. Anne scriveva ogni giorno, trascorreva il tempo a leggere e cominciò a dare vita a brevi racconti, elaborando così in forma letteraria, il materiale emerso quotidianamente dalle pagine del suo diario. Intanto, completato il primo album, dovette ricorrere a quaderni di scuola, con la copertina nera o verde e oro, che le procurava Miep Gies, la fedele impiegata di Otto Frank. Anne riempì in questo modo, fino al 4 agosto del 1944, giorno del suo arresto, almeno quattro quaderni, con l’ultima annotazione giornaliera che si ferma al 1° agosto del 1944. Ma nel corso di questa reclusione forzata, in un alloggio di poco più di cinquanta metri quadrati, con le finestre oscurate e i frequenti battibecchi e litigi degli inquilini, la ragazza a cui decise di dare un nome definitivo, Kitty, e che era diventata la sua amica di carta e di penna immaginaria, divenne il pretesto per dare corso al suo desiderio più grande: diventare giornalista e scrittrice. Poteva vivere una vita libera pur essendo prigioniera, liberando la sua fantasia e migliorando la sua scrittura creativa. Il diario intimo non le bastava più, anche se per lei rimaneva vitale: «Cara Kitty […] devo ancora farti delle scuse per non averti dato mie notizie per tutto questo tempo. Da sabato della settimana scorsa fino a ieri, martedì [21 dicembre 1943], ero a letto […]. Mi sono ritrovata con il mal di gola, sudori, coperte, pastiglie ecc.». Kitty, più degli abitanti dell’alloggio segreto e più di Peter, con il quale tesserà una dolce amicizia, alimenta i suoi sogni e il suo desiderio di libertà. Non è un caso che confidi a lei il suo progetto per il futuro: «Mi sono presa l’impegno di condurre una vita diversa dalle altre ragazze e, un domani, una vita diversa dalle normali casalinghe», scrive il 3 maggio 1944. «Guardo al cielo e penso che tutto questo tornerà a volgersi al bene».
Scrivere è dunque un atto di resistenza al male, alla sua condizione di prigioniera della storia. La sera del 28 marzo 1944, ascoltando la radio, Anne sente le parole del ministro olandese in esilio, Gerrit Bolkestein, che invita i suoi concittadini a raccontare la loro vita durante l’occupazione tedesca. Qualche tempo dopo, in data 20 maggio, Anne scrive a Kitty che, «al termine di lunghe tergiversazioni» ha ormai cominciato il suo romanzo tratto dal diario intimo: «Nella mia testa ho già finito, ma in realtà le cose andranno molto meno in fretta». Questa volta Anne, per il suo romanzo, utilizza dei fogli volanti, quelli delle macchine per scrivere e, ripercorre, a partire dalla data del 6 giugno 1942, fino al 29 marzo 1944, tutta la sua vita e le vicende dell’alloggio segreto che aveva già descritto nel diario intimo. Il suo romanzo appare brillante, luminoso, trascinato da una scrittura a tratti allegra e a tratti drammatica, sempre sorvegliata; come sorvegliate sono le descrizioni dei fatti che le accadono e coinvolgono tutti gli abitanti dell’alloggio e gli impiegati della ditta del padre. Profonde le descrizioni dei caratteri, rielaborati i litigi quasi quotidiani tra gli adulti che, con il passare del tempo, si sentono sempre più precari e in pericolo. Intenso il grumo di pensieri che la assilla, fino a diventare sogno di speranza in una vita nuova. Del suo corpo che cambia Anne non ha più timore. Capisce che, come la sua scrittura, è portatore di quella libertà esteriore e interiore che nessun dittatore feroce può ingabbiare e fermare. La scrittura del suo romanzo è solo in apparenza vicina a quella del diario. Lo si nota leggendo romanzo e diario intimo in parallelo. Anne, con il suo romanzo diventa una donna libera e forte. Niente più la potrà ferire e spaventare. Ed è proprio grazie a questo lavoro di rilettura e di riscrittura delle giornate trascorse all’ombra della minaccia dei nazisti, che può scrivere un pensiero che manifesta la sua forza d’animo: «Sii gentile e abbi coraggio».
Proprio questo romanzo, espressione del desiderio di riscatto della giovane Anne Frank, diventata donna nel buio dell’alloggio segreto, sarà destinato a rimanere inedito per molto tempo. Il padre, Otto Frank, unico sopravvissuto della sua famiglia, quando nel 1947 decise di dare alle stampe il diario della figlia, utilizzò il romanzo per coprire i vuoti di tempo del diario intimo. Nei giorni frenetici dell’arresto, il quaderno numero due, con le lettere dal 6 dicembre 1942 al 21 dicembre 1943, era andato perduto. Così il romanzo di Anne venne utilizzato per dare completezza cronologica al diario. Nessuno fino a oggi, per volontà testamentaria di Otto, poté considerare questo testo un’opera a sé stante. Pochi studiosi e ricercatori soltanto sono riusciti leggerlo autonomamente nella sua interezza. La pubblicazione di questo romanzo da parte della casa editrice Einaudi Ragazzi con il titolo Cara Kitty (in uscita il 3 ottobre) assume grande importanza. Ci dice che nel buio più completo, quando tutto può crollare, occorre non perdersi d’animo e accendere una luce di speranza, avendo fede nel futuro. Anne Frank, oggi lo sappiamo con certezza, non fu solo una vittima della barbarie nazista, ma una resistente. Il suo racconto e i suoi pensieri ci spingono ancora a credere in un mondo migliore.
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