Attesa per il film sul fisico Oppenheimer di Christopher Nolan Analisi di Roberto Zadik
Testata: Bet Magazine Data: 19 luglio 2023 Pagina: 1 Autore: Roberto Zadik Titolo: «Grande attesa per il film sul fisico Oppenheimer “padre della bomba atomica”»
Riprendiamo da BET Magazine-Mosaico il commento di Roberto Zadik con il titolo "Grande attesa per il film sul fisico Oppenheimer “padre della bomba atomica” ".
Ormai quasi tutto è pronto per l’uscita dell’attesissimo film biografico Oppenheimer diretto da Christopher Nolan, uno dei più originali cineasti americani contemporanei, autore di coinvolgenti thriller psicologici come Memento e Inception, ora pronto ad ammaliare il pubblico con la storia del fisico ebreo americano che creò la bomba atomica. Una trama ed un personaggio assai complessi ed una pellicola della quale si parla da mesi e che, finalmente, uscirà negli Usa il prossimo 21 luglio e in Italia un mese dopo, dal 23 agosto. Come riporta un articolo del Corriere della Sera, uscito lunedì 17 luglio e firmato da Viviana Mazza, il film è stato presentato domenica 16 luglio a New York, nella sala del Whitby Hotel di Manhattan, davanti ad un pubblico composto da un buon numero di colleghi di Oppenheimer, fisici di alto livello come lui, quali Kip Thorne e Carlo Rovelli che, dopo la proiezione, sono intervenuti riguardo al film. Ma di cosa tratta questa coinvolgente pellicola e quali i suoi attori e le sue peculiarità? Da segnalare come primo elemento un cast di alto livello e molto affiatato con un protagonista assai espressivo come l’attore irlandese Cillian Murphy, che ha già collaborato con Nolan in altre pellicole, ed una serie di acclamate star, dal suo connazionale interprete e regista Kenneth Brannagh, a Matt Damon e Robert Downey Jr. Orchestrato da una regia solida e raffinata, realistica e introspettiva nello stile di Nolan, da una parata di divi e da una trama coinvolgente che, tratta dal libro American Prometheus, il trionfo e la tragedia di Robert Oppenheimer, scritto da Martin Sherwin e Kai Bird, racconta le vicissitudini dello scienziato. Nato a New York quasi cent’anni fa, la ricorrenza il 22 aprile 2024, da una famiglia di ebrei tedeschi laici, Oppenheimer, durante Seconda Guerra Mondiale, fu a capo della squadra di studiosi “Progetto Manhattan” che realizzò quella tragicamente famosa bomba atomica che, fra il 6 e il 9 agosto 1945, distrusse le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Successivamente, come sottolineato sul sito collider.com, egli fu a capo della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti in cui si impegnò per rallentare la corsa agli armamenti nucleari nella Guerra Fredda con l’Unione Sovietica. Il film di Nolan si concentra su una serie di dettagli biografici, storici e caratteriali e sulla “personalità enigmatica”, come ha specificato il sito, “di un uomo che ha rischiato di distruggere il mondo nella speranza di salvarlo”. Il sito thestatesman.com, in un articolo firmato da Mitali Gautam, fornisce una serie di dettagli interessanti a cominciare dall’attenzione che la pellicola di Nolan mette sulla responsabilità dell’acclamato fisico nella creazione e nello sviluppo della bomba atomica e su come, dopo essersi affermato come scienziato e come docente, presso alcune fra le migliori università internazionali, egli venne ingaggiato da uno dei suoi insegnanti per essere a capo del Progetto Manhattan. Il sito evidenzia che il Progetto e l’intento di elaborare la bomba atomica erano stati approvati dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt e che, a questo proposito, egli lavorò alla sua “nuova creatura” in un laboratorio di armi segrete situato nel New Mexico. Fornendo qualche anteprima sulla proiezione, nel film verrà rappresentata la creazione della bomba, da parte di Oppenheimer e della sua squadra e gli esperimenti ed i test per valutare l’ordigno e la sua capacità di causare danni sia a breve che a lungo termine. Ideata dal regista Nolan e dallo scrittore Sherwin, la pellicola presenta una serie di aspetti della vita e dell’opera di Oppenheimer che disse “sono diventato la morte, il distruttore di mondi” frase ispiratagli dal testo indiano Bhagavad Gita; lo scienziato morì a soli 62 anni, ventidue anni dopo il disastro di Hiroshima, il 18 febbraio 1967, per un tumore al polmone causato dalla sua dipendenza dal fumo. Un film estremamente forte, emozionante e più che mai attuale, tratto dal libro di Sherwin che vinse il Premio Pulizer nel 2005, e che esplora anche il rapporto di Oppenheimer con la politica. Il regista del film fu molto colpito quando, leggendo il libro, apprese che Oppenheimer seppe dalla radio che la bomba era stata effettivamente lanciata su Hiroshima; vanno poi evidenziate l’attualità e le tematiche scomode sollevate dal film in un’epoca in cui, con tutto quello che sta accadendo, come ha ricordato il fisico Rovelli alla prima newyorchese, “le preoccupazioni di Oppenheimer sono le nostre; lui diceva che la cooperazione internazionale era l’unica via d’uscita; questo è un messaggio sul quale dovremmo discutere di più oggi”. Ma qual era l’identità ebraica di Robert Oppenheimer? Ad occuparsi di questo aspetto inedito il sito jewishunpacked.com in un articolo firmato dalla giornalista Elizabeth Karpen. Nei suoi sessantadue anni di vita, il celebre scienziato affrontò momenti assai difficili, periodi di depressione e di irrequietezza ed un sentimento di negazione verso le sue radici ebraiche rifiutandosi di ammettere l’antisemitismo che lo circondava e le discriminazioni, sia accademiche sia professionali, delle quali lui e i suoi colleghi furono vittime in quelli anni così difficili. Ad esempio una volta, cercando di inserire un suo collega e correligionario, Robert Serber nell’ateneo di Berkeley, il capo del dipartimento Raymond Birge rispose infastidito “un ebreo qui è già abbastanza”. Cercando di superare questo clima ostile, egli, quando i nazisti presero potere in Europa, riscoprì la propria ebraicità provando rabbia per la progressiva privazione dei diritti subita dagli ebrei tedeschi e cercando di aiutarli a espatriare dando, fra il 1934 e il 1936, il tre percento del suo salario al fondo per i fisici tedeschi per permettere loro di lasciare il Paese. Nel suo Manhattan Project c’erano vari rifugiati ebrei tedeschi, come erano i suoi genitori, da Hans Bethe a Otto Frisch a Rudolf Peierls, all’ebreo ungherese Leo Szilard che venne spesso riconosciuto come il “genio dietro la bomba atomica, visto il suo ruolo di iniziatore del progetto all’università di Chicago” che lavorò anche con il fisico italiano Enrico Fermi per lo sviluppo del progetto nucleare. Un personaggio controverso e intenso, Oppenheimer che creò “la bomba atomica come male necessario per fermare la Germania e il Giappone” in un film che si preannuncia una vera “bomba” ricco di sorprese, curiosità e emozioni.
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